SCOTT, Ridley
Regista e produttore inglese, nato a South Shields (Tyne and Wear) il 30 novembre 1939. Ha frequentato il West Hartlepool College of Art e, in seguito, il Royal College of Art di Londra, dove si è diplomato in scenografia. Dopo avere realizzato un breve cortometraggio (Boy on a bicycle, 1965), ha diretto per la BBC alcuni telefilm (le serie Z-cars, The informer ecc.). Dal 1967 si è dedicato al cinema pubblicitario, al quale nei successivi decenni ha fornito oltre tremila spot (in Italia, per la pasta Barilla), raggiungendo un prestigioso livello grazie alle sue doti di 'creativo'. Trasferita la sua raffinatezza di scrittura nel cinema di fiction, ha esordito con The duellists (1977; I duellanti), vincendo subito il premio Opera prima al Festival di Cannes per l'immagine fastosa, la bellezza plastica, gli echi pittorici con cui nel film - tratto da una novella di J. Conrad - raccontava l'odio reciproco di due ufficiali napoleonici, indotti a sfidarsi a ogni incontro. Ed è proprio uno stile visivo molto personale che ha caratterizzato, sin dall'inizio, il cinema del regista inglese.
Tutta l'eclettica carriera di S. si è svolta in varie direzioni: dalla fantascienza al genere fantasy, dal poliziesco all'avventuroso e al romanzesco sentimentale. Alien (1979), un thriller hollywoodiano nel quale un gruppo di astronauti combatte una creatura mostruosa venuta dalle galassie, è stato premiato con l'Oscar per gli effetti speciali: una sintesi delle convenzioni orrorifiche salutata dalla platea come un capolavoro. Alla science-fiction appartiene anche Blade Runner (1982; ripresentato nel 1991 con il montaggio originale, Blade Runner - The director's cut), ispirato al romanzo Do androids dream of electric sheep? di P.K. Dick, e ambientato in una Los Angeles del 2019, megalopoli putrescente, tetra e barocca, in cui un gruppo di replicanti privi di memoria e di sentimenti si ribella ai tecnocrati che sono al potere. Raggiunta la celebrità internazionale con quella pessimistica profezia d'un futuro selvaggio e sordido, rappresentato con forti valenze visionarie, S. ha rinnovato la propria tematica passando dal noir al recupero della favolistica classica. In Legend (1985) la lotta fra il bene e il male è simbolizzata dal conflitto tra luce e tenebre; i risultati sono tuttavia deludenti, nonostante i trucchi, le mirabolanti scenografie e il particolare uso degli effetti luministici; il 'giallo' Someone to watch over me (1987; Chi protegge il testimone) è stato apprezzato soprattutto per la maestria tecnica. Black rain (1989; Black rain - Pioggia sporca) è un film di costante tenuta drammatica, tutto d'azione, che per proporre un confronto tra civiltà statunitense e giapponese ambienta scene di grande violenza nei luoghi della mafia nipponica.
Cambiando ancora genere, S. è tornato a riscuotere larghi consensi con Thelma & Louise (1991), che ha procurato l'Oscar alla sceneggiatrice C. Khouri e la nomination al regista per il linguaggio spettacolare, fatto di ritmo e di brio, con cui ha narrato la rivolta antimaschilista di due amiche in viaggio nell'Arkansas. Meno riusciti invece 1492: Conquest of Paradise (1992; 1492: La conquista del Paradiso), che tenta di romanzare la scoperta di Cristoforo Colombo, interpretato da G. Depardieu, e White squall (1996; L'Albatros - Oltre la tempesta), dove un gruppo di liceali è coinvolto in una tragedia del mare. Tra il 1999 e il 2000 ha realizzato Gladiator (Il gladiatore), film storico e d'azione, in cui ha offerto una personale reinterpretazione del mondo romano.
bibliografia
P. Scanlon, M. Gross, La storia di Alien. Nello spazio profondo nessuno vi sentirà gridare…, Milano 1979.
Dossier Ridley Scott, in L'écran fantastique, n.s., 1982, 26.
P. Rossi, Da "The duel" a "The duellists", in Comunicazioni sociali, aprile-giugno 1990.
F. Matteuzzi, Ridley Scott, Roma 1995.
A. Adinolfi, Ridley Scott, Lancusi 1996.