Le iconografie monetali
Filippo Carlà
I romani coniarono moneta fin dal III secolo a.C. e fin da subito mostrarono, rispetto ad esempio ai greci, di prediligere produzioni monetali le cui iconografie [...] , 104 (1974), pp. 371-384, in partic. 374.
18 RIC VI, p. 256, n. 202. Nell’immagine è però rappresentata una moneta della zecca di Treviri, posteriore di circa un anno.
19 Ad esempio L. Cracco Ruggini, Apoteosi e politica senatoria nel IV s. d.C.: il ...
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Nome (dall’arabo mautabān, moneta in corso durante le crociate) dato al ducato d’argento o grosso, fatto coniare dal doge Enrico Dandolo verso il 1202; prima moneta veneziana importante, ebbe largo credito [...] e fu imitato in altre zecche italiane. ...
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Moneta medievale d’argento, la più diffusa in Europa e nel Levante. Con essa, dal 13° sec., si rese effettivo il soldo della lira, fin allora nominale, equivalente a 12 denari; ebbe gran varietà di massa [...] e valore, in rapporto ai denari delle singole zecche, e di denominazioni, derivate dal tipo o dall’autorità emittente o dal luogo di coniazione. Per il continuo aumento dell’argento, il g. raggiunse il valore di 2 e poi di 4 soldi; sempre per lo ...
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Moneta coniata dai re di Francia nella zecca di Parigi.
Il sistema di monetazione p. si costituì durante il regno di Filippo I (1060-1108) quando le nuove norme stabilite per la zecca di Parigi furono [...] estese a talune zecche del dominio reale; il sistema si divise a lungo il mercato monetario francese con quello tornese. Essendo il rapporto tra le due monetazioni di 4 a 5 (12 denari p. valevano 15 denari tornesi), il p. fu detto moneta forte o ...
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(anche trelina o terlina) Moneta milanese di mistura, così chiamata forse perché equivalente a 3 denari; coniata a cominciare da Giovanni Maria Visconti duca di Milano e fino al regno di Filippo IV. Per [...] analogia, anche monete di ugual valore coniate in altre zecche. ...
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testone Moneta d’argento del valore di un quarto del ducato d’oro, coniata da alcuni Stati nella prima metà del 15° sec.: portava la testa del principe che, rispetto a quella di altre monete, appariva [...] molto più grande, da cui il nome. Quasi tutte le zecche italiane emisero t., molti dei quali sono veri capolavori; basti ricordare quelli di Ferrara, Firenze, Mantova, Milano, Roma, della Savoia, di Venezia. Il t. si andò poi uniformando ai sistemi ...
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Moneta veneziana di bassa lega coniata nel 1539, del valore di 2 soldi, con i tipi al dritto della Giustizia seduta, al rovescio del leone; furono emessi multipli da 2, 3, 4 (grossetto) e 10 g (lirone). [...] Per analogia si chiamarono g. alcune monete da 2 soldi delle zecche di Mirandola e di Guastalla; ebbero il nome di g. anche alcune monete della Repubblica delle Isole Ionie al principio del 19° secolo. Fu detta invece gazzettone, perché di diametro ...
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Moneta d’oro da un ducato e mezzo coniata da Alfonso il Magnanimo a Gaeta nel 1437 e a Napoli dal 1442.
A. d’argento è detto un grosso della zecca di Napoli dello stesso sovrano;
a. minuti (popolarmente [...] anfrusini o anfrosini o anfusini) i denari di Alfonso IV d’Aragona e Alfonso il Magnanimo delle zecche di Cagliari, Alghero e Iglesias.
Sono detti a. anche i grossi reali d’argento dei re di Portogallo, i marabottini d’argento di Alfonso X re di ...
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Dall’originario significato di dischetto di metallo coniato per le necessità degli scambi, avente lega, titolo, peso e valore stabiliti, per estensione tutto ciò che, nei vari periodi e paesi, funge da [...] . d’argento indusse Venezia a coniare nel 1202 il primo ducato d’argento, noto come grosso o matapan, replicato poi da altre zecche dell’Italia centro-settentrionale, mentre nel Sud Carlo I d’Angiò, re di Napoli, coniò il carlino d’argento e con il ...
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Moneta d’argento del valore di 10 soldi fatta coniare a Mantova nel 16° sec. dal duca Guglielmo Gonzaga e così chiamata dalla figura di s. Barbara in essa impressa. B. del girasole fu detta un’altra moneta [...] I Gonzaga, con la figura della santa nel dritto e un girasole nel rovescio. B. furono poi chiamate le imitazioni operate da altre zecche, specie da quella di Guastalla, benché in questa la figura di s. Barbara fosse sostituita da quella di s. Pietro. ...
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zecca1
zécca1 s. f. [dall’arabo sikka «conio»]. – Officina governativa in cui si coniano le monete, i timbri e i sigilli dello Stato; assol., la Zecca, azienda di Stato fino al 1978, poi riunita al Poligrafico dello Stato in un unico ente...
zecca2
zécca2 s. f. [voce di origine longob.; cfr. ted. Zecke]. – 1. Nome comune di varie specie di acari ixodidi, diffusi ovunque, tutti ematofaghi, ectoparassiti di vertebrati terrestri, ai quali spesso trasmettono microrganismi patogeni...