Le preposizioni sono ➔ parti del discorso invariabili, che hanno la funzione di mettere in relazione un costituente della frase con altri costituenti della stessa frase (metti il libro sul tavolo; la macchina [...] ha un paio di dita di neve sopra (Ligabue 2005: 175)
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a. un vecchio [...] è stato messo a prendere il fresco fuori dall’uscio (Celati 1992: 75)
b. ho deciso di prendere un po’ d’aria fuori
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a. tutto attorno a me ci sono solo io (Ligabue ...
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La fonetica linguistica è lo studio dei suoni (o foni; ➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di) prodotti dai parlanti nell’atto di pronunciare una lingua. Ciò non esaurisce la totalità dei suoni [...] ] ~ pala [ˈpala] ~ paglia [ˈpaʎːa];
scafo [ˈskafo] ~ scavo [ˈskavo];
uso (il fatto di usare) [ˈuso] ~ uso (abituato, avvezzo) [ˈuzo] ~ uscio [ˈuʃːo]
Il fonema /z/ ha una distribuzione limitata. Si oppone a /s/ solo intervocalicamente, per lo più all ...
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uscio
ùscio s. m. [lat. ōstium «porta, entrata», lat. tardo ūstium, affine a os oris «bocca, apertura»]. – 1. Sinon. di porta (apertura e serramento), usato ormai quasi esclusivam. in Toscana, dove indica in genere una porta di modesta apparenza...
usciata
s. f. [der. di uscio], tosc. – Colpo violento d’uscio che sbatte o viene sbattuto: si udì un’u.; chiuse la porta con un’u.; spesso come atto di rabbia o d’indignazione: fare, dare un’u. in faccia, sul muso, dietro le spalle a uno.