Presso i grammatici greci, ogni particolarità accessoria che appare nella realizzazione di un suono nella parola, indipendentemente dall’articolazione essenziale di esso: intonazione, aspirazione, quantità [...] per cui le forme es ed est (da sum) perdono la quantità della e (riducendosi a ’s e ’st) quando seguono una parola terminante in vocale o in -m (interea (e)st; tuam (e)st); lo iato, fenomeno opposto della sinalefe, per cui nell’incontro di due fonemi ...
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In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota [...] è arrivato a identificare un repertorio universale di tratti: 12 tratti intrinseci o inerenti (TI), quali, per es., vocalico/non-vocalico, sonoro/sordo ecc., cui si aggiungono i tratti prosodici (TP) di lunghezza, intensità e altezza. Dall’insieme di ...
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Posta al centro del bacino occidentale del Mediterraneo, la Sardegna trae dalla posizione geografica e dall’accentuata diversificazione interna del territorio i fattori che caratterizzano la sua storia [...] (boke / bo[ɣ]e «voce», domo «casa») e il loro passaggio a -i, -u nel campidanese (bo[ʒ]i, domu). L’innalzamento vocalico della finale non modifica la tonica, che si mantiene aperta; ne derivano nel campidanese distinzioni oppositive del tipo c[o]ntu ...
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L’espressione variante combinatoria indica, fra le possibili realizzazioni di un fonema (➔ allofoni), quelle determinate dal contesto, che cioè dipendono dall’intorno fonetico in cui compaiono e sono quindi [...] sonoro, mentre in inglese si realizza nella sua variante combinatoria [z] quando è preceduto da un suono non vocalico sonoro.
Se per il fonema /s/, in italiano, il tratto variabile è quello sonoro-sordo, per il fonema nasale alveolare /n/, invece ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] tipo sardo (ŏ e ō > o: [ˈkoːrə] «cuore», [nəˈpoːtə] «nipote»; ŭ e ū > u: [ˈsurda] «sorda», [ˈmuːrə] «muro»), le vocali palatali mostrano una fusione timbrica affine a quella romanza comune (ī > i: [ˈfiːlə] «filo»; ĭ, ē e ĕ > [e]: [ˈseːte ...
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La scienza in Cina: l'epoca Song-Yuan. Lo studio della lingua: la fonologia
Edwin G. Pulleyblank
Lo studio della lingua: la fonologia
La Cina generò il proprio sistema di scrittura nel secondo millennio [...] dal I al II grado. Anche per questa scelta è possibile individuare un chiaro motivo fonetico, ossia l'allungamento della vocale -a- in -a:- dopo tali iniziali nelle sillabe finali, un cambiamento che è presente non soltanto nel cantonese moderno, ma ...
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Per metrica si intende l’insieme delle regole che governano il discorso poetico (o in versi), in quanto distinto da quello in prosa (in antico, oratio soluta, sciolta dalle regole della versificazione). [...] , il termine prosodia si applica allo studio della metrica classica, di tipo quantitativo (fondata com’è sul regolato alternarsi di vocali – o meglio sillabe – lunghe e brevi, a formare piedi, metri e versi), in essa studiando la successione di tempi ...
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FONETICA
Leonardo M. Savoia
(XV, p. 622; App. II, I, p. 960; III, I, p. 655)
L'oggetto di studio della f. è costituito dai suoni del linguaggio. In realtà il ruolo dei suoni nelle lingue naturali può [...] fig. riporta i valori di frequenza per la prima e la seconda formante, F1 e F2, delle vocali italiane). L'opposizione fra consonanti e vocali è riflessa dalle condizioni di occorrenza nella catena parlata e in particolare nel diverso ruolo che questi ...
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In riferimento all’apertura della bocca, allo spazio tra lingua e palato e all’apertura delle labbra le ➔ vocali possono essere aperte o chiuse (nella letteratura meno recente le prime possono esser definite [...] arrotondate: è il caso, ad es., del piemontese [ˈlyŋa] luna o del cremonese [niˈsøːŋ] nessuno.
Esistono diverse articolazioni di vocali aperte: ad es., [æ] è presente come resa di /e/ o di /ɔ/ nell’italiano regionale veneto ([ˈsæːɾa] sera). Una ...
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L’anagramma (dal gr. aná «sopra» e grámma «lettera») è la condizione per cui due (o più) parole o due (o più) altre sequenze linguistiche sono costituite dallo stesso insieme di lettere (più raramente, [...] che il suo nome si ricava aggiungendo una s, la lettera che significa «essere, esistenza», all’impronunciabile tetragramma vocalico. In questa concezione, la relazione fra nomi è una funzione della relazione fra le cose nominate: l’anagramma è ...
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vocalico
vocàlico agg. [der. di vocale2] (pl. m. -ci). – Di vocale, che ha una o più caratteristiche o tutte le caratteristiche delle vocali: nella lingua italiana i segni v. sono cinque mentre i suoni v. sono sette (a é è i ó ò u); la «r»...
vocale1
vocale1 agg. [dal lat. vocalis «sonoro, dotato di voce», der. di vox vocis «voce»]. – 1. poet. Sonoro, risonante: Quella soave melodia che posa Secreta ne’ v. alvei del legno Flebile e lenta all’aure s’aggira (Foscolo), del cembalo;...