Che cos’hanno in comune Antonia, Bernarda, Bartolomeo, Federica e Martino? Non molto, potremmo rispondere d’istinto, se escludiamo l’ovvia appartenenza alla categoria dei nomi propri di persona. Da un’osservazione [...] maschile nelle parole di Ardengo Soffici quando, nel primo volume dell’Autoritratto di un artista italiano nel quadro del suo tempo (L’uva e la croce, 1951, p. 239), chiamava in causa la Venere solitaria: «Fu l’esempio di alcuni compagni più alti di ...
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Cinzia GalloVincenzo Consolo lettore di Dante«Revue des études dantesques», 7, 2023, pp. 120-138 Dottore di ricerca in Scienze letterarie e linguistiche, novecentista (Bontempelli, Calvino, Camilleri, [...] rena» (Il sorriso dell’ignoto marinaio, p. 9); «era una rena arida» (Inferno, canto XIV, v. 13).«ricolta»: «ricolta dell’uva» (Nottetempo, casa per casa, pp. 21-22); «Si vedrà de la ricolta» (Paradiso, canto XII, v. 118).«ristette»: «Ristette coi ...
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I deonimici provenienti dal francese antico e dal francese otto-novecentesco sono 131 (così in Caffarelli 2020: pp. 125-139). Già nelle esemplificazioni di de Fazio 2024, nell’articolo di apertura a questa [...] .v.) ‘distillato di vino della Charente’, dall’omonima città; armagnac (1913) ‘acquavite, ricavata per distillazione dall’uva’, proveniente dal nome della regione Armagnac; calvados (1955) ‘acquavite di mele’ prodotto nel dipartimento di Calvados, in ...
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Per quanto marginale, soprattutto se paragonato al ruolo dell’inglese, del francese e dello spagnolo (si vedano i contributi di Rati, Piro e Vinciguerra in questa rubrica) o, per tutt’altro verso, al lascito [...] italiano Terlano); particolare, infine, il caso del Müller Thurgau, vitigno (e relativo vino) ottenuto dall’incrocio di uva riesling e sylvaner, oggi coltivato soprattutto in Trentino e Friuli: il nome, infatti, risulta in parte deantroponimico (da ...
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L’attesa esprime il femminile per via della maternità. Come la terra aspetta che a maggio porti frutti il suo seme nascosto, così la donna attende il lievitare del ventre e intanto il suo sorriso sembra [...] viene purtroppo delusa. Come quando il Dio di Gerusalemme dopo aver arato e piantato la sua vigna: «…aspettò che producesse uva» ma essa non «produsse, invece, che acini acerbi», metafora dell’assenza del diritto e della giustizia nella Santa Città ...
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Dopo “Brutto anatroccolo” (Lucilla Pizzoli), “Mosca cocchiera” (Giulio Vaccaro) e “Avere la coda di paglia” (Giulio Vaccaro), chiudiamo il mese dedicato ai modi di dire derivanti da “Favole, fiabe e altre storie” con due articoli legati alla favola ...
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La nostra rubrica ricomincia da dove si era arrestata: il seguente articolo, che per una volta invade l’universo paremiologico, completa idealmente il precedente (La volpe e l’uva), e chiude la sezione [...] dedicata ai modi di dire derivanti a “Favole, f ...
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uva
s. f. [lat. ūva]. – 1. a. L’infruttescenza della vite, costituita da un certo numero di bacche (àcini o chicchi) di vario colore dal verde al giallo-dorato, al rosso, al bluastro, al nero-violaceo, portate da un complesso di ramificazioni...
ammostare
v. tr. e intr. [der. di mosto] (io ammósto, ecc.). – 1. tr. Pigiare l’uva o altro frutto succoso per trarne mosti fermentabili: a. l’uva nel tino (anche: a. il tino). 2. intr. (aus. avere) Diventare mosto, rendere mosto: l’uva ammosta;...
Il frutto della vite, costituito da un’infruttescenza (grappolo composto di cime), comprendente un certo numero di bacche (acini o chicchi) di vario colore, dal verde al giallo-dorato, al rosso, al bluastro, al nero-violaceo, portate da un complesso...