RICHELIEU, Louis-François-Armand du Plessis, duca di
Unico figlio di Armand-Jean de Vignerot (che aveva sostituito al suo cognome il cognome Du Plessis del prozio, il cardinale di Richelieu) e di Anna Margherita d'Acigné. Nacque il 13 marzo 1696 a Parigi e vi morì l'8 agosto 1788. Quando, nel 1710, fece il suo ingresso a corte, la Maintenon scrisse al padre che mai le era accaduto di vedere un giovane entrare "plus agréablement dans le monde". Tutta la vita del R. non fu che uno sviluppo avventuroso e romanzesco di questo esordio brillante. Costretto a sposare Anna Caterina di Noailles (12 febbraio 1711), ma subito dimentico dei doveri familiari, condusse un'esistenza galante e senza scrupoli. Alcuni suoi atti d'una temeraria leggerezza verso la duchessa di Borgogna lo portarono alla Bastiglia (22 aprile 1711). Uscitone, dopo 14 mesi, combatté agli ordini del maresciallo di Villars, fu ferito al capo durante il vittorioso assedio di Friburgo (1713), e ottenne dal re i più alti elogi. Ma ripreso dalla vita mondana e avventurosa finì ancora due volte in carcere (1716 e 1719). Dal 1720 al 1733, nella vita del R., vi è una parentesi politica con missioni all'estero (fu ambasciatore a Vienna nel 1725 per stornare il pericolo di un'alleanza tra l'imperatore e la Spagna), e con una partecipazione più attiva, anche se non sempre fortunata né prudente, alle vicende interne della corte. Riprese le armi e combatté valorosamente nelle campagne del 1733-34, guadagnandosi il grado di maresciallo di campo (1738). Ancora più brillante, per la sua fortuna militare, fu il periodo iniziatosi con la battaglia di Dettingen (27 giugno 1743) e conclusosi nel 1748, che gli meritò il bastone di maresciallo. Scoppiata la guerra dei Sette anni, ebbe la ventura di ottenere un clamoroso successo iniziale (presa di Port Mahón: 28 giugno 1756) e di respingere gl'Inglesi nel Hannover; ma non seppe sfruttare questi risultati favorevoli, né impedire che i suoi soldati s'abbandonassero a vergognosi saccheggi. Fu richiamato a Parigi e la vita delle armi lasciò il posto, ancora una volta, agl'intrighi d'amore e alle lotte di corte. Si adoperò per facilitare l'ascesa della Du Barry, e vi riuscì. Ma spesso fu coinvolto in torbide liti, in scandali, e anche in un processo.
La prima moglie gli era morta nel 1716; nel 1734 sposò Maria Elisabetta Sofia di Guisa principessa di Lorena, che lo amò con indulgente tenerezza e da cui ebbe due figli. Dopo quarant'anni di una seconda vedovanza, a 84 anni, passò a terze nozze con una Mademoiselle de Lavaux. In lui, nessuna qualità profonda, nessuna ricchezza spirituale; molte doti e molti vizî esterni in perenne contrasto: una mescolanza di fedeltà e d'ingratitudine, d'ambizione e di generosità. Ma la fama quasi proverbiale del R. è legata alla corona delle sue amanti, due delle quali si batterono in duello per lui. La vita gioiosa del R. s'identifica con un aspetto del Settecento e quasi lo sintetizza. La morte lo colse l'8 agosto 1788, l'anno avanti la rivoluzione.
Opere: Mémoires du maréchal de R., a cura di A. De Boislisle, Parigi 1918; id., con prefazione di P. Reboux, voll. 3, ivi 1930.
Bibl.: Oltre la vasta pubblicistica contemporanea (Mémoires del Dangeau, Saint-Simon, Luynes, D'argenson, De Maurepas e del duca d'Aiguillon), cfr.: C. C. de Rulhière, Anecdotes sur le maréchal de R., Parigi 1890; H. Noel Williams, The Fascinating Duc de R., Londra 1910; P. D'Estrée, Le maréchal de R., Parigi 1917-21; R. Honnert e M. Augagneur, La vie du maréchal de R., ivi 1929 (biografia romanzata con qualche pregio letterario).