Filosofo italiano (Roma 1925 - ivi 2005); prof. all'univ. di Roma, dove insegnò estetica dal 1964 al 1997. Si occupò di estetica e linguistica sotto un profilo filosofico, ponendo in primo piano l'esigenza [...] ricognizione dell'oggetto e dei limiti della semiotica. La sua produzione si caratterizzò per una rielaborazione del pensiero trascendentale in vista di un approfondimento del problema del senso dell'esperienza (prospettiva in cui si collocò anche il ...
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sostanza
Nozione che viene determinandosi nella filosofia antica a partire da Aristotele, il quale la designa con il termine οὐσία, che indica la forma intesa in relazione all’individuo concretamente [...] «in ogni cambiamento la s. permane, solo gli accidenti mutano» (Critica della ragion pura, 1781, 2a ed. 1787, Analitica trascendentale, II, 2, 3). Nei Prolegomeni, Kant intende infatti la s. come soggetto (subiectum), e in tal senso come l’autentico ...
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Dottrina o concezione che nega l'esistenza di una realtà oggettiva, concepita cioè come indipendente rispetto al soggetto che la percepisce, la pensa, la giudica e così via. Il s. risolve pertanto la realtà [...] 'individuo particolare e finito (s. empirico), oppure può essere concepito come attività universale immanente in ogni singolo (s. trascendentale). Nel s. etico la norma dell'azione coincide con le emozioni e gli scopi individuali; nel s. estetico, il ...
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Marechal, Joseph
Maréchal, Joseph
Filosofo belga (Charleroi 1878- Lovanio 1944). Gesuita, neotomista, insegnò nell’univ. di Lovanio dapprima psicologia sperimentale, poi (1919-35) storia della filosofia. [...] in un serrato confronto con la filosofia critica di Kant, e, in partic., nella reinterpretazione della prospettiva trascendentale alla luce della nozione tomista di intenzionalità del conoscere. L’opera principale, rimasta incompiuta, è Le point ...
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. L'idea tradizionale della "cosa in sé" può essere, con sufficiente esattezza, indicata con l'esse in re degli scolastici, in quanto esso si distingue dall'esse in intellectu. La cosa in sé è la cosa [...] della cosa in sé è l'essenza stessa del pensare, è l'idea nella sua dialetticità contradditoria. E la dialettica trascendentale, che per Kant era una falsa logica perché antinomica, diventa la vera logica proprio per questa sua antinomicità.
Con ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Claudio Fiocchi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il lavoro di Husserl, padre della fenomenologia filosofica, si presenta come un grande [...] .
[...] Come può il pensiero produrre altro che verità relative?
E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, Milano, Il Saggiatore, 1983
Edmund Husserl
Il mondo della vita
Il mondo della vita come tale non è forse l ...
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Scienza che studia i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni, motivazioni, personalità ecc.). Il termine sembra [...] primo periodo del suo sviluppo.
Spetterà a I. Kant, che restaura la gnoseologia su nuova base col suo principio del trascendentale o dell’apriori, determinare il passaggio attraverso cui, dalla stessa crisi della p. classica nasce la p. moderna come ...
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Filosofo e sociologo (Berlino 1858 - Strasburgo 1918). Studiò a Berlino e in questa università insegnò poi come prof. straordinario (dal 1901); passò quindi come ordinario all'univ. di Strasburgo (dal [...] intermedio della riflessione simmeliana, emerge con sufficiente nettezza l'adesione a una sorta di idealismo critico-trascendentale, centrata sul riconoscimento della funzione costitutiva e sintetica delle forme apriori kantiane. Sono esse infatti, a ...
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PURO
Guido Calogero
. Aggettivo largamente usato nella terminologia filosofica, specie dall'età di Kant in poi. Già nel sec. XVII il termine era stato usato dagli gnoseologi per designare l'attività [...] all'apriori anche il nome di "puro" era del resto facilmente comprensibile, in quanto pensava che le forme trascendentali si fondessero poi, nella sintesi, col materiale empirico proveniente dalla cosa in sé. Nell'idealismo postkantiano, il termine ...
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Termine filosofico introdotto da G. Leibniz per indicare l’atto riflessivo attraverso cui l’uomo diviene consapevole delle sue percezioni, che di per sé possono anche rimanere inavvertite; l’a. è dunque [...] a. pura (o originaria) quell’‘Io penso’ che «deve poter accompagnare tutte le mie rappresentazioni», costituendo «l’unità trascendentale dell’autocoscienza». L’a. pura si distingue dall’a. empirica, che è la coscienza nella totalità del suo contenuto ...
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trascendentale
agg. [dal lat. mediev. transcendentalis, der. del lat. class. transcendĕre: v. trascendere]. – In senso generico, che trascende, cioè va oltre, supera certi limiti, un certo grado, un certo ordine. In partic.: 1. In filosofia,...
trascendentalismo
s. m. [der. di trascendentale]. – 1. In filosofia, ogni concezione che ponga a proprio fondamento l’idea del trascendentale, negli sviluppi che la teoria kantiana ha avuto nell’idealismo di Fichte e di Schelling e nelle altre...