riduzione erotica
riduzióne eròtica locuz. sost. f. – Nozione proposta dal filosofo francese Jean-Luc Marion (Le phénomène érotique, 2003) in merito alla questione fenomenologica della ‘riduzione’, ossia del tentativo di arrivare a un punto di inizio della filosofia volto a eliminare quel che l’attitudine naturale porta a ricevere come acquisito. L’esigenza di attingere, mediante la riduzione, un punto ‘irriducibile’, ossia che non possa essere ricondotto a un dato più originale, è indagata da Marion mediante il confronto critico con le fenomenologie del 20° sec., cui integra la propria riflessione sulla metafisica cartesiana. Dalla riduzione fenomenologica emergono, secondo Marion, due questioni principali: quella del ‘dato’, di cui viene diversamente intesa la priorità nei diversi approcci filosofici, e quella del ‘luogo’ della ‘donazione’ (uno dei cardini del pensiero metafisico-teologico di Marion) di tale dato, ossia ciò che approssimativamente definiamo l’io (o, secondo diverse prospettive, il me, il sé, ecc.). La riduzione si è presentata nella fenomenologia principalmente come riduzione epistemica (Husserl) e trascendentale, mirante a un’oggettività dei vissuti che ha i caratteri della quantificazione e della misura (ordo et mensura nella filosofia di Descartes) e dei quali si indaga la possibilità; la riduzione ontologica (Heidegger) indaga invece il modo di essere dell’ente che si dà nei vissuti. Tali approcci non sfuggono all’esito nichilista espresso dalla domanda sul senso: «a che pro?». A tale questione consente di rispondere la r. e. che sorge non dall’interrogativo su cosa sia l’io, l’ego, il me, ecc., ma dalla domanda: «qualcuno mi ama?». Al di fuori del paradigma della certezza l’io non è performato o autoprodotto dalla cogitatio, e neppure dal pensarsi come ente, ma è attinto come ‘amato potenziale’ o amabile. In luogo di una ‘certezza’ che dipende dall’io, la r. e. attinge l’‘assicurazione’ di essere amato e di amare, che dipende da ‘altrove’. In tal modo Marion oppone al ‘cogitante’ l’‘amante’: colui che può amare, che è possibile amare e che crede lo si debba amare.