HOOKER, Richard
Teologo, filosofo e giurista inglese, nato a Heavitree (Exeter) nel marzo 1553 (1554, secondo lo stile moderno) morto a Bishopsbourne il 2 novembre 1600. Studiò a Oxford, dove fu ordinato forse nel 1581 e insegnò, finché prese moglie, ottenendo poi un beneficio nel Buckinghamshire. Per intercessione del Sandys, arcivescovo di York, divenne "Master of the Temple", e in tale posizione incominciò la polemica con il collega Walter Travers e quindi con i puritani in genere; essa gli procurò un processo per eresia e lo indusse a studiare le condizioni della chiesa anglicana e a scrivere la sua opera, per attendere alla quale ottenne un beneficio in campagna.
The Laws of ecclesiastical Polity doveva comprendere otto libri; quattro furono pubblicati nel 1594, il quinto nel 1597. Il sesto e l'ottavo furono pubblicati solo nel 1648, il settimo nell'edizione delle opere (1662). Le complesse vicende attraversate dalle carte del H. hanno indotto molti a dubitare dell'autenticità degli ultimi tre libri, specie del VI, il cui contenuto non corrisponde a quello annunciato nell'indice che accompagna la prima parte; potrebbe derivare da appunti del H., ma destinati ad altra opera. Né sono mancati rimaneggiamenti tendenziosi di editori. La migliore edizione moderna è del Keble, 7a ed. a cura di Church e Paget, 1880; del libro V, ed. Bayne, 1902.
Opponendosi parimenti all'assoluto biblicismo dei puritani e alla concezione secondo cui l'essenza della legge e nel comando del superiore, il H. si rifà a S. Tommaso, chiamando legge qualsiasi regola o norma direttiva delle operazioni e distinguendo una duplice legge divina: la prima s'identifica con la ragione e la giustizia, con l'essenza stessa di Dio; la seconda, imposta da Dio alle creature, si può chiamare, in senso lato, legge di natura, e può essere conosciuta dalla ragione umana, dotata di libero arbitrio. D'altra parte, contro i cattolici, H. osserva che nessuna tradizione umana merita la stessa riverenza che la Scrittura; la quale però, contro i protestanti, non basta come norma del vivere civile. In tale posizione intermedia il H. appare come uno dei più caratteristici interpreti delle tendenze dell'anglicanismo sotto Elisabetta, mentre le sue idee intorno alla legge di natura e al carattere volontario dell'associazione politica e le altre sue dottrine (in cui pure si riflette in gran parte, teorizzata, la prassi costituzionale inglese) hanno anche grande importanza nella storia delle teorie giuridico-politiche. E anche come prosatore, nella storia letteraria inglese, il H. ha valore non trascurabile.
Bibl.: Bibliografia completa in A. Passerin d'Entrèves, Riccardo H., Torino 1932 (in Memorie dell'istituto giuridico della R. Univ. di Torino, s. 2a, memoria 22).