RICREATORIO
. Istituzione ricreativa sussidiaria della scuola popolare. Ebbe carattere cittadino e fiorì di preferenza presso i centri operai raccogliendo dalla strada i ragazzi che vi rimanevano nelle ore extrascolastiche abbandonati da genitori (occupati nei laboratorî e nelle officine) o comunque privi di assistenza. Principalissimo promotore in Italia, se non pure iniziatore, di quest'opera provvida fu S. Giovanni Bosco (v.) col suo celebre Oratorio di Valdocco in Torino (1846). L'esempio di don Bosco originò un movimento in favore dei ricreatorî, specialmente da parte di sacerdoti dell'uno e dell'altro clero, per raggiungere un'organizzazione totalitaria della educazione del popolo, e si svolse durante circa un quarantennio (1885-1925) assecondando i progressi della democrazia, finché la politica del fascismo diede un nuovo indirizzo a tutta l'assistenza sociale.
I ricreatorî si divisero in maschili e femminili; questi ultimi più scarsi anche perché le ragazze trovano, in genere, maggior protezione nella famiglia. Inspirati a una pedagogia illuminata dalle scienze biologiche, i ricreatorî credettero di combattere l'intellettualismo dei programmi scolastici, di cui lamentavano le deficienze soprattutto nei riguardi dell'educazione fisica. Varî congressi furono tenuti per fissarne l'ordinamento civile; il primo nel settembre 1889 in Brescia; nel giugno 1892 il secondo in Pavia; nel giugno 1894 il terzo in Genova. In quest'ultimo congresso fu deliberata la costituzione dei ricreatorî italiani in federazione, e votato il patto federativo. Nel 1896, costituitosi in Roma il Comitato nazionale per l'educazione fisica, sembrò per un momento che i ricreatorî si dovessero riassorbire in questa nuova organizzazione; ma in realtà seguitarono più che mai a diffondersi, approfittando dell'intensificata propaganda per l'incremento dell'educazione fisica nelle scuole. Il loro programma fu assai vario, ma intese costantemente associare il carattere ginnico-sportivo con quello educativo: esercizî fisici, escursioni in campagna e sui monti, bagni, giuochi, corse, gare, ogni genere di sport opportunamente alternato a conferenze piacevoli e istruttive, all'insegnamento della musica, del canto, del disegno, del lavoro manuale, ecc. Insegnanti di educazione fisica furono specialmente indicati per la direzione dei ricreatorî. Al carattere ginnico-sportivo si associò strettamente la propaganda igienica, così, ad es., ai ricreatorî-scuole "Raggio di Sole" di Padova risale una fruttuosa iniziativa per la diffusione in Italia delle scuole all'aperto. Con la legge 4 giugno 1911 sulla scuola elementare e popolare i ricreatorî trovarono un riconoscimento ufficiale, rientrando nella rete delle istituzioni assistenziali della scuola, dipendenti dai patronati scolastici (v. patronato: Patronati scolastici), eretti in ente morale. Sebbene la divisione dei partiti s'introducesse nell'istituzione a separare i ricreatori laici dai cattolici, tuttavia nell'insieme essi si prestarono all'educazione patriottica delle masse giovanili nei rioni più popolosi. Nelle terre irredente, specialmente a Trieste, si distinsero per le benemerenze acquisite col tener desto l'amore verso la patria. Nel 1925 l'Opera nazionale balilla ha finito per riassorbire tutte le istituzioni sussidiarie della scuola, compresi i ricreatorî, nelle maglie dell'organizzazione nazionale, che offre unità di direzione politica, uniformità di metodo pedagogico e stabilità di assetto economico all'educazione sussidiaria, fisica e spirituale, della gioventù.
Bibl.: Il Ricreatorio popolare di Trastevere, monografia presentata all'Esposizione di Parigi del 1900, Roma 1900; A. Randi, I Ricreatori-scuola "Raggio di sole" sui bastioni di Padova, Padova 1907; G. Cicerone, I ricreatori di Roma nel progresso educativo, Roma 1912; Relazione sulla istruzione primaria e popolare in Italia, a cura del Ministero della pubblica istruzione, 1912, I; N. Cobol, I ricreatori. Ordinamento e vita, Trieste 1914.