Filologo italiano (Roma 1835 - Firenze 1927), prof. di letteratura greca all'univ. di Pisa (1859), poi (1872) di Firenze e, per breve tempo, di Roma; socio nazionale dei Lincei (1875); senatore dal 1891. [...] , anche orientali (Sindibād) e finniche (Il Kalevala e la poesia tradizionale dei Finni, 1891); ma l'opera maggiore fu il Virgilio nel Medioevo (1872), che è anche una storia della cultura occidentale da Augusto a Dante. Studiò i papiri di Ercolano ...
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Umanista e poeta francese (Troyes 1534 - Parigi 1602). Eminente latinista, insegnò in varie scuole tra cui il Collège de Boncourt dove ebbe uditori J.-A. de Baïf e lo stesso Ronsard, del quale divenne [...] a P. Ramus nella cattedra del Collège Royal (1572). Oltre agli studî di filologia latina (fu editore di Plauto e traduttore di Virgilio), si dedicò alla poesia pubblicando tra l'altro i Vers de chasse et d'amour (1597). Contrario agli eccessi dei ...
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GIULIOTTI, Domenico
Giuseppe Izzi
Nacque a Luciana, frazione di San Casciano Val di Pesa, presso Firenze, il 18 febbr. 1877 da Giuseppa Aretini e da Francesco, fattore presso la tenuta di Verrazzano, [...] , il G. aveva sposato a Siena Zina Vestri, figlia dell'architetto Archimede, con la quale si stabilì a Greve, in casa dello zio Virgilio. Da Greve non si mosse quasi mai: l'eredità paterna e quella dello zio, morto il 1° nov. 1912, unite ai modesti ...
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Letterato (Candia 1552 circa - Padova 1625). Fu lettore di filosofia a Perugia (1590-93), a Roma (1594-99) e infine (1600-23) di lettere classiche a Padova. Gesuita, uscì dalla Compagnia nel 1596, quasi [...] a lui contemporanee: la sua posizione in favore del Tasso e contro la Crusca e i trecentisti (Comparatione di Homero, Virgilio e Torquato Tasso, 1607; L'Anticrusca, 1612; Il Cavalcanti, 1614; commento ai primi 10 canti della Liberata, 1616, ecc.) è ...
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(lat. Turnus) Eroe della leggenda etrusco-romana; re dei Rutuli di Ardea, figlio di Dauno e della ninfa Venilia, fratello di Giuturna. Secondo una versione della leggenda T., promesso sposo di Lavinia [...] di Latino in battaglia, fugge a Cere presso il re Mezenzio, con il quale torna a combattere contro Enea e viene ucciso. Virgilio nell’Eneide ne fa l’antagonista dell’eroe troiano per le nozze di Lavinia e il possesso dell’Italia e chiude il poema ...
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Poeta genovese (m. dopo il 1511); visse a lungo in Spagna, e in spagnolo scrisse i sonetti Sobre "Ecce homo", entrati nel Cancionero general del 1520. Lasciò inoltre un poema di 42 canti in terzine, senza [...] titolo, narrante una mistica peregrinazione per tutto il regno della realtà. Di scarso valore artistico, esso è importante come documento della influenza di R. Lullo, che è il Virgilio del F. e l'ispiratore diretto della sua dottrina. ...
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Scrittore e uomo politico colombiano (Bogotá 1843 - ivi 1909). Fondò e diresse (1871-75) El tradicionalista, organo dei conservatori; nel 1886 ispirò la costituzione che ristabiliva i rapporti con la Chiesa; [...] presidente (1894-98), governò con probità rispettando la costituzione. Lasciò saggi letterarî e sociologici, nonché una traduzione di Virgilio (1873), ritenuta la migliore in lingua castigliana; pubblicò, fra l'altro, Poesías (1866), Estudio sobre el ...
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Poeta inglese (Bampton, Oxfordshire, 1676 - Hereford 1709). Si rese noto con The splendid shilling, parodia eroica in versi sciolti nello stile di J. Milton. Ebbe incarico dai tories di scrivere un poema, [...] (1705), contro il duca di Marlborough, in contrapposizione al panegirico che di lui aveva scritto il whig J. Addison; ma il poema riuscì molto fiacco. Il poemetto Cyder (1708), imitazione delle Georgiche di Virgilio, è la sua opera più interessante. ...
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Umanista (m. a Napoli 1342); eremitano di s. Agostino, prof. a Parigi (1317) e a Napoli, e poi vescovo di Monopoli (1340). Fu amico (sembra dal 1333) del Petrarca, al quale regalò una copia delle Confessioni [...] di s. Agostino; in favore presso il re Roberto di Napoli, ebbe parte nell'incoronazione del Petrarca in Campidoglio; si legò d'amicizia anche con il Boccaccio. Lasciò commentarî a Virgilio, Ovidio, Seneca, Aristotele, Valerio Massimo. ...
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Filologo latino (n. Berito, od. Beirut, nella seconda metà del sec. 1º d. C.). Si dedicò specialmente allo studio della letteratura latina arcaica rimettendola in onore, in contrasto con le tendenze grammaticali [...] , Orazio, Terenzio e Persio. La sua autorità fu grande, tanto che gli furono attribuite varie opere (fra cui la vita di Virgilio, che è medievale) che non sono sue o che con lui hanno rapporti discutibili (la vita di Persio e il commentario alle ...
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virgiliano
(non com. vergiliano) agg. [dal lat. Vergilianus]. – Di Virgilio, poeta latino del I sec. a. C., o che è proprio, tipico del suo metodo, del suo stile: l’opera v.; la poesia v.; il poema v., l’Eneide; l’esametro v.; la malinconia...
epanodo
epànodo s. m. [dal lat. tardo epanŏdus, gr. ἐπάνοδος «regressione»]. – Figura retorica, detta con termine lat. regressio, consistente nella ripresa, ampliata con particolari, di una o più parole prima soltanto elencate o accennate;...