-CIA, -GIA, -SCIA, PLURALE DEI NOMI IN
Nei plurali dei sostantivi femminili terminanti con le sillabe -cia o -gia non accentate, la grafia segue di solito una regola pratica:
– si conserva la i quando [...] ); dunque potrebbe essere eliminata sempre. E questo accade – in una situazione analoga – con i nomi che terminano con la sillaba -scia non accentata
conscia ▶ consce
coscia ▶ cosce
fascia ▶ fasce
Quando invece la i dei gruppi -cia, -gia, -scia è ...
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gorgia toscana
La gorgia è un fenomeno fonetico diffuso nei dialetti toscani (noto anche come spirantizzazione o aspirazione toscana). È un processo di ➔ indebolimento che coinvolge le consonanti ➔ occlusive [...] è soggetta a varie restrizioni. La prima è di natura sillabica: l’occlusiva che subisce spirantizzazione deve obbligatoriamente occupare la posizione di attacco sillabico (➔ sillaba). Il processo infatti si attiva solo in posizione postvocalica: è ...
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FORMAGGIERA O FORMAGGERA?
La grafia corretta è formaggiera, perché il suffisso è -iera
olio ▶ oliera
te ▶ teiera
e dunque formaggio ▶ formaggiera
Però, dato che la i di -gie- non si pronuncia, né [...]
In caso di dubbio, è necessario consultare il vocabolario.
Storia
In generale, la i superflua non è ammessa in sillaba non accentata (tranne qualche caso come scienziato, coscienzioso) e tende a regredire rispetto a un secolo fa, quando erano ...
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ACCECARE O ACCIECARE?
La grafia preferibile in tutte le voci del verbo è accecare
io acceco, tu accechi ecc.
Nell’italiano cieco, da cui il verbo deriva, la i non è etimologica (la base è il latino caecum) [...] preferibile rispetto a cecamente).
• In altri derivati, come appunto accecare, tende invece a scomparire, pur lasciando una traccia nelle voci in cui su quella sillaba cade l’accento (accieco e accieca sono un po’ meno rare di acciecare o acciecato). ...
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In linguistica e grammatica, un aspetto della categoria grammaticale del numero che, contrapposto al singolare (e, dove esiste, al duale, triale e quattrale), indica che le persone o le cose sono più di [...] , kur «monte» e kur kur «monti»), o anche con la ripetizione parziale di un elemento di essa (per es., della prima sillaba nel nahuatl, la lingua indigena degli Aztechi: kalli «casa», kakalli «case»), oppure con un prefisso o un suffisso di origine ...
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Il termine indebolimento indica una serie di fenomeni fonetici e fonologici che hanno come effetto la riduzione del grado di forza articolatoria di un suono (➔ fonetica articolatoria). Da un punto di vista [...] più spesso in posizione intervocalica (il contesto debole per eccellenza) o in fine di parola o di sillaba; e, quanto all’accento lessicale, in sillaba atona. All’inverso, i processi di rafforzamento si realizzano più comunemente a inizio di parola o ...
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Per alfabeto fonetico si intende l’insieme dei simboli impiegati per la rappresentazione grafica dei suoni di una lingua. La sua prerogativa essenziale è quella di associare in modo univoco un solo segno [...] , le approssimanti sono brevi; ricorrono soltanto prima di vocale e concorrono alla formazione del dittongo; compaiono sia in sillaba tonica che in sillaba atona: fieno > [ˈfjɛːno], fienile > [fjeˈniːle].
Il fono [w] è arrotondato ed è per ...
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Il termine sandhi indica i processi fonetici che intervengono tra segmenti contigui al confine di morfema o di parola: nel primo caso, si tratta di sandhi interno (alla parola) o sandhi morfologico (per [...] cosiddetto downdrift («scivolamento»), vale a dire il fenomeno per cui in una sequenza fonica in cui sillabe con tono alto si alternano con sillabe con tono basso, ogni tono alto successivo raggiunge un picco di frequenza inferiore rispetto a quello ...
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Il classico metodo per individuare i fonemi di una lingua consiste nella prova delle coppie minime o prova di commutazione (➔ fonologia). Per realizzare questa prova, Trubeckoj formula la seguente regola: [...] dopo pausa, cioè all’inizio di parola (cfr. [p]alo, [k]anto), in posizione interna (cfr. ca[p]o, o[k]a), in sillaba tonica e atona, ma non si trovano mai davanti a pausa, cioè alla fine di parola (salvo in prestiti e voci onomatopeiche). Viceversa ...
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Come indicò Saussure (1916), la lingua si può studiare in due modi: o lungo l’asse della simultaneità, descrivendo il sistema di fenomeni esistente in un momento dato, in una certa comunità di parlanti, [...] toscana lingua è aspirata, sì come fuoco, luogo, allaga, vaghi, piaghe, agevole, placido, et altri con questi; perché in tutte queste sillabe se li dà un poco di fiato maggiore, che l’ingrassa et che l’aspira. Da questa regola dissi togliersene via ...
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sillaba
sìllaba s. f. [dal lat. syllăba, gr. συλλαβή, der. del tema di συλλαμβάνω «prendere insieme, riunire»]. – La minima unità fonica (autonoma e distinta sotto l’aspetto dell’articolazione) in cui si possono considerare divise le parole...
sillabare
v. tr. [der. di sillaba] (io sìllabo, ecc.). – Dividere in sillabe una o più parole; in partic., pronunciarle o scriverle distinguendo le varie sillabe di cui sono composte con una pausa della voce o, nella scrittura, con un trattino...