Mayer, Carl
Giovanni Spagnoletti
Sceneggiatore austriaco di famiglia ebrea, nato a Graz il 20 febbraio 1894 e morto a Londra il 1° luglio 1944. Il maggiore sceneggiatore dell'epoca della Repubblica [...] Ruttmann. A una grande originalità nel modo di impostare la drammaturgia del testo si accompagna l'uso di notevoli metafore visive che sono parte fondante di uno stile umile e prezioso, colto e funzionale insieme. Poeta di piccolo-borghesi votati al ...
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Nichetti, Maurizio
Marco Pistoia
Regista, sceneggiatore e attore cinematografico, nato a Milano l'8 maggio 1948. Segnalatosi alla fine degli anni Settanta come uno dei nuovi autori italiani, ha saputo [...] parola, N. ha dato vita a una serie esilarante di gag visive legate alla tradizione del comico muto e del mimo, in cui e legato al mondo del circo e della lanterna magica, visivamente la sua opera più significativa. Il solare Honolulu baby (2001 ...
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Stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso; più o meno intenso secondo [...] da tutte le vie sensoriali, comprese fibre nervose provenienti direttamente dal bulbo olfattivo, dalle aree corticali unimodali visive, uditive e somatosensoriali, e da quelle associative polimodali come la corteccia temporale, frontale, cingolata e ...
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Filmologia
Giorgio De Vincenti
Orientamento degli studi cinematografici che anticipò per diversi aspetti la semiologia del cinema degli anni Sessanta e Settanta ed ebbe origine con la fondazione nel [...] con l'italiana "Ikon". Il nr. 29, gennaio-marzo 1957, trova infatti il proprio centro in un discorso sulle "tecniche visive di comunicazione", cui sono dedicati il saggio di Cohen-Séat Nature et portée de l'information par les techniques visuelles e ...
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Sperimentale, cinema
Bruno Di Marino
L'espressione cinema sperimentale, inadeguata e ambigua, si riferisce a una vasta area di film, caratterizzati quasi sempre da: a) assenza di sceneggiatura, dialoghi [...] , e i prolifici Joseph Morder e Giovanni Martedi, Jean-Michel Bouhours e Alain Fleisher. Più vicini al mondo delle arti visive erano Robert Lapoujade, Jacques Monory, Martial Raysse o Christian Boltanski, molto diversi l'uno dall'altro. Singolare la ...
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fauves
Eugenia Querci
La forza del colore
Come rappresentare in un quadro i colori di un paesaggio, di una figura umana, di una scena reale? Gli artisti fauves risponderebbero che non bisogna scegliere [...] accomunati dalla libertà di esprimersi attraverso il colore.
I fauves non vogliono ricreare le immediate percezioni visive, come gli impressionisti, ma desiderano restituire una visione interiore e personale della realtà. È celebre l'affermazione ...
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neonato, sviluppo del sistema nervoso nel
Alla nascita il sistema nervoso umano non è ancora del tutto maturo e il processo di mielinizzazione delle fibre nervose non è ancora terminato. Durante la vita [...] efficace per stabilire contatti sociali precocissimi con l’ambiente di cura e per consentire le esperienze percettive visive, uditive, tattili necessarie al suo sviluppo. Le capacita percettive del neonato sono ugualmente abbastanza raffinate da ...
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Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] H. Head, hanno messo l’accento sull’artificiosità della suddivisione della parola in componenti elementari (motorie, auditive e visive) e sulla impossibilità di separare nel l. la formulazione dall’espressione. Il fatto che i disturbi possono essere ...
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Dal greco mỳthos ("parola, racconto"), una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Il m. può offrire una spiegazione di fenomeni naturali, legittimare pratiche rituali [...] m. valgono o per autorità di antiche tradizioni e di racconti miracolosi, o soltanto per sé, come rappresentazioni intuitive e visive di ciò che in realtà trascende il potere dell'occhio mortale. Di qui il valore simbolico del m., che si connette ...
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MESSINSCENA
Silvio D'Amico
È termine ormai accettato nel linguaggio del teatro internazionale (dal francese mise-en-scène, donde anche metteur-en-scène) per designare non già la scenografia o in genere [...] , coi suoi cinque o sei paludati personaggi sopra un nudo e immobile sfondo greco-romano, inveisce con ira contro le visive mollezze dei teatri che chiamano il gran pubblico. Sicché si può in sostanza concludere che, sino alla rivoluzione francese e ...
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visivita
viṡività s. f. [der. di visivo]. – Il fatto, la caratteristica di essere visivo, di fornire o di suggerire un’impressione visiva: la v. nella poesia contemporanea; la v. come fonte dell’esperienza intellettuale nella fenomenologia...
vista
s. f. [der. di vedere, part. pass. visto]. – 1. a. La facoltà del vedere, il senso specifico che presiede alla percezione degli stimoli visivi (v. anche visione): il senso della v., l’organo della v.; non è cieco nato, ha perduto la...