BAGLIONI, Silvestro
Astorre Baglioni
Nacque a Belmonte Piceno, nell'Ascolano, il 30 dic. 1876, da modesta famiglia di agricoltori. Conseguì la laurea in medicina e chirurgia presso l'università di Roma [...] e alla soluzione dei problemi del metabolismo interno dei processi nutritivi.
Gli studi del B. sulla fisiologia dell'udito e della fonazione riguardarono specialmente l'influenza dei suoni esterni sull'altezza dei suoni prodotti nel linguaggio, le ...
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gufi, civette e barbagianni
Giuseppe M. Carpaneto
Uccelli del malaugurio?
Nelle tradizioni e nell'immaginario dei popoli di tutto il mondo, i rapaci notturni sono sempre stati un simbolo negativo, capace [...] del Sole e che riconoscono i propri compagni soprattutto in base a richiami sonori. Questi ultimi sono molto forti e possono essere uditi a grande distanza; inoltre, sono diversi da specie a specie in modo da evitare errori e perdite di tempo nella ...
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lemuri e galagoni
Giuseppe M. Carpaneto
Scimmie della notte
I lemuri sono proscimmie, un sottordine dei Primati, e comprendono specie prevalentemente notturne, caratterizzate da un muso volpino, occhi [...] ha ancora un ruolo assai importante nel comportamento degli Strepsirrini; gli Aplorrini invece si basano soprattutto sulla vista e sull’udito. Le dita però sono prensili, come in tutti i Primati. Poiché, per la maggior parte, si tratta di specie ...
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BORDOGNI, Giulio Marco
Angela Mattera
Nacque a Gazzaniga (Bergamo) il 23 genn. 1789. Formatosi alla scuola di G. S. Mayr, sembra che il suo debutto come tenore avvenisse al Teatro Nuovo di Novara nel [...] e di S. Pavesi. Chiamato a Napoli nella primavera 1818 per cantare al San Carlo il Tancredi (suo cavallo di battaglia), fu udito da un incaricato del Teatro Italiano di Parigi, il violinista J. J. Grasset, che lo ingaggiò subito come primo tenore per ...
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linguaggio
Nicoletta Berardi
Il canto degli uccelli
Gli uccelli canori mostrano la comunicazione vocale di gran lunga più elaborata nel mondo animale, a parte l’uomo. I loro canti sono particolarmente [...] un canto isolato anche se l’ascolto del tutore si fosse reso poi possibile. Se l’uccellino viene privato dell’udito dopo aver fatto esperienza del canto di un tutore, ma prima che si chiuda il periodo critico per l’apprendimento sensorimotorio ...
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palido
Antonietta Bufano
. Costante la forma con la scempia, per cui cfr. Barbi, Vita Nuova, p. CCXCII (e anche Petrocchi, Introduzione 447; a Pg VIII 24 lo stesso Petrocchi annota: " Nel Casella è [...] : dove la scena, assunta a paragone (nel figlio s'identifica D., spaventato dal grido di... alto suono [XXI 140] testé udito), è completata dalla prima parte della comparazione: come parvol che ricorre / sempre colà dove più si confida... (vv. 2-3 ...
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streptomicina
Antibiotico elaborato da alcune varietà di Actinomiceti, soprattutto da Streptomyces griseus, isolato nel 1944 da S.A. Waksman, A. Schatz e A. Bougie. Sia la s. sia la diidrostreptomicina [...] e solitamente irreversibile: consiste nella distruzione progressiva delle cellule sensoriali dell’orecchio interno, che non possono più rigenerare; a ciò segue una degenerazione retrograda del nervo acustico e la perdita irreversibile dell’udito. ...
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OTORINOLARINGOLOGIA (dal gr. οὖς "orecchio", ῥίς "naso", λάρυγξ "laringe" e λόγος "studio")
Umberto Calamida
È lo studio delle affezioni dell'orecchio, del naso e della gola.
Storia. - Nella remota antichità, [...] del facciale.
In modo speciale deve essere ricordato Giovanni G. Du Verney, il quale nel suo trattato sull'organo dell'udito ha descritto i rapporti delle cellule mastoidee con la cassa timpanica, nuove particolarità della tuba, lo sbocco dei canali ...
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VIVERRA (dal lat. viverra "furetto"; lat. scient. Viverra Linneo, 1758; fr. civette; sp. civeta; ted. Schleichkatze; ingl. civetcat)
Oscar De Beaux
Genere di Carnivori viverriformi o erpestoidi, che [...] cavi. Hanno abitudini prevalentemente notturne; sono indubbiamente d'intelligenza assai sveglia, hanno olfatto acutissimo, vista buona, udito assai fine. Molte specie si adattano con una certa facilità alla prigionia e sono abbastanza trattabili ...
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FOCA (dal gr. ϕώκη)
Oscar De Beaux
Genere di Mammiferi dal quale è derivato il nome dell'intera famiglia (lat. scient. Phocidae Gray, 1825; fr. phoques; ted. Seehund; ingl. seals), costituita da Pinnipedi [...] foche mostrano assai svegliatezza d'istinti; i loro sensi sono acuti e possono essere ordinati in via discendente così: vista, udito, olfatto, gusto e tatto. Hanno voce abbaiante: nell'ira emettono un forte brontolio, nell'amore una specie di ruggito ...
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udito
s. m. [dal lat. auditus -us, der. di audire, rifatto secondo udire]. – Funzione sensoriale specifica preposta alla percezione degli stimoli uditivi, cioè dei suoni: l’u. è uno dei cinque sensi; la facoltà dell’u.; perdere, riacquistare...
udita
s. f. [der. di udire2], non com. – Il fatto di udire, di percepire distintamente i suoni. Oggi è ancora usato sporadicamente nelle locuz. seguenti: 1. Testimone d’udita, che attesta d’avere sentito raccontare il fatto senza essere stato...