Critico e scrittore, nato a Casalincontrada (Chieti) il 14 settembre 1863. Nominato nel 1891 professore di lingue e letterature neolatine all'università di Genova, passò nel 1905 a quella di Roma, per insegnarvi prima le letterature francese e spagnola moderne e, dal 1918, lingue e letterature neolatine. Partecipò volontario alla guerra italo-austriaca e fu decorato al valore. Morì a Casalincontrada ...
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Nacque a Mineo (Catania) il 28 maggio 1839. Troncati al secondo anno gli studî di legge iniziati a Catania, il C. nel '64 si stabilì a Firenze, donde poi passò a Milano e a Roma, finché fu nominato professore, prima nell'Istituto superiore di magistero di Roma e poi (1902) nell'università di Catania. Morì il 29 novembre 1915. Spirito curioso, il C. Si occupò di diversissimi problemi, oltre che di critica ...
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Nato a Bologna l'8 settembre 1866, per molti anni professore di lettere italiane nell'istituto tecnico di quella città, collaboratore assiduo di parecchi dei più importanti giornali italiani, morì nella sua città natale, largamente compianto, il 10 maggio 1924. Scolaro affezionato e prediletto del Carducci, ne annotò, in collaborazione con altri, le opere (Bologna, Zanichelli) e ne rievocò vivacemente ...
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. La fortuna italiana dell'immagine è dovuta a G.A. Borgese, il quale in un articolo intitolato Poesia crepuscolare (cfr. La vita e il libro, s. 2a, Torino 1911, p. 149 segg.) dopo aver affermato che la poesia italiana - finita la grande giornata lirica da Parini a D'Annunzio - si andava allora spegnendo "in un mite e lunghissimo crepuscolo" studiava tre poeti, M. Moretti, F. M. Martini, C. Chiaves, ...
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Poco sappiamo della vita di questo fecondo poeta popolare. Nacque da un fabbro a S. Giovanni in Persiceto (Bologna) nel 1550. Intorno al 1570 emigrò a Bologna, dove visse delle elargizioni che i suoi versi gli procuravano e dei proventi delle stampe dei versi stessi; e a Bologna morì nel 1609.
Nei versi di lui, raramente scurrili, mai osceni, non c'è adulazione; una sana festività popolare li rallegra, ...
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Nacque il 12 febbraio 1801 a Venezia, e vi morì il 23 dicembre 1850. Giovinetto ancora, l'esempio dello Sgricci lo trasse a girare il Veneto improvvisando con gran plauso tragedie; ma ben presto abbandonò la poesia estemporanea. Stabilitosi a Padova, attese, per conto della tipografia della Minerva, a pubblicare classici, a tradurre, a comporre biografie e opere filologiche varie. Ma la poesia non ...
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Nacque a Padova, da famiglia d'origine armena, il 26 maggio 1855. Vissuta a Padova, a Venezia, a Napoli, infine a Perugia, ebbe a primo maestro lo Zanella, che non mancò d'incitarla vivamente a continuare nell'esercizio della poesia, sulla quale peraltro non influì notevolmente; e più tardi fruì della sapiente guida del Nencioni, che certo contribuì assai all'affinamento del suo gusto, e rafforzò in ...
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THOVEZ, Enrico
UmbertoBosco
Scrittore, nato il 10 novembre 1869 a Torino, ivi morto il 16 febbraio 1925. Esordì negando recisamente, nel 1895, in piena celebrazione del centenario tassiano, ogni grandezza [...] 1929; F. Durand, E. Th., Genova 1933; S. Gabutti, Armonia d'arte e di vita nell'opera di E. Th., [Torino 1935]; U. Bosco, Leopardi, Th. e i crepuscolari, in Convivium, maggio-giugno 1936; V. Lupo, Il piano di un vasto poema negli scritti inediti di E ...
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PADULA, Vincenzo
UmbertoBosco
Scrittore, nato il 25 marzo 1819 ad Acri (Cosenza), dove morì l'8 gennaio 1893. Ecclesiastico, cominciò giovanissimo a manifestare, nei giornali e dal pulpito, i suoi [...] sentimenti liberali. Del 1842 (pubblicata con la falsa data di Bruxelles) è una sua novella in versi, Il monastero di Sambucina; del 1845 (Napoli) il poemetto Valentino. Stabilitosi dopo il 1848 a Napoli, ...
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GUERRINI, Olindo
UmbertoBosco
Poeta, nato a Forlì, da famiglia originaria da S. Alberto di Romagna, il 4 ottobre 1845, morto a Bologna, dove aveva passato quasi tutta la sua vita come impiegato e poi [...] direttore della Biblioteca universitaria, il 21 ottobre 1916. Nel 1877 un volume di versi, Postuma, che il G. nella prefazione dichiarava opera di un Lorenzo Stecchetti, morto di tisi, e che parvero dal ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...