CRASHAW, Richard
Poeta inglese, nato tra il 1612 e il 1613 a Londra, morto a Loreto il 21 agosto 1649. Figlio di un sacerdote puritano che era acerrimo nemico dei cattolici e autore di volumi contro i gesuiti, negli anni di soggiorno a Cambridge (1631-43) si andò sempre più orientando verso quel movimento religioso di cui era esponente il Laud, che intendeva restituire autorità centrale e dignità di liturgia alla chiesa anglicana. A Cambridge il C. non solo sentì l'influsso laudiano, accentuato specialmente a Peterhouse, il collegio ove egli entrò nel 1635 ottenendo una fellow-ship l'anno seguente, ma fu iniziato alle gioie più intime della vita religiosa da Nicholas Ferrar e dalla congregazione di Little Gidding. Sull'attività poetica del C. la relazione con questo gruppo di devoti, che menava una vita di raccoglimento, di preghiera e di digiuno, ebbe senza dubbio grande influsso. Anche la grande intimità del poeta George Herbert con N. Ferrar non fu senza effetto sul C. che intitolò Steps to the Temple (The Temple era il titolo del volume del Herbert) la sua prima raccolta di poesie inglesi (Cambridge 1646; nel 1634 aveva pubblicato, pure a Cambridge, un volumetto di Epigrammata Sacra in latino e in greco). In questi anni il C. lesse la vita di Santa Teresa che gl'ispirò alcuni dei suoi versi più ardenti, e dovette provocare in lui il desiderio di conoscere più da vicino quella religione di cui la santa era zelatrice. La vita di studio e di devozione fu interrotta bruscamente dalla rivoluzione puritana: quando nel 1644 l'Earl of Manchester, applicando l'ordinanza del parlamento di riformare l'università di Cambridge, citò tra gli altri il C. a sottoscrivere il Solemn League and Covenant, egli era assente, e come tale venne espulso. Il C. si era recato a Leida in Olanda. Nel 1646, convertito al cattolicesimo, lo troviamo a Parigi alla corte della regina d'Inghilterra Enrichetta Maria rifugiatasi colà. Munito di una raccomandazione della regina per il papa, e di un sussidio procuratogli dalla corte, il C. si recò a Roma, ove riuscì a ottenere un posto di segretario presso il card. Pallotta; conseguì poi un canonicato a Loreto, per mezzo del Pallotta, ma poco dopo giunto colà, moriva. Nel 1662 usciva postumo a Parigi un altro volume di poesie religiose, Carmen Deo Nostro.
Addestratosi alla scuola dei poeti gesuiti (in latino), Rémond, Cabilliau, Malapert, F. Strada, e di G. B. Marino (il cui Sospetto d'Erode, dalla Strage degli Innocenti, il C. tradusse nel 1637), il C. inizia la sua carriera poetica con poesie piene di concetti, ma anche di ardite freschissime immagini che sembrano precorrere certi moderni come lo Shelley e lo Swinburne - tali: Wishes, to his (supposed) Mistresse, Musicks Duell, che sono tra le poche di soggetto profano, The Weeper, ove, in una successione di strofe di carattere madrigalesco, si canta un argomento allora popolarissimo, le lagrime della Maddalena -, e dà poi, nelle poesie religiose più mature (To the Name of Jesus, In the Glorious Assumption, Prayer, e soprattutto la chiusa del Flaming Heart), l'espressione più alta di quella spiritualizzazione del senso a cui tende la migliore arte barocca. Col suo miracoloso e vertiginoso ascendere d'immagini travolte e infocate, la lirica del C., in ciò che ha di più peculiare, rappresenta in letteratura, in minori proporzioni, quello che le apoteosi di un Rubens, i languori di un Murillo, e le estasi di un Greco rappresentano in pittura. I suoi Poems English, Latin, and Greek furono pubblicati con apparato critico e introduzione biografica a cura di L. C. Martin nel 1927 (Oxford).
Bibl.: M. Praz, Marinismo e Secentismo in Inghilterra, Firenze 1925; G. Williamson, The Donne Tradition, Cambridge Mass., 1920.