Malispini, Ricordano
Con questo nome si autodefinisce il presunto autore duecentesco della compilazione storico-leggendaria nota come Storia fiorentina: " nobile cittadino di Fiorenza, venuto ab antico da Roma, e' suoi predecessori, rifatta che la città fue di Fiorenza, si puosono presso quasi al dirimpetto delle case degli Ormanni, appresso alla chiesa di Santa Cecilia: e 'l detto Ricordano ebbe queste scritture da uno nobile cittadino di Roma [suo parente " per femmina "], il cui nome fue Fiorello di Liello Capocci " (cap. XL); specificando quindi: " negli anni di Cristo MCC... capitai a Roma in casa i detti miei parenti e quivi trovai le sopradette scritture, e scrissi quello che trovai, in ispezialità de' fatti della nostra città di Fiorenza e di Fiesole... ed ancora scrissi molte cose le quali viddi, de' miei dì nella detta nostra cittae di Fiorenza " (cap. XLI), utilizzando altresì " scritture antiche ch'erano nella Badia " di Firenze (cap. CCXXXI).
Della Storia malispiniana si conoscono quattro manoscritti principali (Laurenziano Plut. LXI 29; Magliabechiano IV 27 e IV 28; codice 499 della bibl. Nazionale di Roma), di cui il più antico, il Magliabechiano IV 27, non si può far risalire più indietro della seconda metà avanzata del sec. XIV, ed è perciò posteriore alla completa stesura della Cronica di G. Villani.
Stampata la prima volta a Firenze, presso i Giunti, nel 1568, per la Storia va fatto tuttora ricorso all'edizione ‛ vulgata ' a cura di V. Follini (1816). Essa abbraccia avvenimenti della storia fiorentina che vanno dalle origini di Fiesole all'anno 1282; un'appendice all'opera di Ricordano, scritta da " Giacotto di Francesco Malispini ", protrae la narrazione fino all'anno 1286.
Ove l'autenticità complessiva della Storia risultasse confermata, essa non solo rappresenterebbe una precisa fonte storica della Commedia (oltre che della Cronica del Villani), ma offrirebbe altresì notevoli precedenti tematici e verbali dell'opera dantesca: sia sufficiente rinviare alla fine del cap. CLXXXVII per l'episodio di Manfredi (cfr. Pg III 124-132), al cap. CLXXXV per Buoso da Duera (cfr. If XXXII 115-117), al cap. CCXXXII per Guido da Montefeltro (cfr. If XXVII), al cap. XCIX per i riferimenti a Buondelmonte, alla pietra scema e al motto pronunciato da Mosca de' Lamberti (Pd XVI 140-145, If XXVIII 107).
Va intanto osservato che il nome di Ricordano non è stato fin qui identificato con quello di alcun personaggio storico duecentesco, rimanendo congetturale trattarsi di un esule guelfo riparato a Roma dopo Montaperti e rientrato in Firenze dopo la battaglia di Benevento (il nome del " quondam Giachotti Malaspina " risulta invece da un documento del 1290: Passerini, 18931). Già nel secolo scorso l'autenticità della Storia venne contestata esplicitamente da P. Scheffer-Boichorst (1870), con argomenti che - sebbene non del tutto stringenti - indussero uno storico della levatura del Davidsohn a trascurare la compilazione malispiniana nella sua monumentale Geschichte von Florenz. La tesi della falsificazione, accolta in Italia non senza esitazioni, trovò conforto nel 1890 a opera dí V. Lami con l'indicazione di un compendio della Cronica del Villani come fonte diretta di una notevole sezione della Storia. Dopo un intervento dubitativo di E. Sicardi (1917), il più autorevole sostenitore dell'autenticità, R. Morghen, iniziò nel 1920 una serie di saggi sulla questione. Mediante rilievi comparativi rispetto al Villani - la reversibilità delle cui risultanze non sembra peraltro essere stata tenuta nel dovuto conto dallo studioso -, e non senza ricorso a ipotesi estreme circa l'ignota tradizione manoscritta anteriore al Laurenziano, da lui già ritenuto il codice più antico, il Morghen ha sostenuto la fondamentale autenticità della Storia malispiniana, la cui composizione sarebbe stata iniziata intorno al 1270. Le risultanze del Morghen, sebbene accolte da altri storici italiani, hanno lasciato per lo più indifferenti gli studiosi di D., come mostrato a non dir altro dallo scarso ricorso al M. nei commenti alla Commedia. Fin dal 1931, del resto, il Barbi era intervenuto con una breve ma decisa condanna della tesi morgheniana. Negli anni più recenti si è avuta una nuova ripresa della questione per merito soprattutto dello storico americano C.T. Davis, il quale continua a lavorare sull'argomento. La questione stessa potrà essere risolta, in ultima istanza, solo sulla base di un atteso testo critico. Sembra intanto arduo poter invalidare le conclusioni enunciate dal Davis e che sono così riassumibili anche a seguito di una collazione da lui fatta tra il Magliabechiano più antico e il Laurenziano: nella prima parte della sua Storia (capp. I-XLI, ediz. Follini) il compilatore malispiniano ha copiato per intero il Libro fiesolano (rifacimento in volgare della Chronica de origine civitatis composta certamente prima del 1231), mentre nella seconda parte ha trascritto l'anonimo compendio della Cronica del Villani, non senza inserire però, tanto nella prima che nella seconda parte, passi di carattere leggendario e d'interesse genealogico (nonché qualche osservazione personale) che possono ben derivare da materiale pretrecentesco rimasto ignorato al Villani. Sebbene dunque la compilazione malispiniana (composta per glorificare alcune famiglie fiorentine, in particolare i Bonaguisi) vada ascritta alla seconda metà del sec. XIV, è proprio per tali inserzioni che l'opera può risultare d'interesse allo studio della Commedia, in quanto cioè esse possono riflettere fonti non note anteriori all'opera dantesca. Quest'ultima non risulta fosse direttamente nota al compilatore: gli echi danteschi nella Storia sono infatti riferibili alla mediazione del compendio villaniano.
Bibl. -Per una lista delle edizioni vedi C. Paoli, Studi sulle fonti della storia fiorentina, V, La Storia Fiorentina di Ricordano e Giacotto M.; in " Arch. Stor. Ital " s. 3, XXI (1875) 458 nota; edizione ‛ vulgata ' (basata sul Magliabechiano IV 27): Storia fiorentina di Ricordano M. col seguito di Giacotto M., dalla edificazione di Firenze sino all'anno 1286, a c. di V. Follini, Firenze 1816, preceduta dalla muratoriana (basata sul Magliabechiano IV 28) in Rer. Ital. Script. VIII); alcuni capitoli, tratti dal cod. Laurenziano con il riscontro degli altri tre manoscritti principali, sono riprodotti in Segre-Marti, Prosa. Per la questione: A. Busson, Die fiorentinische Geschichte der M. und deren Benutzung durch D., Innsbruck 1869; P. Scheffer-Boichorst, Die florentinische Geschichte der M., eine Fälschung, in " Historische Zeitschrift " XXIV (1870) 274-313 (ristampato in Florentiner Studien, Lipsia 1874); C. Cipolla-V. Rossi, Intorno a due capi della Cronica malispiniana, in " Giorn. stor. " VIII (1886) 231-241; V. Lami, Di un compendio inedito della Cronica di Giovanni Villani nelle sue relazioni con la storia fiorentina malispiniana, in " Arch. Stor. Ital. " s. 5, V (1890) 369-416; E. Sicardi, Critica tedesca e suggestione italiana. Ricordano M. fu un falsario?, in " Nuova Antol. " XLIV (16 maggio 1917) 159 ss. (cfr. l'introduz. a Due cronache del Vespro in volgare siciliano del secolo XIII, in Rer. Ital. Script. XXXIV 1, Bologna 1917, CXVI-CXLVII): R. Morghen, Note malispiniane, in " Bull. Ist. Stor. Ital. " XL (1920) 105-126; ID., D., il Villani e Ricordano M., ibid. XLI (1921) 171-194; ID., Ancora sulla questione malispiniana, ibid., XLVI (1931) 41-92; ID., La storiografia fiorentina del Trecento: Ricordano M., Dino Compagni e Giovanni Villani, in Libera cattedra di storia della civiltà fiorentina. Secoli vari: '300, '400, '500, Firenze 1958, 69-93; D. and the Florence of the Good Old Days, in From Time to Eternity, a c. di T.G. Bergin, New Haven-Londra 1967, 19-37. La tesi del Morghen è accettata, tra gli altri, da G. Mazzoni, La questione malispiniana, in " Nuova Antol. " s. 6, CCXVIII (maggio-giugno 1922) 193-204, e da A. Del Monte, La storiografia fiorentina dei secoli XII e XIII, in " Bull. Ist. Stor. Ital. " LXII (1950) 175-282, nonché dal curatore della sezione malispiniana (M. Marti) del vol. La prosa del Duecento, citato. La tesi dell'autenticità è contrastata da W. Lenel, " Nachrichten " n. 992, in " Neues Archiv " XLVI (1926) 625-626; M. Barbi, La questione malispiniana e D., in " Studi d. " XV (1931) 195-198; C.T. Davis, D. and the Idea of Rome, Oxford 1957, 244-262; ID., Il buon tempo antico, in Florentine Studies: Politics and Society in Renaissance Florence, a c. di N. Rubinstein, Londra 1968, 45-69; The M. question, estratto da A. Giuseppe Ermini, Spoleto 1970, 215-254; G. Aquilecchia, D. and the Fiorentine Chroniclers, in " Bulletin of the John Ryland's Library " XLVIII (1965) 30-55; ID., Aspetti e motivi della prosa trecentesca minore, in " Italian Studies " XXI (1966) 1-15. Per i capp. genealogici della Storia, v. J.K. Hyde, Italian social Chronicles in the Middle Ages, in " Bulletin of the John Ryland's Library " XLIX (1966) 107-132. Cfr. Sanzanome; Villani, Giovanni.