Televisione
Giuseppe Cereda
Il rapporto tra televisione e cinema
Già negli anni Sessanta, Roberto Rossellini sosteneva, subordinando a questa sua convinzione una lunga e consistente attività televisiva, [...] t. da teatro e radiofonia, si misurarono e si alternarono in Europa due modi diversi e complementari di fare televisione. , lo sceneggiato da studio, l'informazione, i primi fortunati varietà). Alla tecnologia del cinema la t. ricorreva in Italia in ...
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Gran Bretagna
Francesca Vatteroni
Cinematografia
In contrasto dialettico tra ipotesi di realismo e invenzione fantastica, il cinema britannico ha coltivato, accanto a una produzione con profonde esigenze [...] incremento della produzione e del pubblico e nella varietà delle personalità e dei generi, che raggiunsero livelli in scena in funzione antiaccademica. Dal teatro viene anche Mike Leigh che, dopo una lunga carriera di regista alla BBC, si è fatto ...
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Spagna
Nuria Vidal
Cinematografia
Cinematografia tra le più importanti in Europa, quella spagnola è rimasta per molti anni quasi completamente sconosciuta (il franchismo ha infatti alzato una barriera [...] inizio una vera e propria età dell'oro del cinema: varietàdi temi, nuovi registi, un'industria fiorente e film molto popolari scrittore, autore diteatro, che fece un cinema con profonde radici popolari, ma di una qualità al di sopra della media ...
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Scrittura
Antonio Costa
Il rapporto tra scrittura e cinema
Forse nessuno come François Truffaut ha saputo rappresentare al cinema l'atto dello scrivere. Si pensi, in particolare, a due film interpretati [...] con funzioni pressoché analoghe a quelle dei 'cartelli' del teatro epico di B. Brecht (da cui questo procedimento deriva). Più quali l'umanità ha affinato le sue capacità di scrutare e fissare la mutevole varietà dell'universo (Costa 1993, pp. 45-61 ...
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Iran
Massimo Causo
Cinematografia
I primi esempi di cinema giunsero in I. all'inizio del Novecento, introdotti dai fotografi ufficiali della casa reale, che ebbero incarico dallo shāh di documentare [...] a produrre opere di chiara impronta popolare come la commedia musicale, Variete-ye bahāri (1949, Varietàdi primavera), e ha continuato a realizzare opere di notevole valore. Beyza'i, scrittore, studioso, uomo diteatro, tra i principali nomi ...
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Comico
Augusto Sainati
Etimologicamente il termine comico deriva dal greco komos, che in epoca classica indicava un genere di festino chiassoso e sregolato con il quale si festeggiava il dio del vino. [...] una forma di conoscenza critica e non sclerotizzata: di qui la sua fortuna storica e la varietà delle sue , a partire dagli anni Ottanta, una generazione di comici italiani provenienti dal teatro e dal cabaret, una volta raggiunta la popolarità ...
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Marx, Fratelli
Guido Fink
Attori cinematografici e teatrali statunitensi: Chico (propr. Leonard), nato a New York il 22 marzo 1887 e morto a Hollywood l'11 ottobre 1961; Harpo (propr. Adolph, poi Arthur, [...] vaudeville e dal varietà minore ‒ si affidò sempre molto alla parola, ma con ricorrenti effetti di comicità in stile i M. furono ospitati e contesi dai più noti e lussuosi teatridi Broadway. Ma soprattutto i M. furono scoperti e adorati da scrittori ...
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Murnau, Friedrich Wilhelm
Giovanni Spagnoletti
Nome d'arte di Friedrich Wilhelm Plumpe, regista cinematografico tedesco, nato a Bielefeld il 28 dicembre 1888 e morto a Santa Barbara (California) l'11 [...] , mi dedicai al teatro. Infine mi ritrovai da Max Reinhardt. Qui ho avuto come colleghi alcuni attori di ruoli secondari, si parte la ricchezza concettuale dell'opera di M., che ha scelto la contaminazione e la varietà dei generi come sua cifra ...
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Zavattini, Cesare
Cristina Jandelli
Soggettista e sceneggiatore, scrittore e giornalista, nato a Luzzara (Reggio Emilia) il 20 settembre 1902 e morto a Roma 13 ottobre 1989. Con il suo lavoro complessivo [...] ma anche il cinema di René Clair e i comici del varietà, mentre frattanto pubblicava i tre 'libri' Parliamo tanto di me (1931), I dal teatro dei generi minori (esemplificato nelle figure di Ettore Petrolini e di Totò), la chiave di volta del ...
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Connery, Sean (propr. Sir Thomas Connery)
Gabriella Nisticò
Attore cinematografico e teatrale scozzese, nato a Edimburgo il 25 agosto 1930. Uomo di grande fascino, dal carattere solitario e dalla complessa [...] varietà delle sue interpretazioni. Fuori da ogni tendenza al divismo, C., con il suo profondo timbro di voce, si era rivelato fin dai primi film di futuro nel collezionismo di libri antichi e rari. Impegnatosi nel teatro drammatico in piccole ...
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teatro
s. m. [dal lat. theatrum, e questo dal gr. ϑέατρον, der. del tema di ϑεάομαι «guardare, essere spettatore»; la parola greca indicava, oltre che l’edificio per le rappresentazioni drammatiche, anche quello per assemblee e per pronunciare...
varieta2
varietà2 s. m. [adattam. del fr. variété, propriam. s. f. corrispondente all’ital. varietà1, divenuto masch. (non però in francese) per ellissi da Théâtre des Variétés «teatro di spettacoli varî» (usato come nome proprio)]. – Spettacolo...