Complesso dei caratteri anatomici, morfologici, fisiologici (e nell’uomo anche psicologici) che determinano e distinguono, tra gli individui di una stessa specie animale o vegetale, i maschi dalle femmine. [...] rapporto numerico tra i s. della popolazione.
Il rischio per le specie a ESD è che modificazioni estreme delle variabili ambientali interessate, sia naturali sia causate dall’uomo, possano indurre uno scostamento eccessivo del rapporto numerico tra i ...
Leggi Tutto
scheletro Il complesso delle ossa dei Vertebrati che, come struttura rigida di sostegno, contribuisce a dare una caratteristica forma al corpo degli animali, servendo da protezione agli organi interni, [...] dell’ipoderma. Negli Echinodermi vi è un dermascheletro, secreto dalle cellule del derma, che ha consistenza e forma variabili. Anche nei Molluschi si trovano vari tipi di s., dalle conchiglie ricche di carbonato di calcio dei Bivalvi, Gasteropodi ...
Leggi Tutto
(IX, p. 829)
I vari aspetti evolutivi nell'organizzazione del sistema nervoso sono stati ampiamente trattati nella Enciclopedia Italiana (XXIV, p. 609; App. II, ii, p. 400; III, ii, p. 239; IV, ii, p. [...] autoptici raccolti in Danimarca (Pakkenberg, Gundersen 1997). La media del volume del c. umano in soggetti di ambo i sessi, di età variabile dai 20 ai 90 anni, è risultata pari a circa 1350 ml (1430 ml nel maschio e 1260 ml nella femmina, differenza ...
Leggi Tutto
RADIOLOGIA medica
Carissimo BIAGINI
La radiologia medica, intesa come campo di applicazione all'uomo di sorgenti di radiazioni ionizzanti a scopo diagnostico o terapeutico, ha compiuto negli ultimi [...] il loro funzionamento non hanno bisogno di energia elettrica. Naturalmente le energie delle emissioni gamma che possono essere utilizzate non sono variabili, come nel caso dei raggi X, in ogni singolo caso; la tecnica è perciò alquanto grossolana e l ...
Leggi Tutto
RADIOBIOLOGIA
Carissimo BIAGINI
1. Campi di applicazione. - Per r. si intende, in senso generale, lo studio degli effetti delle radiazioni sugli organismi viventi; spesso la parola è usata in senso [...] dovuti ad alte dosi di radiazioni) solo per i punti 3) e 4). Per i punti 1) e 2) la grande variabilità dei fattori demografici che influenzano i fenomeni non ha permesso di trarre conclusioni. Come abbiamo accennato, niente è noto riguardo all ...
Leggi Tutto
Genetica medica
Bruno Dallapiccola
(App. V, ii, p. 377)
Il progresso della g. m. è stato fortemente influenzato in questi anni dallo sviluppo delle tecniche di biologia molecolare (v. App. V e in questa [...] un modello di sindrome da geni contigui. L'emizigosi di una regione di 300-2000 kb si associa a quadri clinici variabili, che comprendono tra l'altro la sindrome di DiGeorge, la sindrome velo-cardio-facciale, la sindrome di Cayler, la malattia di ...
Leggi Tutto
Sistema reticoloendoteliale
AAngelo Baserga e Giuseppe Castaldi
di Angelo Baserga e Giuseppe Castaldi
SOMMARIO: 1. Antiche e moderne vedute sul sistema reticoloendoteliale (SRE). □ 2. Anatomia e istologia [...] meno coartata che nel linfocito e meno lassa che nei classici blasti leucemici; il loro apparato nucleolare è variabile, nel 50% assai evidente, nel rimanente 50% irrilevante. In alcune cellule possono essere osservati i classici villi citoplasmatici ...
Leggi Tutto
Ultrastrutture biologiche
AAngelo Bairati
di Angelo Bairati
SOMMARIO: 1. Introduzione: a) definizione; b) cenni storici. □ 2. Le ultrastrutture elementari: a) strutture filamentose; b) strutture laminari; [...] di 40 nm: ricerche abbastanza recenti, condotte da Zirkin e Kim (v., 1972), hanno fornito per il medesimo materiale dimensioni variabili fra 100 e 250 nm. Non è stato però chiarito se queste strutture derivino da sommazione dei filamenti elementari o ...
Leggi Tutto
Considerazioni metodologiche sullo studio delle funzioni cerebrali
Frank van der Velde
(Unit of Experimental and Theoretical Psychology, Leiden Universiteit, Leida, Paesi Bassi)
L'integrazione tra neuroscienze [...] in quanto tale manca nella nozione di funzione matematica, poiché questa è solo una relazione tra numeri, ovvero tra una variabile che rappresenta l'input e un'altra che rappresenta l'output. La valutazione dell'efficacia di un algoritmo si limita ...
Leggi Tutto
Parkinson, malattia di
Paolo Calabresi
Laura Pierguidi
Aroldo Rossi
Quella di Parkinson è una delle più frequenti malattie degenerative del sistema nervoso centrale, e si caratterizza per la presenza [...] di picco, di fine dose, del mattino).
La frequenza delle complicanze motorie indotte dalla levodopa dipende da diverse variabili, tra cui l'età di esordio della malattia e di introduzione della terapia farmacologica, la durata del trattamento e ...
Leggi Tutto
variabile
variàbile agg. e s. f. [dal lat. tardo variabĭlis, der. di variare «variare»]. – 1. agg. Che varia, che può variare, che è soggetto a variare: grandezza, valore, norma v.; il prezzo è v. secondo le stagioni e la richiesta; quindi...
variabilita
variabilità s. f. [der. di variabile]. – L’essere variabile; condizione o proprietà di ciò che è variabile; attitudine di uno o più elementi a presentarsi in vario modo o con varia intensità: v. di una grandezza; v. del tempo;...