Questo termine che, fin dall'antichità, indica l'arte o la scienza dell'interpretazione di un testo (poetico, letterario, giuridico, religioso, ecc.), ha assunto particolare rilevanza filosofica nel Novecento [...] del linguaggio, soprattutto dell'ultimo Wittgenstein, attento ai giuochi linguistici e alla loro connessione con la prassi e le forme dell'e. lo studio dei simboli, ossia di quei segni che oltre ad avere un senso diretto e letterale rinviano pure ...
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ISLANDA (XIX, p. 622; App. I, p. 739; II, 11, p. 67; III, 1, p. 898)
Elio Migliorini
Hartmut Ullrich
Mario Gabrieli
L'isola ha visto gradualmente crescere i suoi abitanti (216.628 nel 1974; densità [...] nel 1930 il Kvaedhakver ("Quaderno di poesia") di H. Laxness segnò il trionfo del verso libero e, poco dopo, il panegirico da seguire per il suo messaggio sociale e per l'anticonformismo linguistico. E poi hanno mirato, sul suo esempio, alla libertà ...
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In ambito critico-letterario il termine d. denota una strategia di lettura che, diversamente dalle metodologie tradizionali, non si propone di stabilire quale sia il significato (o i significati) di un'opera [...] il d. può essere rintracciata prima di tutto nella linguistica strutturale e poi nella filosofia di Nietzsche e di Heidegger se stesso, non può che farlo attraverso un sistema di segni. Non esiste perciò alcuna intenzione o idea che possa costituirsi ...
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- È la prima lettera dell'alfabeto romano e di quasi tutti gli altri. Essa deriva, come la maggior parte delle altre lettere, dal fenicio, attraverso il greco. Il nome che ha in greco, alpha (ἄλϕα), non [...] In tutti questi casi la lettera semitica si suole trascrivere col segno ' (p. es. ebraico bě 'ēr "pozzo", pronunziato il mutamento in ē (η) in una parte del dominio linguistico greco, cioè nel gruppo dialettale ionico-attico, mentre negli altri ...
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SCHUCHARDT, Hugo
Benvenuto Terracini
Linguista, nato a Gotha il 4 novembre 1842, morto a Graz il 21 aprile 1927. Oriundo da colta famiglia borghese, studiò prima a Jena con lo Schleicher, poi a Bonn [...] 'adoperò (v. etimologia). In generale poi la concezione della linguistica storica come storia della cultura fece sì che lo Sch. studiata per sé, ma in funzione di chi la parla; segno esteriore di questa concezione sono dapprima l'interesse suo per la ...
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PRODICO (Πρόδικος, Prodĭcus) di Ceo
Guido Calogero
Sofista greco del secolo V a. C., alquanto più giovane di Protagora, ma tuttavia un po' più anziano di Socrate, che poté dalla tradizione essere considerato [...] : i momenti linguistico e logico sono infatti indissolubili anche nel procedere socratico. L'uso logico del linguaggio, compiuto da P., era bensì antitetico a quello che ne faceva Socrate: e così si spiegano le ironie di cui Socrate lo fa segno nei ...
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Wallace, David Foster
Giovanna Ferrara
Scrittore statunitense, nato a Ithaca (New York) il 21 febbraio 1962 e cresciuto a Urbana (Ill.). Dopo essersi laureato all'Amherst College (Amherst, Mass.) nel [...] promettente talento letterario, intessuto di umana e maniacale stravaganza, nonché un personale tentativo di creare un autonomo gioco linguistico, segno di un'infinita capacità di finzione. Il suo secondo libro, Girl with curious hair (1989; trad. it ...
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MIGLIORINI, Bruno (App. II, ii, p. 312)
Ignazio Baldelli
Linguista, morto a Firenze il 18 giugno 1975. Professore di storia della lingua italiana nell'università di Firenze sino al 1967; socio nazionale [...] un rigoroso accertamento diretto dei dati citati, segno tangibile di un robusto neopositivismo. Rompendo seguire criteri di esattezza, univocità, uniformità, coerenza al sistema linguistico, continuità della tradizione. Il moderato neopurismo di M. ...
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Poetessa statunitense di origine canadese, nata a Worcester, Massachusetts, l'8 febbraio 1911, morta a Boston il 6 ottobre 1979. Rimasta presto orfana di padre, la madre ricoverata qualche anno dopo in [...] (1945) alla dimensione spaziale si sovrappone l'ordine metaforico, al topos letterale il complesso simbolico, al segno grafico quello linguistico. La fissità della carta geografica − in Maps − rivela un mondo pulsante, dove l'inusuale ravviva all ...
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Il più grande filologo e storico dell'India moderna: nato a Malwan nel 1837 e morto a Poona il 24 agosto 1925. Preoccupato delle difficoltà che i suoi connazionali trovavano nello studio del sanscrito, [...] le qualità di critico e di scienziato del Bh. a tal segno che A. Weber poco dopo lo invitava a collaborare nelle sue 1877, in cui con dottrina ammirabile è tracciato lo sviluppo linguistico indiano dal tempo vedico ad oggi; nell'ambito storico: la ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...
registro
s. m. [lat. tardo regesta -orum, neutro pl.; v. regesto]. – 1. Libro, quaderno, fascicolo o volume formato da un certo numero di fogli (per lo più numerati progressivamente, contrassegnati e forniti di suddivisioni e indicazioni varie),...