ricominciare
Il significato di " cominciare di nuovo ", " riprendere " si precisa con l'oggetto espresso, come in Pg I 16 Dolce color d'orïental zaffiro / ... a li occhi miei ricominciò diletto: l'azzurro del cielo, ritrovato all'uscita dalla natural burella, riprende a produrre, dopo l'angustia della notte infernale, il diletto della luce negli occhi del pellegrino. Così in If XVI 19 Ricominciar, come noi restammo, ei / l'antico verso, dove verso è inteso per lo più come " lamento ": cioè i dannati, dopo aver invitato D. a fermarsi, riprendono a lamentarsi per la sofferenza prodotta dalla pioggia di fuoco (piangean tutte assai miseramente, XIV 20; gli antichi commentatori leggevano persino ei come un'interiezione di dolore); secondo altri (Torraca, Del Lungo, Pietrobono) verso vale " movimento " o " corsa " (cfr. XVI 5-6), in quanto, essendosi D. e Virgilio fermati, essi non hanno più ragione di correre. In Pg XXV 129 indi ricominciavan l'inno bassi, dopo aver gridato l'esempio di virtù, i lussuriosi riprendono il canto di un inno mattutino a voce bassa, come umile preghiera.
Più frequentemente significa la ripresa di un discorso (con prevalenza della forma assoluta su quella servile con ‛ dire ', ‛ parlare ') dopo un'interruzione o dopo la battuta di un interlocutore, e introduce il discorso diretto: in If XIII 85 Perciò ricominciò: " Se l'om ti faccia... ", Virgilio aveva esortato D. a parlare con il tronco di Pier della Vigna; avendo D. chiesto che lo faccia lui, riprende a parlare, ma rivolgendosi al dannato; cfr. anche Pg XIV 77, Pd XIX 103, XXIV 118, XXVI 55, XXX 38 con atto e voce di spedito duce / ricominciò: " Noi siamo usciti fore... " (questa volta la ripresa del discorso, da parte di Beatrice, interrotto alla fine del canto XXIX, viene dopo un'ampia pausa, costituita prima dallo svanire degli angeli trionfanti, e poi dal disagio del poeta di fronte alla nuova e suprema bellezza di Beatrice).
Talvolta il verbo si colloca nel mezzo del discorso diretto, come in If XXII 98 " Se voi volete vedere o udire ", / ricominciò lo spaürato appresso; Pg IX 92, XXVI 74. In Pd XXI 112 Così ricominciommi il terzo sermo, è addirittura posposto al discorso diretto (il successivo proseguimento è quindi introdotto da poi, continuando, disse, v. 113) ed è integrato dall'oggetto sermo e dal suo attributo. In XVI 12 Dal ‛ voi '... / ricominciaron le parole mie, indica solo, con la precisazione del soggetto parole, che D. parla nuovamente a Cacciaguida, dopo la lunga battuta di questo, mentre il discorso diretto è introdotto dal successivo Io cominciai (v. 16).
In Pg XXXI 4 [Beatrice] ricominciò, seguendo santa cunta, non c'è altra interruzione giustificativa che il passaggio dal canto XXX al XXXI; piuttosto la ripresa è nel rivolgersi di Beatrice, dopo che agli angeli, ancora a D. (cfr. XXX 55-57 e 73-75).
La forma servile appare solo in If XIII 35 ricominciò a dir: " Perché mi scerpi?... ", dove la ripresa si realizza con un passaggio dal ‛ gridare ' (v. 33) al ‛ dire ' (cfr. Petrocchi, ad locum).
V. anche COMINCIARE.