Linguista statunitense (Columbus, Ohio, 1916 - Ithaca, New York, 2000); dal 1946 insegnò nell'univ. di Cornell. Figura tra le più attive e influenti della linguistica statunitense, operò in molti campi, [...] dalla fonetica alla semantica, dai rapporti tra linguistica e matematica alla comunicazione animale. Specialista di lingue americane (soprattutto algonchine) e di cinese, scrisse, tra l'altro, A manual ...
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Linguista statunitense (New York 1915 - Stanford, California, 2001). Tra i più validi rappresentanti della linguistica statunitense, le sue ricerche si sono orientate lungo tre direttrici: l'africanistica, [...] la linguistica generale e la classificazione tipologica e genealogica. Partito da studi antropologici, si è dedicato in seguito alla descrizione e alla classificazione delle lingue dell'Africa (The languages ...
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Linguista statunitense (n. Filadelfia 1928). Fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, le cui ripercussioni sono state profonde non solo nella linguistica, ma anche nella psicologia e nella [...] col titolo Saggi linguistici (3 voll., 1969-70). Impegnato nell'organizzazione delle campagne pacifiste contro l'intervento statunitense nel Vietnam, Ch. ha dedicato a questa come ad altre problematiche di carattere politico numerosi saggi. Dopo ...
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Filologo statunitense di origine tedesca (Lipsia 1821 - manicomio di Bloomingdale 1868); prof. alla New York University (dal 1846); ancora utile il Dictionary of the German and English Languages (1849). ...
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Linguista statunitense (n. Medina, Ohio, 1874 - m. 1959), prof. al Hiram College di Hiram, Ohio. Tra le opere: American pronunciation (1924); A pronouncing dictionary of american english (in collab. con [...] Th. A. Knott, 1944) ...
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Orientalista tedesco-statunitense (Ann Arbor 1858 - Bar Harbor 1917), figlio di Franz; prof. di lingue semitiche nell'univ. di Princeton. Opere principali: Die Charidschiten (1884), Arabische Chrestomathie [...] aus Prosaschriftstellern (1895), Die Provincia Arabia (1904-09, in collab. con A. Domaszewski) ...
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Filologo classico statunitense (Charleston 1831 - Baltimora 1924); prof. di greco all'univ. di Virginia e nella Johns Hopkins Univ. di Baltimora. Autore di studî grammaticali (Latin grammar, 1867; Syntax [...] of classic Greek, 1900), ha curato edizioni di classici: notevole quella delle satire di Persio (1875), quella delle Olimpiche e Pitiche di Pindaro (1885) e quelle di scritti apologetici greci cristiani. ...
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Linguista statunitense (Dorchester, Massachusetts, 1862 - Cambridge, Massachusetts, 1939). Le sue opere fondamentali sono: Italian grammar (1887); Introduction to Vulgar Latin (1907; trad. it. di N. Maccarrone, [...] 1914); From Latin to Italian: an histor ical outline of the phonology and morphology of the Italian language (1927). Scrisse inoltre alcuni saggi su Dante, e curò un'edizione commentata della Commedia ...
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Indianista statunitense (Norwich, Connecticut, 1850 - Boston 1941); frequentò (1873-76) le università tedesche di Tubinga, Lipsia e Berlino. Insegnò poi sanscrito a Baltimora (1876-80) e successivamente [...] (dal 1880) a Harvard. Tra i suoi lavori, di carattere essenzialmente filologico, emergono quelli che si riferiscono ai Veda. Fu direttore e collaboratore della collana Harvard oriental series ...
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statunitense
statunitènse agg. e s. m. e f. – Degli Stati Uniti d’America: la confederazione s.; il governo federale s.; la politica, l’economia s.; come sost., abitante, nativo, originario degli Stati Uniti d’America.
pragmatismo (o prammatismo) s. m. [dall’ingl. pragmatism, der. del gr. πρᾶγμα -ατος «cosa, fatto»]. – 1. Termine introdotto dal filosofo statunitense Ch. S. Peirce (1839-1914) per caratterizzare la propria concezione analitica del linguaggio...