di Italo Pantani
La fortuna del D. come categoria critico-letteraria è un fenomeno soprattutto italiano, a fronte di una presenza assai modesta nel panorama storiografico delle altre letterature europee. [...] da F. Flora, secondo cui all'origine del D. doveva essere collocata la perdita di Dio di cui soffre l'uomomoderno, e che avrebbe prodotto "il misticismo laico, il titanismo o prometeismo ateo […], il satanismo, il faustismo, l'irrazionalismo che si ...
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SINGER, Isaac Bashevis
Elèna Mortara Di Veroli
(App. IV, III, p. 335)
Narratore e saggista statunitense di lingua yiddish, morto a Miami Beach (Florida) il 24 luglio 1991. La produzione letteraria di [...] sua opera, scritta per la maggior parte negli Stati Uniti e grande anche nel descrivere i turbamenti spirituali dell'uomomoderno, rimane testimonianza della capacità di sopravvivenza di quella cultura, anche dopo lo sterminio e la fine del vecchio ...
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(V, p. 387; App. I, p. 191; II, I, p. 308; III, I, p. 174; IV, I, p. 192)
Popolazione.- Nel 1988, la celebrazione del bicentenario dello sbarco dei primi coloni nell'area di Sydney ha consentito al paese [...] spopolata e ostile negli anni Cinquanta, viene ora percepita come luogo simbolico che riflette la condizione dell'uomomoderno. Non spetta più soltanto agli scrittori elaborare questa nuova immagine del paese: storici, sociologi, artisti, registi ...
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. Nome con cui si indica in Italia quel tipo di narrativa che nei paesi anglosassoni, dove è più largamente diffusa, si chiama science-fiction, e che consiste nello sviluppare un intreccio logico ed essenzialmente [...] Moreau"; ecc.), guarda al futuro con occhio assai più critico e pessimistico, e trae dalle "conquiste" dell'uomomoderno apocalittici o sarcastici presagi. A questa alternativa di fondo converrà ricorrere anche per distinguere l'orientamento generale ...
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Scrittore, nato a Pola nel 1927. Ha studiato a Torino, dove si è laureato in lettere. Oltre all'attività di narratore svolge anche attività editoriale e giornalistica. La narrativa dell'A. si orienta inizialmente [...] 1975) la disgregazione del modello narrativo d'impianto tradizionale dà vita a una specie di allegoria della condizione alienata dell'uomomoderno. L'A. è anche autore di racconti, La babbuina e altre storie (1967) e 27 racconti (1968), che ricalcano ...
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Scrittore argentino. Nominato conservatore della Biblioteca centrale di Buenos Aires, negli anni dal 1950 in poi, B. poté sentir crescere nel mondo la sua celebrità, attraverso studi e traduzioni, mentre [...] Accanto a Kafka e ad altri maestri del surreale e dell'incubo, B. ha saputo estrarre dai terrori segreti dell'uomomoderno, e dal sempre più ossessivo regno della violenza, una nota di poesia universale, sia che parta liricamente dal paesaggio della ...
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TUROLDO, David Maria
Giuseppe Antonio Camerino
Poeta, nato a Coderno del Friuli il 16 novembre 1916. Sacerdote nella congregazione dei Servi di Maria (1940), pubblicò le sue prime poesie durante la [...] gli altri uomini: parola nel senso più alto, liturgico del termine. Ammonizione biblica e tragedie storiche dell'uomomoderno, profezia e realtà, tendono a riconciliarsi nell'unità del linguaggio poetico. Questi caratteri della poesia turoldiana si ...
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Poetessa austriaca, nata a Klagenfurt il 25 giugno 1926.
Dopo aver studiato filosofia a Vienna, dove si è addottorata con una tesi su Die kritische Aufnahme der Existentialphilosophie Martin Heideggers, [...] . coglie con estrema intensità di accenti e autentica originalità poetica, lontana da qualsiasi scuola, la situazione dell'uomomoderno, il suo tragico isolamento, la difficoltà del 'colloquio': così anche nel Monolog des Fürsten Myschkin scritto per ...
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Movimento letterario, artistico e culturale, sorto in Germania e in Inghilterra negli ultimi anni del Settecento e quindi diffusosi in tutta l’Europa nel corso del 19° secolo.
Letteratura
Definizione
Il [...] comprende nel suo senso di trascendenza e nel suo slancio religioso l’arte medievale, ne afferma la vicinanza spirituale all’uomomoderno. E al tempo stesso si precisano le esigenze di stile. Il concetto di bellezza nel senso tradizionale è superato ...
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Romanziere (Rouen 1821 - Croisset 1880). Figlio dell'illustre chirurgo Achille-Cléophas, compì gli studî secondarî a Rouen (1832-40); quindi fu indirizzato dalla famiglia agli studî giuridici e inviato [...] un'attenzione sempre maggiore ai problemi contemporanei e un più vivo contrasto (artisticamente funesto) tra la sua coscienza di uomomoderno e la sua dottrina intransigente di un'arte impersonale, impassibile, inattuale, fine a sé stessa. Il primo ...
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moderno
modèrno agg. e s. m. [dal lat. tardo modernus, der. dell’avv. modo «or ora, recentemente»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce al nostro tempo o ai tempi più vicini a noi: idee, usi, costumi m.; le m. istituzioni; i m. ritrovati...
uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...