FULLER, Richard Buckminster
Architetto, disegnatore, scrittore statunitense, nato a Milton, Mass., il 12 luglio 1895. È molto noto per gli studi svolti nel settore delle strutture reticolari, in particolare delle costruzioni a volta.
La sua attività di progettista non è iniziata con una precisa qualifica professionale. F. ha seguito soltanto due anni di studio all'università di Harvard e in seguito ha lavorato per molti anni in vari settori industriali. Forse si deve proprio all'autodidattismo della sua formazione la compresenza, nel suo lavoro, di componenti apparentemente contraddittorie: da un lato una forte carica utopistica, dall'altro la partecipazione realistica e puntuale ai problemi della produzione industriale. L'ipotesi base degli studi di F. è di poter riprodurre in una sorta di "unità strutturale minima" la struttura complessa di energie che governa l'universo e poter in questo modo inserire automaticamente la nuova architettura e la nuova urbanistica nei cicli di trasformazione di energia dell'universo. "La scienza ha agganciato il piccolo lavoro quotidiano al grande deposito cosmico". La ricerca di F. punta all'individuazione di un'unità geometrica strutturale, cui toglie ogni valore di design, lasciandole solo le caratteristiche tecnologiche di giunto unitario ripetibile all'infinito.
A partire dal 1927 ha lavorato a vari progetti della Dymaxion Haux (1927, 1932, 1946) e della Dymaxion Car (1933-35). La forma preferita da F., anche perché consente il massimo sfruttamento del terreno ricoperto, è la cupola. Le sue famose geodetiche sono studiate nei possibili gradi di libertà: dimensione, forma dell'elemento unitario (esagonale, ottagonale, ecc.), materiale, tecnica di montaggio. Su queste varianti F. ha eseguito innumerevoli modelli di studio e progetti. Fra i più grandiosi costruiti: la "cupola d'oro" in alluminio Kaiser per un'esposizione americana a Mosca nel 1939 (diam. 61 m); la cupola a Baton Rouge (Louisiana) per la Union Tank Car Company nel 1958 (diam. m 94); teatro trasportabile per via aerea nel 1960 (diam. m 52,6); la cupola del padiglione statunitense all'Expo '67 di Montreal (diam. m 76). F. ha ottenuto già da molti anni riconoscimenti ufficiali, sia negli Stati Uniti che all'estero. La sua influenza è molto sentita e in più d'una nazione esistono gruppi che lavorano sui temi delle geodetiche proposti da lui. Spesso è chiamato a tenere conferenze nelle università dove è particolarmente apprezzato il carattere sperimentale della sua attività. Alcuni modelli per l'invenzione del sistema Tenegrity Structures sono esposti al Museo d'arte moderna di New York. Tra i progetti più recenti quello per Harlem (1965) e per il centro di Toronto. F. è molto presente nella vita culturale del paese con scritti, articoli, conferenze, seminari.
Bibl.: R.W. Marks, The Dymaxion world of B. Fuller, New York 1960; J. Mc Hale, R. Fuller, Milano 1964; Architectural design, n. 12, 1972; The Britannica Encyclopedia of American Art, New York 1973.