Marks, Richard
Montatore statunitense, nato a New York il 10 novembre 1943. Allievo della grande montatrice Dede Allen, ne ha ereditato la lezione sviluppando la capacità di costruire il ritmo della sequenza con la massima libertà. È stato uno dei primi a utilizzare le tecnologie elettroniche in moviola. Formatosi nel poliziesco e nel film d'azione, si è successivamente specializzato in film drammatici e commedie sentimentali, ottenendo risultati di grande raffinatezza nel montaggio delle raggelate love story di James L. Brooks, che si può definire il suo regista d'elezione. è stato candidato quattro volte al premio Oscar.
Cresciuto e formatosi a New York, iniziò a lavorare come assistente al montaggio nel campo della pubblicità. Successivamente venne assunto come assistente della Allen al montaggio del suono in Rachel, Rachel (1968; La prima volta di Jennifer) di Paul Newman. Fu ancora suo collaboratore in due film di Arthur Penn: come assistente al montaggio per Alice's restaurant (1969) e come montatore aggiunto per Little big man (1970; Piccolo grande uomo). Destinato a esordire come montatore titolare per Klute (1971; Una squillo per l'ispettore Klute) di Alan J. Pakula, non si sentì pronto per un impegno che considerò al di sopra delle sue forze. Preferì così perfezionare la propria tecnica lavorando in numerosi episodi della serie televisiva Kojak (1973-1978). Ancora montatore aggiunto per Serpico (1973) di Sidney Lumet, sempre al fianco della Allen, iniziò quasi contemporaneamente la carriera da montatore titolare con Bang the drum slowly (1973; Batte il tamburo lentamente) di John Hancock. Subito dopo montò il film d'azione di Duccio Tessari Uomini duri (1974), girato negli Stati Uniti. In quello stesso periodo iniziò a collaborare con Francis Ford Coppola, che lo volle nella équipe di montaggio di The godfather, part II (1974; Il padrino ‒ Parte II), dove ‒ insieme a Peter Zinner e Barry Malkin ‒ lavorò all'intreccio delle due linee principali del racconto. Coppola apprezzò la sua dedizione al progetto e gli affidò la supervisione del montaggio di Apocalypse now (1979), per il quale M. ebbe una nomination all'Oscar e alla cui lunghissima lavorazione partecipò con un importante ruolo creativo, intervenendo anche nella fase di riscrittura del racconto e sperimentando nuove tecnologie di montaggio elettronico (appositamente realizzate per il film) per le sequenze più complicate, soprattutto per la tormentata scelta del finale.
Negli anni Ottanta si è dedicato soprattutto alla commedia, lavorando con Herbert Ross in Pennies from heaven (1981) e inaugurando il lungo sodalizio con Brooks, nei cui film ha impresso il segno di una drammaturgia forte, di volta in volta adattata alle diverse esigenze narrative, valorizzando l'emotività dei primi piani. Tale collaborazione gli ha procurato tre nominations all'Oscar per Terms of endearment (1983; Voglia di tenerezza), Broadcast news (1987; Dentro la notizia) e As good as it gets (1997; Qualcosa è cambiato). In Broadcast news ha curato anche il montaggio dei servizi televisivi visibili sui monitor di scena, modificandone il linguaggio in funzione delle esigenze del film. Abilissimo nella gestione dei sentimenti più intimi dei personaggi, ha saputo dare ritmo anche a film dichiaratamente statici come Dick Tracy (1990) diretto da Warren Beatty. Dalla fine degli anni Ottanta ha cominciato ad affiancare Brooks, oltre che come montatore, anche in qualità di produttore associato (I'll do anything, 1994, Una figlia in carriera; As good as it gets), ruolo che ha ricoperto ancora in film di altri registi, come Cameron Crowe (Say anything…, 1989, Non per soldi… ma per amore).Ha lavorato anche con Elia Kazan, Penny Marshall, Mike Nichols, Joel Schumacher, Oliver Stone.
J. Sunila, Cutter's way, in "American film", 1985, 2, pp. 42-46, 78; N. Lee, Art of assembling images, in "American cinematographer", 1990, 11, pp. 74-76.