GABRIELE Sionita
Maronita, nato a Edden (Libano) nel 1577, morto a Parigi nel 1648. Studiò a Roma nel collegio dei Maroniti; passato nel 1614 a Parigi per collaborare all'edizione della Bibbia poliglotta, [...] semitiche, e ivi anche fu ordinato sacerdote a 45 anni.
Per la Poliglotta egli rivide e corresse quasi tutti i testi siriaci e arabi, fornendoli anche di traduzione latina: per i Vangeli tuttavia si limitb a una revisione del latino, né tradusse dal ...
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. Vocabolo arabo significante Dio (inteso come il Dio unico, il Dio del monoteismo) e, con l'islamismo, penetrato presso tutti i popoli musulmani; esso è parimenti usato da cristiani ed ebrei di lingua [...] Dio in parecchi idiomi aramaici (hallāh nelle iscrizioni safaitiche, alāhā o forse allāhā nelle nabatee, alāhā e allāhā in siriaco). Il divario fra Ilāh ed Allāh appare manifesto dalla notissima formula di professione di fede dell'islamismo: lā ilāh ...
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Maronita, monaco della congregazione aleppina di S. Antonio Abate; nato nel 1845 in Fayarūn (distretto di Kesrawān, provincia di Ṣaidā) da famiglia oriunda di Ṣaidā o Sidone, ove un suo antenato prese [...] 1866 venne in Roma, e studiò latino, filosofia e teologia nel Collegio di Propaganda, nel quale dipoi insegnò arabo e siriaco dal 1878 al novembre 1920.
Sue pubblicazioni: Gli elementi della lingua italiana esposti in lingua araba, Roma 1872; K. al ...
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MILZIADE
. Apologista cristiano del sec. II, vissuto in Asia Minore probabilmente all'epoca di Marco Aurelio e Lucio Vero. Dalle notizie che di lui dànno Tertulliano, Eusebio e altri scrittori, si deduce [...] (Περὶ τοῦ μὴ δεῖν προϕήτην ἐν ἐκστάσει λαλεῖν). È priva di fondamento l'ipotesi che vada attribuita a M. l'apologia giuntaci in siriaco sotto il nome di Melitone di Sardi.
Bibl.: J. C. Th. von Otto, Corpus apologetarum, IX, Jena 1872, pp. 364-373; O ...
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PUSEY, Edward Bouverie
Alberto Pincherle
Teologo anglicano, nato a Pusey il 22 agosto 1800, morto all'Ascot Priory (Berkshire) il 16 settembre 1882. Studiò a Eton e Oxford; nel 1823 divenne fellow dell'Oriel [...] a Gottinga; Berlino, Bonn, studiò con Eichhorn e Schleiermacher, conobbe Bunsen, Tholuck, Neander, apprese l'arabo e il siriaco. Di ritorno, nel Historical enquiry into the probable causes di tale razionalismo, lo attribuì al "morto ortodossismo", al ...
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Poeta e filosofo (sec. 12º), legato all'ambiente di Chartres, del quale rispecchia la cultura platonica, ma con forti suggestioni dalla scienza araba, soprattutto astrologica, e larghi echeggiamenti di [...] dell'ornatus e dell'uomo, nel Mathematicus e nell'Experimentarius (trad. di un trattato astrologico e geomantico siriaco, cui B. premette un'introduzione) il naturalismo platonico si corona di una precisa conclusione astrologica. Nel commento ...
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Erudito gesuita (Geisa, Fulda, 1602 - Roma 1680). Eminente rappresentante dell'enciclopedismo seicentesco, i suoi eclettici interessi spaziarono dal campo degli studi linguistici alla geologia, dalla [...] e China illustrata (1667).
Vita e opere
Prof. (1629) di filosofia e matematica a Würzburg, dove diede lezioni anche di siriaco e di ebraico e compose la sua prima opera, Ars magnesia (1631), sul magnetismo; trasferitosi a Roma (1633), venne chiamato ...
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Nato in Milano da Francesco e Angela Rossi il 18 marzo 1848 e battezzato nella parrocchia di S. Gottardo col nome di Guerrino. Studiò lettere nel Seminario di San Pietro Martire, presso Barlassina, filosofia [...] e il canto e sotto la guida del maestro Paolo Bonanomi armonia e contrappunto. Con mons. Antonio Ceriani studiò ebraico e siriaco, e da lui stesso, nel luglio 1870, fu chiamato a lavorare nella Biblioteca Ambrosiana.
Si deve principalmente all'A. il ...
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PAOLO di Bassora
Nicola Turchi
Detto anche Paolo di Nisibi, perché fu metropolita di quella sede, e Paolo il Persiano, fu un dotto teologo nestoriano che illustrò nel secolo VI la scuola di Nisibi a [...] , che doveva assestare gli affari della chiesa di Persia; e come professore nella scuola teologica di Nisibi scrisse in siriaco un'introduzione biblica, che ci offre un'idea dell'insegnamento scritturale di quella celebre scuola. Esso fu tradotto in ...
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LABIENO PARTHICO, Quinto (Q. Labienus Parthicus)
A. de Franciscis
Generale romano, figlio di Tito Labieno. Il ritratto di L. appare sui denari che egli coniò dopo la battaglia di Filippi, tra il 41 ed [...] , ma semita: ciò può derivare dal fatto che il modello, oppure il conio stesso, sia stato creato da un artista siriaco (d'Antiochia?). È quindi forse più giusto considerare questo ritratto, dal punto di vista artistico, non tanto come una novità ...
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siriaco
sirìaco agg. [dal lat. Syriăcus, gr. Συριακός] (pl. m. -ci). – Della Siria, come regione storica dell’Asia anteriore: l’arte. s.; la lingua s. (e, come s. m., il siriaco), dialetto aramaico orientale, parlato a Edessa e nelle regioni...
estranghelo
estrànghelo s. m. [dal gr. στρογγύλος «rotondo», attraverso il siriaco]. – Nome della scrittura siriaca più antica, derivata dalla scrittura aramaica e caratterizzata da lettere grandi e di forma aggraziata.