Nato a Castelnuovo Scrivia circa il 1460, fu poeta di scarso valore, ma seppe cattivarsi la benevolenza di cospicui personaggi, e visse alle corti di Milano, di Mantova e di Urbino. Scrisse un'opera Della volgar poesia in nove libri, che conosciamo solo per il cenno fattone dal Bembo, dal Castelvetro e da G. M. Barbieri, nella quale negava la fiorentinità della nostra lingua, sostenendo, in pratica, ...
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Nome con cui è noto il letterato VincenzoColli (Chio 1460 circa - Roma 1508). Visse alle corti di Milano, Mantova, Urbino. Scrisse poemetti (Triumphi e Amoroso peregrinaggio, perduto), una importantissima [...] Vita di Serafino Aquilano e Annotazioni e iudìci, forse una sorta di zibaldone, di cui fanno parte alcune prose da poco scoperte. Nei nove libri (perduti) della Volgar poesia negava la "fiorentinità" della ...
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Lingua letteraria utilizzata in Italia nel 16° secolo. Nelle polemiche sull’origine e sul corretto uso della lingua dibattute in Italia a quel tempo, alcuni scrittori (G.G. Trissino, B. Castiglione, il [...] » esistesse di fatto e fosse raccomandabile. Sembra sia stato il Calmeta, nome con cui era noto il letterato VincenzoColli (Chio 1460 circa - Roma 1508), ad adottare nella sua Volgar poesia, opera perduta, la definizione di lingua cortigiana ...
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UBALDI, Baldo di Francesco degli (Baldus de Perusio, Baldus de Ubaldis)
Ferdinando Treggiari
Nacque a Perugia il 2 ottobre 1327, primogenito del medico Francesco di Benvenuto de Ubaldis e di Monalduccia [...] , da cui è citato ventiquattro volte.
Più lungo è l’elenco delle opere apocrife o d’incerta attribuzione, ricostruito da VincenzoColli (2005a, pp. 31-46) e di cui si riportano qui i dati principali. Già si è detto della falsificazione editoriale ...
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teatro
Raimondo Guarino
Il teatro del Rinascimento. – Prologhi. Ci sono prologhi in cielo e prologhi in scena, presagi visionari e antefatti concreti nel fenomeno, proprio della cultura italiana del [...] della lirica volgare cortigiana. Il suo biografo VincenzoColli, detto il Calmeta, ne ripercorre il circuito Arian nel 1525 e di ca’ Trevisan nel 1526 (Diarii, cit., 38° vol., 1893, coll. 559-60, 40° vol., 1894, col. 789), la parata di Ruzante e di ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] di coerenza e senza obbedire a una teoria sistematica.
Di recente è stato ritrovato un sunto del perduto libro di VincenzoColli detto il Calmeta, Della volgar poesia, stilato da Ludovico Castelvetro, il quale aveva contestato il modo con cui Bembo ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] 110).
Sostenitori e teorici di un uso cortigiano, caratterizzato da una spiccata polimorfia, furono il tortonese VincenzoColli detto il Calmeta (il primo, secondo testimonianze indirette, a impiegare a inizio Cinquecento il termine lingua cortigiana ...
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Il termine koinè (meno diffusa la variante grafica coinè) proviene dal greco koinē´, femminile dell’agg. koinós «comune» accordato con diálektos s.f. «lingua», indicante la lingua letteraria usata dai [...] elaborata, agli inizi del Cinquecento, la cosiddetta teoria cortigiana, rivendicata in primo luogo da Mario Equicola e da VincenzoColli detto il Calmeta (Giovanardi 1998). La norma da essi proposta si basa su un modello concreto da offrire come ...
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ELISABETTA Gonzaga, duchessa di Urbino
Sonia Pellizzer
Nacque a Mantova il 9 febbr. 1471, quartogenita del marchese Federico e di Margherita di Baviera. Prima di lei erano nati Chiara, Francesco e Sigismondo. [...] di versi. Così Panfilo Sasso, il Cariteo, Filippo Schiafenati, Marco Rosiglin e Giovanni Muzzarelli, Giovanni Filoteo Achillini e VincenzoColli detto il Calmeta. Quest'ultimo era particolarmente apprezzato da E. se è vero che, nel marzo 1507, lo ...
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TEBALDI (Tebaldeo), Antonio
Matteo Largaiolli
TEBALDI (Tebaldeo), Antonio. – Nacque a Ferrara il 5 novembre 1462 (secondo Nadia Cannata Salamone, 1993a; 1463 secondo la cronologia tradizionale di Luca [...] Petteruti Pellegrino, 2010, pp. 197 s.). Il giudizio sulla poesia di Tebaldeo è stato spesso riduttivo, fino da VincenzoColli, detto il Calmeta (1959, pp. 15-19); dai contemporanei fu però particolarmente apprezzato come revisore: Antonio lavorò per ...
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affarsi
v. intr. pron. [der. di fare] (coniug. come fare, ma usato solo nella 3a pers. sing. e plur.; raro il pass. rem. si afféce, e non usati il part. pass. né, quindi, i tempi composti), letter. – Adattarsi, convenire, confarsi; si costruisce...