RICHERIO
– Non sono noti la data e il luogo di nascita di Richerio, né la sua famiglia di origine, né sappiamo alcunché sulla sua formazione. È tuttavia ragionevole pensare che sia nato in Baviera (Wühr, 1948, p. 390) verso la fine del X secolo, visto che giunse in Italia nei primi decenni dell’XI provenendo dal cenobio di S. Maurizio di Niederaltaich, nella Baviera meridionale (Annales Altahenses maiores, a cura di W. de Giesebrecht - E.L.B. ab Oefele, 1891, p. 51).
Il monastero bavarese, tra il X e l’XI secolo, partecipò a un’ampia riforma monastica del Regno di Germania, più o meno legata all’abbazia lorenese di Gorze, in particolare con l’abate Godehard, nominato nel 996, e la sua influenza si estese fino alla Boemia e alla Moravia (Wühr, 1948, pp. 370-388; Goetting, 1984, pp. 232-234; Jung, 1989).
Richerio era già abate di S. Benedetto di Leno (presso Brescia) prima del 28 febbraio 1036, quando l’imperatore Corrado II (1024-39) emanò un diploma in favore del monastero (Conradi II. Diplomata, a cura di H. Bresslau, 1909, n. 227, pp. 373-376). Della sua attività di abate leonense si sa poco (Dormeier, 2003, p. 514), ma la sua designazione fu probabilmente favorita da Corrado, nel cui entourage era entrato forse quando era ancora a S. Maurizio, monastero legato alla dinastia salica. Le vicende della successiva nomina a Montecassino confermarono il rapporto fiduciario con Corrado, dopo che questi era sceso nel Mezzogiorno per ripristinarvi un equilibrio sottomesso alla potestà imperiale, già stabilito da Enrico II, e messo in discussione dai diversi potentati in lotta per il controllo del territorio e della stessa Montecassino che, in tali frangenti, avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale.
In questi anni la scena politica meridionale era occupata dalle ambizioni del principe capuano Pandolfo IV, filobizantino. Enrico II, giunto a Montecassino nel 1022, gli aveva sottratto il principato di Capua per concederlo a Pandolfo, conte di Teano. Di lì a poco, però, il principe riprese il controllo su Capua e le sue mire sulle terre cassinesi, imprigionando l’abate Teobaldo (1022-35), lasciando a Montecassino il fidato famulus Teodino e imponendo come abate il calabrese Basilio (Chronica monasterii Casinensis, a cura di H. Hoffmann, 1980, II, capp. 39-42, pp. 243-246, capp. 56-57, pp. 276 s., 281, cap. 61, pp. 285 s.).
Nella Chronica monasterii Casinensis, fonte essenziale per ricostruire l’abbaziato di Richerio, si legge che i cassinesi si rivolsero a Corrado perché intervenisse contro gli usurpatori, sicché l’imperatore, sceso in Italia per affrontare alcune questioni politiche (Böhmer, 1951, pp. 129-138), da Roma, risultate vane le ambascerie al Capuano, si diresse a Montecassino nella primavera del 1038. Dopo la conquista di Capua, consegnata al principe di Salerno Guaimario IV, i monaci gli chiesero un nuovo abate, replicando alle resistenze di Corrado, il quale evocò il rispetto della Regola benedettina per un’elezione interna, che non c’era nessuno idoneum e congruum in tantis perturbationibus e sollecitando la nomina di Richerio (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, cap. 63, pp. 291 s.), de noble gent et vaillant person (Amato di Montecassino, Storia dei Normanni, a cura di V. de Bartholomeis, 1935, II, 5, p. 62). La sua elezione avvenne il 14 maggio e la sua consacrazione il 1° o il 3 giugno (Annales Casinenses, a cura di G.H. Pertz, 1866, p. 306; Annales Casinenses ex Annalibus..., a cura di G. Smidt, 1934, p. 1414; Annales Cavenses, a cura di F. Delle Donne, 2011, p. 32; Chronicon Vulturnense..., a cura di V. Federici, 1925, V, p. 84; Hoffmann, 1967, pp. 313, 316).
Nonostante la retorica sulle reticenze dell’imperatore, le parole attribuitegli confermavano i legami di Richerio con Corrado, al quale era in omnibus suis negotiis utilissimus (Chronica monasterii Casinensis, II, cap. 63, p. 291). Il governo congiunto di Leno e Montecassino da parte di un membro del suo entourage, una «sentinella teutonica» (Dell’Omo, 1999, p. 35), consentiva infatti all’imperatore un controllo su due strategiche aree geografiche. Già il 5 giugno, Corrado emanò un diploma di conferma di beni e diritti a Montecassino (Conradi II. Diplomata, cit., n. 270, pp. 373-376), seguito da un privilegio (Registrum Petri Diaconi, a cura di J.M. Martin et al., 2015, n. 20, pp. 113-116) di papa Benedetto IX, dei conti di Tuscolo, sostenitori del partito imperiale e legati da accordi matrimoniali con Guaimario IV (Fedele, 1905, pp. 14-16).
Ritornato in Germania Corrado, Richerio fu coinvolto negli scontri tra i sostenitori di Pandolfo IV e i suoi avversari, fino a essere catturato dal conte di Aquino e liberato grazie all’intermediazione di Guaimario (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, cap. 68, pp. 304-306). Costui gratificò Montecassino con diverse concessioni (Bloch, 1986, pp. 203, 424) e indusse Richerio (per due volte, giacché in un primo momento egli era rientrato dalla Lombardia ove aveva raccolto milizie, forse a Leno) a recarsi in Germania per chiedere aiuto all’imperatore, poiché perduravano i problemi, come confermarono gli eventi successivi (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, cap. 69, pp. 306-308).
Trascorsi due anni in Germania, nel 1043 circa Richerio ritornò con un seguito armato, con cui ristabilì il controllo su buona parte della Terra s. Benedicti (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, cap. 70, p. 208), ma dovette fronteggiare la minaccia dei Normanni, già utilizzati dagli stessi cassinesi come forza mercenaria. Nella primavera del 1045 i contingenti abbaziali espugnarono le roccaforti normanne, un evento che ebbe grande risonanza nelle fonti, arricchito anche da un miracolo di s. Benedetto a difesa della sua comunità (Desiderio di Montecassino, Dialoghi..., a cura di P. Garbini, 2000, III, cap. 22, pp. 132 s.). Nel 1047, però, si presentò di nuovo la minaccia di Pandolfo, rapidamente contrastata; nella circostanza comparve il nipote di Richerio, Ardemanno, a cui era affidata la Rocca di Evandro, che egli difese ponendosi anche in contrasto con lo zio (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, capp. 74-76, pp. 315-320).
Nel 1046-47 scese in Italia Enrico III (1017-56). Per porre rimedio alla crisi del Papato, promosse sinodi a Pavia, Sutri e Roma (agli ultimi due partecipò Richerio: Dormeier, 2003, p. 315) e appoggiò l’elezione di Clemente II al soglio papale. Giunto a Capua, il 3 febbraio 1047 emanò un diploma in favore di Montecassino (Heinrici III Diplomata, a cura di H. Bresslau - P. Kehr, 1931, n. 184, pp. 228-230). La successiva elezione (1049) di Brunone vescovo di Toul (Leone IX) portò a più stretti rapporti tra il Papato e l’abbazia, funzionali a consolidare l’autorità romana nel Sud e l’azione riformatrice, appoggiata da Richerio forse grazie anche alla mediazione dell’entourage lorenese di Leone. Il papa visitò più volte Montecassino (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, cap. 78, pp. 324 s.) e le concesse diversi privilegi (Tosti, 1842, pp. 255 s.; Bloch, 1986, p. 673; Fabiani, 1968, p. 411). Dopo la sconfitta di Civitate del 1053 e la prigionia a Benevento, Richerio accompagnò Leone a Roma, ove il papa morì (19 aprile 1054).
Nei mesi successivi, Richerio si impegnò ad ampliare e a consolidare i domini cassinesi nei territori laziali, abruzzesi, molisani e campani, soprattutto, in dialettica con i poteri locali, che del resto dotarono costantemente Montecassino (Bloch, 1986, passim). Nel 1055 rinunciò al governo di Leno, convincendo l’imperatore a designare abate il monaco di Niederaltaich Guenzelao (Annales Altahenses maiores, cit., p. 51). In autunno, Richerio partì per incontrare il papa ad Ancona ma, durante il viaggio, dopo una sosta a S. Liberatore alla Maiella, fu colpito da febbre e morì ad Aternum (Pescara) l’11 dicembre 1055. I compagni ne trasferirono il corpo a S. Liberatore, dove fu sepolto honorabiliter nel sepolcro dove era stato già inumato il predecessore Teobaldo. I monaci di Niederaltaich ne registrarono l’obito nel loro necrologio (ma erroneamente al giorno 13, Necrologia Germaniae, a cura di M. Fastilnger, 1920, p. 70; Wühr, 1948, p. 441; Hoffmann, 1967, p. 315).
Benché del lungo abbaziato di Richerio ci sfuggano alcuni momenti (i collegamenti con l’Impero, il governo di Leno), è chiaro che egli si destreggiò abilmente tra poteri grandi e piccoli e ampliò e consolidò il ruolo economico e politico di Montecassino, creando i presupposti dell’epoca d’oro del cenobio, coincisa con l’abbaziato di Desiderio (1058-87). Della sua azione di riforma interna al monastero si sa poco, ma la sua presenza coincise sia con quella di uomini di alto livello spirituale (Dell’Omo, 1999, pp. 35 s.), sia con l’aumento dell’attrattività di Montecassino (esemplare, in tal senso, la richiesta del re Stefano d’Ungheria, grazie anche alle sue relazioni con Niedereltaich, di inviargli monaci cassinesi nel 1038 per popolare un suo monastero). Nonostante gli innumerevoli impegni esterni, infine, promosse lavori edilizi sia nell’abbazia (Chronica monasterii Casinensis, cit., II, cap. 89, pp. 340 s.; D’Onofrio, 2003; Dell’Omo, 1999, p. 191) sia all’esterno di essa.
Fonti e Bibl.: Annales Casinenses, a cura di G.H. Pertz, in MGH, Scriptorum, XIX, Hannoverae 1866; Annales Altahenses maiores, a cura di W. de Giesebrecht - E. L.B. ab Oefele, in MGH, Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum, IV, Hannoverae 1891; Conradi II. Diplomata, a cura di H. Bresslau, in MGH, Diplomatum regum et imperatorum Germaniae, IV, Hannoverae-Lipsiae 1909; Necrologia Germaniae, IV, Dioecesis Pataviensis, I, a cura di M. Fastilnger, in MGH, Necrologia Germaniae, IV, Berolini 1920; Chronicon Vulturnense del Monaco Giovanni, a cura di V. Federici, I-III, Roma 1925; Heinrici III Diplomata, a cura di H. Bresslau - P. Kehr, in MGH, Diplomatum regum et imperatorum Germaniae, V, Berolini 1931; Annales Casinenses ex Annalibus Montis Casinis..., a cura di G. Smidt, in MGH, Scriptorum, XXX, 2, Lipsiae 1934; Amato di Montecassino, Storia dei Normanni, a cura di V. de Bartholomeis, Roma 1935; F. Böhmer, Regesta Imperii, III, 1, Die Regesten des Kaiserreiches unter Konrad II, 1024-1039, Graz 1951; Chronica monasterii Casinensis, a cura di H. Hoffmann, in MGH, Scriptores, XXXIV, Hannover 1980; Desiderio di Montecassino, Dialoghi sui miracoli di san Benedetto, a cura di P. Garbini, Cava de’ Tirreni 2000; Annales Cavenses, a cura di F. Delle Donne, Roma 2011; Registrum Petri Diaconi (Montecassino, Archivio dell’abbazia, Reg. 3). Edizione e commento, a cura di J.M. Martin et al., Roma 2015.
L. Tosti, Storia della Badia di Monte-Cassino, I-III, Napoli 1842-1843; P. Fedele, Di alcune relazioni tra i conti del Tuscolo ed i principi di Salerno, in Archivio della R. Società romana di storia patria, XXVIII (1905), pp. 5-21; W. Wühr, Die Wiedergeburt Montecassinos unter seinem ersten Reformabt Richer von Niederaltaich († 1055), in Studi Gregoriani, 1948, n. 3, pp. 369-451; L. Fabiani, La terra di s. Benedetto. Studio storico-giuridico di Montecassino dall’VIII al XIII secolo, I-II, Montecassino 1950-1968; H. Hoffmann, Die älteren Abtslisten von Montecassino, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, XLVII (1967), pp. 224-354; H. Goetting, Godehard (1022-1038), in Die Hildes-heimer Bischöfe von 815 bis 1221 (1227), Berlin-New York 1984, pp. 230-256; H. Bloch, Monte Cassino in the Middle Age, I-III, Roma 1986; C. Jung, L’abbaye de Niederaltaich, centre de réforme monastique au Xe et XIè siècles, Paris 1989; M. Dell’Omo, Montecassino. Un’abbazia nella storia, Montecassino 1999; L’abbazia di san Benedetto di Leno. Mille anni nel cuore della pianura Padana, a cura di A. Baronio, Brescia 2002; M. D’Onofrio, Il Chronicon di Leone Ostiense e la chiesa predesideriana di San Benedetto, in Medioevo. Immagine e racconto, a cura di A.C. Quintavalle, Milano 2003, pp. 162-169; H. Dormeier, Richer von Niederaltaich, in Neue deutsche Biographie, XXI, Berlin 2003, pp. 514 s.