Travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, [...] , della politica, dello sport ecc., del loro modo di parlare, di gestire, fatta per suscitare ilarità, molto frequente nel teatro comico e negli spettacoli divarietà.
Si trovano numerosi esempi di p. già nella poesia greca antica: prototipo ne ...
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Attore comico italiano (n. Monfalcone 1953). Intrattenitore dalla vena poetica e surreale e dalla comicità aggressiva, oltraggiosa e beffarda a dispetto del fisico minuto da folletto, ha affrontato le [...] Di successo anche la sua attività di cantante e di attore cinematografico.
Vita e opere
Formatosi al Piccolo Teatrodi ritorno (2006); Mistero buffo di D. Fo (2010). In televisione è apparso con grande successo in varietà satirici come Su la testa ...
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Attore e regista italiano (Milano 1933 - Roma 2012). Dopo aver frequentato la scuola del Piccolo Teatrodi Milano, si fece conoscere come mimo e interprete di spettacoli di cabaret, di commedie musicali [...] di un varietà televisivo (Cab Cobelli). Regista innovativo, capace di raffinate invenzioni visive, ha allestito numerosi testi classici e moderni, rileggendoli in chiave ora polemica ora ironica: Woyzeck di G. Büchner (1969); La pazza di Chaillot di ...
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Spazio teatrale in cui si eseguono musiche, canzoni, numeri divarietà, specialmente di tipo satirico, e anche il genere stesso di spettacolo. Pur riprendendo la tradizione (15° sec.) delle taverne in [...] paesi slavi (Mosca, Praga), a Vienna e a Zurigo (celebre il Cabaret Voltaire).
In Italia esperienze diteatro-c., come espressione del teatro d’avanguardia, sono state il Teatro dei Gobbi fondato nel 1951 da F. Valeri, V. Caprioli e A. Bonucci, Zelig ...
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Giornalista e scrittore italiano (Modugno 1905 - Roma 1968), fratello di Nicola; fu critico cinematografico de Il Messaggero (1933-43) e dei primi settimanali in rotocalco (Omnibus, Tutto, Oggi: 1937-41), [...] L'Espresso e collaboratore, con articoli divarietà letteraria e di costume, del Corriere della sera. Curò di suoi scritti letterarî è nel volume Qualcosa di certo (1966); postuma è stata pubblicata la raccolta di scritti teatrali In cerca diteatro ...
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Drammaturgo francese (Parigi 1927 - ivi 1991). Attivo nel dopoguerra a Montmartre con J. Gréco, L. Ferré e B.Vian, attore nel cabaret e nel varietà, ideatore di programmi radiotelevisivi, romanziere (L'animal, [...] ? (1980), Réveille-toi, Philadelphie! (1988). Percorsi da una vena felicemente ironica e leggera, i suoi lavori sono imperniati, come il teatrodi Beckett, Ionesco, Adamov, sull'assurdità della condizione umana, l'incomunicabilità e la solitudine. ...
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Attore russo (n. 1879 - m. 1932); lavorò dapprima in provincia, poi (1908-10) al teatro d'arte di K. Stanislavskij a Mosca e infine (dal 1925) al Piccolo teatrodi Mosca. Notevole la varietàdi personaggi [...] e tipi da lui interpretati, dalle commedie e i vaudevilles ai drammi di A. N. Ostrovskij, A. Čechov, L. N. Andreev e del teatro occidentale. ...
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soubrette Nel teatro comico francese dell’epoca classica, la servetta brillante.
Per estensione, nell’opera lirica e nell’operetta, personaggio femminile con analoghe caratteristiche di vivacità e spigliatezza. [...] Nel teatrodi rivista, e anche nel varietà televisivo, la protagonista femminile (attrice, cantante e ballerina) dello spettacolo. ...
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Attore siciliano (Catania 1872 - Milano 1937); autodidatta e burattinaio con M. Insanguina, passò all'operetta e al varietà finché, dopo una infelice esperienza nel teatro napoletano, entrò a far parte [...] e talora drammatiche. Il suo nome resta legato alle più tipiche commedie del teatro in vernacolo siciliano: dall'Aria del continente (1915) di N. Martoglio al Paraninfu di L. Capuana, a Pensaci Giacomino!, Il berretto a sonagli, Liolà, La patente ...
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Commediografo (Parigi 1622 - ivi 1673). Assunse il nome d'arte di M. dopo essersi dato al teatro. Studiò a Parigi nel collegio di Clermont (oggi liceo Louis-le-Grand), retto dai gesuiti; fece in seguito, [...] , si avvicina per il canto e le musiche, per la varietà, la ricchezza delle scene e degli apparati, al nuovo teatro d'opera verso il quale già si orientava il gusto del pubblico. La salute di M., che era afflitto da un male incurabile, veniva ...
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teatro
s. m. [dal lat. theatrum, e questo dal gr. ϑέατρον, der. del tema di ϑεάομαι «guardare, essere spettatore»; la parola greca indicava, oltre che l’edificio per le rappresentazioni drammatiche, anche quello per assemblee e per pronunciare...
varieta2
varietà2 s. m. [adattam. del fr. variété, propriam. s. f. corrispondente all’ital. varietà1, divenuto masch. (non però in francese) per ellissi da Théâtre des Variétés «teatro di spettacoli varî» (usato come nome proprio)]. – Spettacolo...