Rogers, Richard George
Rogers, Richard George. – Architetto inglese (n. Firenze 1933), fra i maggiori esponenti della scena progettuale britannica e, in particolare, di una linea legata all’esibizione delle tecnologie più avanzate. Si è laureato nel 1959 presso l'Architectural association di Londra per poi proseguire gli studi alla Yale University. Dopo una breve collaborazione con Norman Foster, nel 1963 ha fondato a Londra con lo stesso Foster, Su Brumwell e Wendy Cheeseman il Team 4, sciolto nel 1967. Nel 1971, con Renzo Piano, ha vinto il concorso per il Centre Pompidou, realizzato a Parigi nel 1977. In quello stesso anno ha fondato a Londra lo studio Richard Rogers partnership con Marco Goldschmied, Mike Davies e John Young, imponendosi subito all’attenzione internazionale con la nuova sede dei Lloyd’s a Londra (1978-86), vera e propria icona high tech. Nel 2007 lo studio, con sede a Londra e filiali a Madrid, Sydney e Shanghai, è stato ridenominato RSHP (Rogers Stirk Harbour + Partners). Fra le molte, significative realizzazioni recenti si ricordano: la scuola elementare di Minami Yamashiro a Kyoto (1995-2003); la Mossbourne community academy a Londra (2004); il terminal 4 dell’aeroporto di Barajas a Madrid (1997-2005, con Estudio Lamela, cui è stato assegnato lo Sytirling prize nel 2006); il tribunale di Anversa (1998-2005); la National assembly for Wales a Cardiff (1998-2005), caratterizzata da una spettacolare copertura a sbalzo e da un iperboloide cavo che si erge al di sopra della sala principale garantendone la ventilazione naturale; la torre 3 del World trade center a New York (2007-12); le torri per uffici nel distretto di Barangaroo South a Sydney (2011-14, con Ken Maher). Intensa anche l’attività progettuale su scala urbana: si ricordano i master plan per l’area di Buena Vista a Singapore (2000) e di Almeda in Portogallo (2002). Fra i molti riconoscimenti: la Gold medal del RIBA (1985); il Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia (2006); la Minerva medal della Chartered society of designers e il Pritzker prize (2007). Il suo pensiero critico sulla città contemporanea è sintetizzato nel saggio Cities for a small planet (1998).