ridondanza
ridondanza attribuzione, nella codifica di una informazione, di un numero di simboli maggiore di quelli strettamente necessari alla codifica, allo scopo di fare in modo che chi riceve il messaggio possa valutarne la correttezza o correggerne gli eventuali errori. Il linguaggio naturale è largamente ridondante mentre quello algebrico generalmente non presenta ridondanze. La ridondanza rappresenta quella frazione della struttura di un messaggio che non è possibile scegliere liberamente, ma che rimane determinata dalle regole statistiche che vigono nell’insieme e che governano gli accostamenti dei simboli nel linguaggio: tale funzione, statisticamente parlando, non risulta necessaria per la composizione del messaggio, il quale sarebbe perciò riconoscibile o ricomponibile anche in assenza di tale frazione. Nel linguaggio naturale, la ridondanza è pari a circa il 50% e permette, quindi, la comprensione di una frase, nonostante eventuali errori di ortografia. Mentre nei linguaggi naturali la ridondanza è intrinseca al linguaggio stesso, nei codici per la trasmissione dell’informazione si ricorre alla ridondanza per rilevare e correggere eventuali perdite d’informazione lungo il canale di trasmissione. È il caso per esempio del → bit di parità aggiunto a una stringa binaria o dell’ultima lettera del codice fiscale (calcolata con un algoritmo a partire dalle precedenti 15).