Le Paleoscienze. Le origini delle attivita cognitive
Margherita Mussi
Le origini delle attività cognitive
I dati archeologici sono discontinui nel tempo e nello spazio, specie per quanto riguarda le [...] questo, e chiaramente consapevoli della realtà geologica, erano individui dalle caratteristiche psicofisiche simili a quelle dell'uomomoderno.
In altre situazioni, però, la selce, o un'altra pietra altrettanto adatta, semplicemente non esisteva. In ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Giuseppe Ledda
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel secolo dell’evoluzionismo darwiniano, mentre alcuni generi, quali la tragedia, l’epica [...] quale prende vita quasi una voce via via schiarita, pur nella sua dominante di perplessità, la coscienza critica dell’uomomoderno.
Se August Schlegel vede nella voce del coro l’espressione dei sentimenti universali, il punto di vista del narratore ...
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Olfatto e gusto
Giovanni Berlucchi
L'olfatto e il gusto sono definiti 'sensi chimici' perché ci consentono di analizzare le molecole dell'ambiente esterno con le quali veniamo in contatto respirando [...] . Molti veleni vegetali hanno un sapore amaro, ed è verosimile che fra i progenitori prevalentemente frugivori dell'uomomoderno sia avvenuta una selezione naturale a favore degli individui geneticamente predisposti a evitare cibi amari. La reazione ...
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Erotismo
Mario Cagossi e Bruno Callieri e Gabriella Turnaturi
Nel concetto di erotismo (dal latino tardo eroticus, a sua volta da ἔρος, "amore") si compendia ciò che attiene alla vita amorosa degli [...] , l'erotismo s'impegna nel tema del dolore e della sofferenza e di tutto ciò da cui l'uomo si è ritratto perché profondamente disgustato. L'uomomoderno sa che ciò che più lo disgusta e suscita orrore è in lui; ciò che più profondamente è vietato ...
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Il linguaggio dei segni
William C. Stokoe
Gli animali comunicano in molti modi assai complessi. Per esempio, i nostri parenti più vicini nel regno animale, gli scimpanzé, in alcuni momenti gesticolano [...] sua potenziale capacità di parola, tuttavia, è controversa: la sua rassomiglianza con l'uomomoderno, secondo Ian Tattersall (1995), non vuol dire che egli sia moderno in tutti i suoi aspetti. La parte superiore del canale attraverso il quale passa ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Elisabetta Bartoli
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Le trasformazioni socio-antropologiche che segnano l’Ottocento rendono i paradigmi [...] in ciò che fa, cessa di essere "agente" per diventare "paziente" e l’azione si converte in sopportazione.
All’uomomoderno, prigioniero della propria intimità non esteriorizzabile, è negata la possibilità di comunicare: la solitudine che ne consegue ...
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Semiotica
Thomas A. Sebeok
Introduzione
Tutti gli esseri viventi, sia gli organismi interi sia le parti che li compongono, sono interrelati in un modo altamente organizzato. Quest'ordine, o organizzazione, [...] (1,5 milioni di anni fa) e due sottospecie di cui sopravvive solo un discendente che ha le caratteristiche dell'uomomoderno, Homo sapiens (circa 100.000 anni fa). Nei primi Ominidi il linguaggio non era usato per comunicare, bensì per registrare ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Elisabetta Bartoli
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Sul finire degli anni Quaranta, applicando le regole dettate dal "bon sens" ad argomenti [...] (1894) e John Gabriel Borkman (1896). Le difficoltà tecniche poste dalla necessità di rappresentare i conflitti interiori dell’uomomoderno esigono l’elaborazione di nuove forme di scrittura teatrale. Dopo avere sperimentato con Peer Gynt la messa in ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Claudio Fiocchi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il pensiero politico ed economico ottocentesco trae ispirazione da diverse fonti: l’utilitarismo [...] di totale eliminazione della mediazione politica, e infine della stessa autorità, dal programma di emancipazione dell’uomomoderno. L’anarchia presuppone il dato di base dell’eguaglianza nelle retribuzioni, a prescindere dal tempo-lavoro profuso ...
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Degenerazione
Giulio Barsanti
Giorgio Bignami
Il termine degenerazione, letteralmente "modificazione del genere", "deviazione dal genere", può significare alterazione, trasformazione, o passaggio da [...] , si diffuse - anche su pubblicazioni autorevoli - l'ipotesi che si trattasse, nonostante le apparenze, di un uomomoderno degenerato: "un povero eremita idiota" oppure "un disertore cosacco ammalato".
Ma è soprattutto in campo psichiatrico che ...
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moderno
modèrno agg. e s. m. [dal lat. tardo modernus, der. dell’avv. modo «or ora, recentemente»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce al nostro tempo o ai tempi più vicini a noi: idee, usi, costumi m.; le m. istituzioni; i m. ritrovati...
uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...