PSICOLINGUISTICA
Domenico Parisi
(App. IV, III, p. 100)
La p. è nata negli anni Cinquanta, come frutto della collaborazione tra psicologi interessati al linguaggio e linguisti, e ha svolto un ruolo [...] connessione. Ma il connessionismo è fondamentalmente una teoria dello sviluppo, cioè si richiama a un' non possedeva.
I modelli connessionisti hanno in comune con il comportamentismo l'idea che l'associazione (eccitazione/inibizione tra neuroni) sia ...
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Semantica
Tullio De Mauro
*La voce enciclopedica Semantica è stata ripubblicata da Treccani Libri con il titolo Il valore delle parole, arricchita e aggiornata da un contributo di Stefano Gensini.
sommario: [...] di una semantica ‛integrata', la quale si qualifichi come parte di una teoria generale dei segni: l'una e l'altra, la parte e l dubbio e rifiuto metodologico, espresso da un linguista comportamentista nordamericano, come B. Bloch, alla dichiarazione ...
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Natura e cultura nel linguaggio
Elizabeth Bates
(Center for Research in Language, University of California San Diego, California, USA)
In questo saggio vengono discussi la struttura, le origini, lo sviluppo [...] tra il 1930 e il 1960, l'era della psicologia comportamentista, quando l'attenzione si spostò sul ruolo dell'apprendimento e sulla plasticità del cervello. Queste teorie tornarono nuovamente in auge negli anni Sessanta grazie agli scritti influenti ...
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strutturalismo Teoria e metodologia affermatesi in varie scienze dal primo Novecento, fondate sul presupposto che ogni oggetto di studio costituisce una struttura, costituisce cioè un insieme organico [...] degli statunitensi F. Boas, R. Benedict, E. Sapir, nella teoria economica e nella sociologia fin dal tardo 19° sec., in linguistica con i presupposti antimentalisti dettati dalla psicologia comportamentista, una descrizione del sistema linguistico ...
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significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).
In linguistica, ciò che si vuol dire pronunciando una frase o una parola, il messaggio [...] o mentale. Alle riflessioni di C.S. Peirce e di G.H. Mead si può far risalire la prima comparsa di quella teoria pragmatista o comportamentista del s. che, riproposta da C.K. Ogden e I.A. Richards con The meaning of meaning (1923), fatta valere nella ...
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Linguistica
Leonardo Savoia
Alberto Mancini
M. Rita Manzini
(XXI, p. 207; App. II, ii, p. 210; IV, ii, p. 344; V, iii, p. 229)
I temi legati all'evoluzione della l. e delle discipline a essa collegate [...] il compito del linguista è formulare una teoria di questa conoscenza. Al contrario, i tratti fondamentali dei modelli strutturalisti, che si riallacciano agli approcci di tipo comportamentista, hanno una visione essenzialmente convenzionalista e ...
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Scienza cognitiva
Antonio Rainone
Con la locuzione scienza cognitiva, dalla fine degli anni Settanta, si è soliti designare l'insieme delle discipline che hanno per oggetto lo studio dei processi cognitivi [...] costituzione della s. c. è naturalmente la reazione al comportamentismo rappresentata dalla nascita della psicologia cognitiva (v. App. V idea viene articolata soprattutto per fornire una plausibile teoria della coscienza, si parla del cervello come ...
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stimolo
stìmolo (ant. stìmulo) s. m. [dal lat. stimŭlus «pungolo, incitamento, stimolo» (affine a instigare «istigare» e al gr. στίζω «pungere»; v. stigma1)]. – 1. a. non com. Pungolo, bastone terminante in una punta di ferro per incitare...
cognitivismo
s. m. [dall’ingl. cognitivism, der. di cognitive «cognitivo»]. – Orientamento della psicologia sperimentale (detto anche psicologia cognitiva) che privilegia lo studio dei processi cognitivi (percezione, memoria, ragionamento,...