CAMERINI, Mario
Alessandra Cimmino
Nacque a Roma il 6 febbr. 1895 da Camillo, noto socialista, avvocato, originario dell'Aquila, e da Laura Genina, di famiglia altoborghese, imparentata con P. S. Mancini.
Il [...] in quanto tutto era stato da lui già pensato, previsto e preparato in anticipo. Si occupò con competenza dei lato visivo del film: luci, angolazioni, inquadrature; gli operatori che lavorarono per lui - A. Brizzi, M. Terzano, U. Arata, C. Montuori, T ...
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CANUDO, Ricciotto
Sisto Sallusti
Nacque a Gioia del Colle (Bari) il 2genn. 1877 da Eugenio e da Emilia Stampacchia. Conseguita la licenza presso la sezione fisicomatematica dell'istituto tecnico di [...] le norme dell'arte ritinica. Il cinema è nato per essere la rappresentazione totale dell'anima e del corpo, "un racconto visivo fatto con immagini, dipinto a pennellate di luce", e, se il teatro altro non è che un'espressione "individuale", esso sarà ...
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Narrativi, procedimenti
Sandro Bernardi
Il cinema non ha sempre raccontato storie, anzi, in origine non sapeva neppure che cosa fossero: era stato concepito per riprendere e proiettare vedute di una [...] , Dracula di Bram Stoker). Spesso la storia stessa non è che un pretesto per mostrare effetti speciali e giochi visivi. Il cinema torna a essere un'arte della meraviglia come alle origini.
Bibliografia
H. Münsterberg, The photoplay: a psychological ...
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Germania
Giovanni Spagnoletti
Cinematografia
Le origini del cinema: 1895-1918
Riscoperta dalla grande retrospettiva Prima di Caligari, presentata nell'11a edizione delle "Giornate del cinema muto" di [...] suo carattere rivoluzionario non risiedeva tanto nell'aspetto drammaturgico o contenutistico quanto piuttosto in quello visivo: a livello tematico dominava infatti la concezione dell'angoscia intesa come fallimento esistenziale, solo apparentemente ...
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Percorsi introduttivi - L'immaginario cinematografico: forme e meccanismi
Paolo Bertetto
L'immaginario cinematografico: forme e meccanismi
Nel suo celebre saggio Le cinéma, ou l'homme imaginaire (1956) [...] sa farsi un altro in cui altri individui possono identificarsi. Questa processualità è favorita da una nuova autenticità visiva dei personaggi, assicurata anche da un tipo di recitazione diversa e più spontanea che facilita modi di autoriconoscimento ...
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Bianco e nero
Vieri Razzini
Percezione e convenzione
Il b. e n., che è stato per circa quattro decenni una semplice mancanza dovuta a una tecnologia imperfetta, rientra in quella "deviazione dalla concezione [...] in Foreign correspondent (1940; Il prigioniero di Amsterdam) di A. Hitchcock.
I generi
Dettato dagli autori, lo stile visivo è legato e comunque si evolve con il genere, punto di forza soprattutto dello studio system hollywoodiano. Negli anni Trenta ...
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Sguardo
Sandro Bernardi
Lo sguardo e il punto di vista nel cinema
Nel cinema, fin dalle origini, la nozione di s. appare essenziale e strettamente connessa con quella di punto di vista. Se il teatro [...] la costruzione del film; lo scopo è quello di condurre lo spettatore a un lavoro "intellettuale", non a un godimento visivo, di suscitare dubbi, problemi, domande. Nel cinema sperimentale di Dziga Vertov (Čelovek s kinoapparatom, 1929, L'uomo con la ...
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Danimarca
Stefano Boni
Cinematografia
Il cinema danese si sviluppò assai presto e conobbe un periodo aureo nella prima metà degli anni Dieci, quando divenne, nonostante le limitatissime dimensioni del [...] (1987) e il televisivo Medea (1988), si è imposto all'attenzione della critica mondiale con Europa (1991), di notevole impatto visivo e originalità. A sancire il suo successo è poi arrivato il Gran premio della giuria vinto a Cannes con Breaking the ...
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Corea
Fernanda Moneta
Cinematografia
La cinematografia coreana, a causa delle vicende politiche che hanno segnato il Paese, almeno a partire dalla guerra civile degli anni Cinquanta, è risultata nettamente [...] ), protesta d'arte contro la censura, costruita con sequenze emotivamente forti. Il regista ha poi confermato il suo stile visivo con Soochwieen boolmyung (2001, Indirizzo sconosciuto), presentato a Venezia, e Na-bbun-nam-ja (2001, noto come Bad guy ...
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Percorsi introduttivi - La forma cinema nella sua evoluzione storica
Francesco Casetti
La forma cinema nella sua evoluzione storica
Una realtà al plurale
Il cinema va pensato al plurale. È infatti [...] il mondo); o si pensi a quei casi in cui il film opera da innesco o da terminale di nuove forme di esperienza visiva (per es., quando consolida l'uso di nuovi punti di vista, come le soggettive estreme o i grandi totali, sperimentati dapprima in ...
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visivo
viṡivo agg. [lat. tardo visivus, der. di videre «vedere», part. pass. visus]. – Della vista, che concerne la vista o la visione: immagini v.; facoltà v., organi v., capacità o acuità v. (sinon. di visus); memoria v. (v. memoria, n....
vis1
vis1 s. f., lat. – Forza, vigore, efficacia espressiva, e, talora, violenza; con questi sign. è termine usato, nel linguaggio letter., anche in contesti ital. in locuzioni quali vis drammatica, vis polemica, e sim.; v. anche vis comica.