segnale Genericamente, indicazione di tipo ottico o acustico, per lo più stabilita d’intesa o convenzionale, con cui si dà una comunicazione, un avvertimento, un ordine a una o più persone. Concretamente, [...] della frequenza del s. d’uscita. Generatori a frequenza variabile di migliore qualità sono i sintetizzatori di frequenza, in in modo deterministico ma sono costituiti da sequenze casuali che possono essere caratterizzate solo con metodi statistici. ...
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Biologia
Area di d. (o d. areale) La superficie geografica su cui è distribuita una data specie animale o vegetale; può essere più o meno ampia o ristretta, continua o interrotta.
Fisica e chimica
1. [...] analisi dimensionale (o dell’analisi dei meccanismi), le variabili (o i meccanismi) da cui è stata a λ. Se i centri diffusori sono indipendenti, cioè la loro posizione mutua è casuale, come si dà, per es., se i centri in questione sono le molecole di ...
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Biologia
Diversità anticorpale In immunologia, la varietà di anticorpi che il sistema linfatico è in grado di produrre verso gli antigeni del mondo esterno all’organismo.
Le molecole di anticorpo vengono [...] da due catene che consentono almeno 10 specificità differenti. Poiché ogni catena è costituita da una regione variabile e una costante, la combinazione casuale delle due catene H e L consente un notevole risparmio di DNA. Del resto il vantaggio si ...
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Immunologia
Paolo Dellabona
Roberto Sitia
L' i. è la disciplina che studia la risposta immunitaria, cioè il complesso fenomeno biologico attraverso il quale un organismo risponde a un segnale di pericolo, [...] VDJ. Nel processo di fusione, vengono inserite alcune sequenze casuali, non codificate nel genoma (le sequenze N), che amplificano sensibilmente il repertorio di regioni variabili. Inoltre, un lungo tratto del genoma viene rimosso per avvicinare ...
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Prione
Maurizio Pocchiari
Il termine prione identifica un agente infettivo con dimensioni più piccole dei virus e resistente alle procedure impiegate per rimuovere o inattivare virus, batteri, funghi [...] che evita i problemi derivanti dall'integrazione in siti casuali e dal livello di espressione, è stata ottenuta inserendo pazienti con il tipo 1 di PrPEST. Identificare le variabili che influenzano la sopravvivenza nelle diverse forme di MCJ ...
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Ingegneria genetica
Vittorio Sgaramella
Definizioni e fondamenti
La genetica è una scienza teorico-sperimentale che cerca di spiegare il processo per cui da simile nasce simile. L'i. g. ne è un'applicazione [...] per cui da simile nasce simile, a meno di rare e casuali mutazioni. Come sottolineato nel titolo di un fortunato libro del premio , o, meglio, vi corrispondono uno o più caratteri variabili in risposta a mutazioni della sequenza genica che esprime il ...
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UOMO
Antonio Ascenzi
Guido Modiano
Origine (XXXIV, p. 748; v. anche paleoantropologia, App. II, ii, p. 486; III, ii, p. 348; IV, ii, p. 720). − In paleontologia umana, si definisce come origine dell'u. [...] anch'essa, come il meccanismo, la stessa (salvo fluttuazioni casuali) ed è molto bassa per tutti i geni di tale, molto verosimilmente i pochissimi caratteri noti per la loro variabilità discontinua tra razze sono gli unici (o quasi) che esistono ...
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Il termine complessità è oggi frequentemente usato, in campo scientifico, in contesti diversi. In quello dell'informatica, dell'analisi numerica e dell'ottimizzazione, corrisponde alla caratteristica quantitativa [...] qualcosa come 50.000 geni e un contenuto di DNA estremamente differente, variabile tra 8,8×10⁶ bp e 6,9×10¹¹ bp. Evolutivamente delle sequenze stesse. Tuttavia il fatto che una sequenza casuale sia dotata di alta c. contraddice la realtà biologica, ...
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Con il termine b. dev'essere inteso, nel senso più ampio, qualsiasi processo produttivo che preveda l'utilizzo di agenti biologici, cellule o loro prodotti. Si tratta di una disciplina applicativa, caratterizzata [...] coltura, a contatto con l'antigene. Dopo un tempo variabile, in funzione del protocollo d'immunizzazione utilizzato, si devono indotta da mutageni, è la conseguenza di cambiamenti casuali nella sequenza del DNA con alterazione dei singoli codoni ...
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Evoluzione
Giuseppe Montalenti
Luigi L. Cavalli-Sforza
di Giuseppe Montalenti, Luigi L. Cavalli-Sforza
EVOLUZIONE
L'evoluzionismo nella cultura del XX secolo di Giuseppe Montalenti
sommario: 1. Introduzione. [...] il neodarwinismo. Infatti le mutazioni sono la sorgente prima della variabilità, su cui opera la selezione, come è dichiarato nell' selezione naturale. Il cambiamento che è avvenuto nel DNA è casuale, nel senso che esso non è diretto dall'organismo in ...
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variabile
variàbile agg. e s. f. [dal lat. tardo variabĭlis, der. di variare «variare»]. – 1. agg. Che varia, che può variare, che è soggetto a variare: grandezza, valore, norma v.; il prezzo è v. secondo le stagioni e la richiesta; quindi...
probabilita
probabilità s. f. [dal lat. probabilĭtas -atis]. – 1. Carattere di ciò che è probabile; condizione di un fatto o di un evento che si ritiene possa accadere, o che, fra più fatti ed eventi possibili, appare come quello che più ragionevolmente...