Scrittore ceco (Písek 1884 - Praga 1937). Visse a lungo a Parigi. Esordì con alcune raccolte di poesia (Usměvavé odříkání "La sorridente rinuncia", 1914; Rozcestí "Crocevia", 1918) e con racconti dalle allucinate cadenze espressionistiche (Lítice "Le Furie", 1916; Netečný divák "Lo spettatore apatico", 1917; Škleb "Il ghigno", 1919). In seguito, sotto l'influsso del gruppo Le grand jeu (R. Daumal, R. Vailland), si volse a una poesia di tipo ermetico e intellettualistico (Mnoho nocí "Molte notti", 1928; Zátiší s kulichem, herbářem a kostkami "Natura morta con civetta, erbario e dadi", 1929; Mezopotámie "Mesopotamia", 1930). Ma conseguì forse i suoi risultati migliori nella prosa di Lazebník ("Il barbiere", 1929) e di Hra doopravdy ("Il gioco per davvero", 1933), dalle cupe coloriture surrealistiche.