Cardinale (n. forse Firenze - m. Avignone 1405). Vescovo di Volterra (1362), poi (1363) di Firenze, fu dal 1370 cardinale. Vescovo di Porto (1374), dopo aver preso parte all'elezione di Urbano VI (1378), [...] finì per aderire all'antipapa Clemente VII. Riparò in Aragona (1381) e, scomunicato, scrisse un trattato per sostenere l'invalidità dell'elezione di Urbano VI ...
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Prelato tedesco (Duderstadt, Hannover, 1837 - Troppau 1914), vescovo di Fulda (1881), poi principe vescovo di Breslavia (1887); cardinale dal 1893. Prese parte attiva alla vita politica tedesca cercando, [...] finito il Kulturkampf, di migliorare i rapporti tra Chiesa e Stato. Fu membro della Camera dei Signori di Prussia (dal 1886) e della Dieta della Slesia austriaca ...
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Nome di varî santi, tra cui: 1. Vescovo di Cizico, difensore (sec. 9º) del culto delle immagini, esiliato da Leone l'Armeno. Festa, 8 agosto. 2. E. di Lagny (m. 680 circa), detto anche Emmianus. Benedettino [...] venuto dall'Irlanda, vescovo di Lagny (dal 653 circa), discepolo e successore di s. Fursa. Festa, 10 marzo. ...
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La Chiesa di Roma prima e dopo Costantino
Da Vittore (189-199) a Liberio (352-366)
Emanuele Castelli
«Io sono in grado di mostrare i trofei degli apostoli: se vai infatti sul colle Vaticano o sulla [...] da Eus., h.e. V 28,1-19.
30 Cfr. Eus., h.e. V 3,4. Sulla condanna dei montanisti da parte di un vescovo romano probabilmente verso la fine del II secolo cfr. Tert., adv. Prax. 1,5.
31 Sulla trasmissione dell’opera e la questione dell’identità del ...
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Ecclesiastico (Prato 1250 circa - Avignone 1321), forse della famiglia degli Albertini conti di Prato. Domenicano (dal 1266), procuratore generale (1296) e provinciale romano (1297) dell'ordine; vescovo [...] di Spoleto (1299) e vicario generale in Roma (1302); cardinale (1303), e come tale vescovo di Ostia e Velletri, svolse una poco proficua legazione di pace in Toscana (in particolare a Firenze), in Romagna e nella Marca Trevigiana (1304). Dal 1311 fu ...
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PIER TOMMASO, santo
Giovanni Battista Picotti
TOMMASO Vescovo e diplomatico. Nacque a Breil (Lot) intorno al 1305, entrò nel 1325 nell'ordine carmelitano, fu nel 1353 legato papale a Milano e a Genova [...] , a Costantinopoli, poté convertire all'obbedienza di Roma Giovanni V Paleologo; nel 1359, legato universale nell'Oriente e vescovo di Corone, aiutò con una flotta l'impresa bizantina contro i Turchi. Nel 1363, arcivescovo di Candia, poté conchiudere ...
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Prelato (n. 1040 circa - m. forse 1107); vescovo (1072) di Basilea, aderì presto a Enrico IV, sottoscrivendo a Worms (1076) la deposizione di Gregorio VII, dal quale però ottenne il perdono a Canossa. [...] Enrico, ricevendone terre e favori, contro Rodolfo di Svevia e il papa anche dopo la scomunica, assistendo all'insediamento dell'antipapa Clemente III. Fondò, col fratello Conone vescovo di Losanna, la cittadina-abbazia di Erlach, sul lago di Biel. ...
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Vescovo di Milano (374-397) Nacque verso il 330 o poco prima, da famiglia romana, e probabilmente a Treviri dove il padre, che era uno dei quattro prefetti del pretorio dell'Impero, aveva allora la sua [...] prefetto del pretorio d'Italia, fu nominato governatore consularis della Liguria e dell'Emilia con sede a Milano. Era allora vescovo di quella città Aussenzio, nativo di Cappadocia e di parte ariana, durante il lungo episcopato del quale (335-374) la ...
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Francesco Saverio Castiglioni (Cingoli 1761 - Roma 1830). Vescovo di Montalto (1800), fu da Napoleone I (1808) confinato a Milano, poi a Pavia, infine a Mantova. Restaurato il potere pontificio, fu creato [...] cardinale e fu vescovo di Cesena (1816), poi di Frascati (1821), e penitenziere maggiore. Eletto papa (1829), va ricordato per l'avversione a ogni forma di nepotismo, per l'ostilità alle società segrete e ai giansenisti e l'appoggio alla diffusione ...
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vescovo
véscovo s. m. [lat. epĭscŏpus, dal gr. ἐπίσκοπος, propr. «ispettore, sovrintendente»]. – 1. Nel periodo ellenistico, soprintendente a varî uffici di carattere sacro o profano. 2. a. Nel cristianesimo primitivo, e in molte Chiese cristiane...
vescovato
s. m. – Variante di vescovado, soprattutto usata per indicare la dignità, l’ufficio del vescovo, e il tempo durante il quale è esercitato l’ufficio, come sinon. quindi di episcopato.