Riflesso
In fisiologia si definisce riflesso (dal latino tardo reflexus, derivato di reflectere, "riflettere") la risposta motoria o secretoria che si svolge automaticamente, e quindi al di fuori della volontà dell'individuo, consistente nella trasmissione di uno stimolo da un recettore periferico, attraverso le vie afferenti, a un organo centrale (midollo spinale, cervello) e da questo, attraverso le vie efferenti, a un organo effettore (muscolo, ghiandola ecc.).
l. Riflessi muscolari
L'impulso attraverso la via afferente giunge a un centro, detto centro del riflesso, dal quale si diparte la via efferente all'organo effettore che potrà essere un muscolo o altra struttura. Questo insieme anatomofisiologico, detto arco riflesso o diastaltico, viene definito monosinaptico se non comprende interneuroni, polisinaptico se comprende uno o più interneuroni (v. neurone). La via afferente e quella efferente si integrano a livello centrale, dove sono soggette al controllo di vie provenienti dal tronco cerebrale. Lo studio dei riflessi permette di stabilire l'integrità o l'alterazione di un determinato segmento del sistema nervoso centrale (a cui appartiene l'arco diastaltico). I riflessi (v. anche vol.1°, II, cap. 3: Apparati e sistemi, Sistema nervoso) si suddividono in fisiologici, patologici, primitivi e di automatismo spinale. Sono presenti sia nella normalità sia nelle diverse lesioni del sistema nervoso e sono suscettibili di modificazioni quantitative (accentuazione dei riflessi, o iper-reflessia; attenuazione dei riflessi, o iporeflessia; scomparsa dei riflessi, o areflessia). A seconda della modalità di stimolazione (percussione tendinea con martelletto, strisciamento della cute, toccamento di una mucosa), i riflessi fisiologici muscolari si possono distinguere in riflessi profondi (o propriocettivi) e superficiali (o esterocettivi). I riflessi profondi sono quelli in cui, mediante un allungamento rapido del muscolo, si eccitano i fusi muscolari dai quali parte un impulso che determina una contrazione muscolare e quindi, per stimolazione dei recettori tendinei del Golgi, un'inibizione responsabile della sua brusca cessazione. Tali riflessi vengono detti profondi perché il recettore è posto in profondità; propriocettivi perché lo stimolo proviene da strutture proprie del corpo; miotatici perché lo stimolo origina nel tessuto muscolare; di stiramento perché lo stimolo consiste sostanzialmente in uno stiramento muscolare; impropriamente sono chiamati tendinei od osteotendinei, in quanto in passato si riteneva che l'impulso riflesso avesse origine a livello dei tendini o del periostio. Questi riflessi sono monosinaptici e quindi unisegmentali. I principali riflessi profondi sono il riflesso bicipitale, tricipitale, radioflessore (o brachioradiale, o stiloradiale), radiopronatore e cubitopronatore, rotuleo o patellare, achilleo e medioplantare. Percuotendo con il martelletto un tendine o una superficie ossea si otterrà una contrazione involontaria del muscolo agonista e una decontrazione di quello antagonista. Elementi di valutazione possono essere una significativa asimmetria o una netta differenza di risposta tra uno o più riflessi, essendo di norma la risposta uniforme. L'areflessia e l'iporeflessia sono indizio di lesione, rispettivamente completa e incompleta, dell'arco diastaltico a qualsiasi livello, sia nella via afferente (recettori, nervo sensitivo, radice posteriore), sia nel versante efferente (sostanza grigia delle corna anteriori, radice anteriore, nervo motore, muscolo). L'iper-reflessia si manifesta con l'aumento della velocità, intensità e ampiezza della risposta contrattile e con l'ampliamento dell'area reflessogena e della sede di risposta (diffusione del riflesso). Accanto alla reazione principale più importante, si verifica anche la reazione di gruppi muscolari normalmente appena o non attivati: si può trattare di una risposta policinetica o polifasica, per cui alla percussione si ottiene una risposta multipla con reazione iniziale intensa e successive oscillazioni in progressiva attenuazione, oppure di una risposta clonica (o clono), ossia ripetitiva con contrazioni e decontrazioni muscolari ritmiche e sempre uguali a sé stesse, sostenute da uno stiramento continuato del muscolo. L'iper-reflessia profonda si verifica in seguito a lesioni del primo motoneurone (vie piramidali). I riflessi superficiali sono così chiamati in quanto la reazione motoria viene ottenuta dall'eccitazione di recettori posti in superficie, attraverso stimoli prevalentemente nocicettivi. Questi riflessi sono detti anche esterocettivi, perché l'organo recettore riceve stimoli ambientali esterni; sono polisinaptici e quindi plurisegmentali e si distinguono in cutanei e mucosi. La risposta riflessa può, anche in questo caso, essere quantificata in assente, debole, media, vivace e scattante. Tra i riflessi cutanei si possono annoverare i riflessi addominali (epigastrico, mesogastrico e ipogastrico) e il riflesso plantare o cutaneoplantare; tra quelli mucosi si hanno il riflesso corneale e faringeo. L'iporeflessia superficiale indirizza verso una lesione dell'arco diastaltico a qualsiasi livello. Nel caso del riflesso cutaneo-plantare, il deficit piramidale si manifesta, anziché con una flessione, con un'estensione dell'alluce (segno di Babinski). I riflessi di postura sono alla base del mantenimento della postura tanto del corpo intero quanto di sue parti. Possono essere distinti in locali, quando lo stesso muscolo oppure i gruppi di muscoli costituiscono sia il recettore sia l'effettore del riflesso; segmentali, quando l'impulso origina in un muscolo o in un gruppo di muscoli riflettendosi su quelli del lato opposto; generali, quando i recettori sono localizzati in una sede limitata, in genere a livello del labirinto (orecchio interno) e dei muscoli del collo, e la reazione interessa tutto o gran parte del corpo. Un'accentuazione dei riflessi di postura locali indica un'affezione extrapiramidale di tipo parkinsoniano; una riduzione può indicare una sofferenza piramidale, una lesione dell'arco diastaltico da interessamento della via afferente (tabe dorsale o malattia di Friedreich), o della via efferente (poliomielite, atrofie muscolari mielopatiche) oppure di entrambe le vie (siringomielia, polinevriti o radicoliti). L'areflessia può anche esprimere una sofferenza cerebellare. Tra i riflessi di postura generali si ricordano i riflessi tonici del collo, fisiologici fino a 6 mesi di età e rilevabili in un certo numero di persone adulte normali e in genere riscontrabili nella rigidità decerebrata. I riflessi di raddrizzamento sono reazioni motorie complesse del corpo o di parti di esso a stimoli in genere a partenza labirintica o dai muscoli del collo o degli arti, che tendono a ristabilire la stazione eretta. Sono indizio di sindrome parkinsoniana. I riflessi primitivi sono normalmente presenti nel neonato (v. vol. 1°, III, cap. 6: Il corpo e le età della vita, Dalla nascita all'età adulta) o nella primissima infanzia, mentre sono assenti nell'adulto normale; possono presentarsi in caso di patologia cerebrale diffusa. Per riflessi di automatismo spinale (o di difesa, o massivi, o nocicettivi) si intende la risposta in flessione dell'arto inferiore per stimoli, in genere dolorosi, alla sua estremità distale. Si possono riscontrare in lesioni encefaliche con disturbi piramidali e soprattutto nelle lesioni midollari trasverse, nelle quali l'area reflessogena è enormemente estesa e un semplice stimolo tattile è sufficiente a provocarli.
2. Riflessi neurovegetativi
a) Reattività pilomotoria. Consiste nella comparsa di erezione dei peli in risposta a uno stimolo in un'ampia zona anche diversa da quella stimolata. Tale riflesso tende a esaurirsi con il ripetersi dello stimolo. Se ne distinguono due tipi: encefalico e spinale. Nel riflesso pilomotore encefalico lo stimolo (raffreddamento, compressione o sfregamento intenso della cute) viene applicato nella regione nucale-cervicale o nella regione ascellare anteriore. La risposta, omolaterale allo stimolo, riguarda l'arto superiore, il tronco e l'arto inferiore, e consiste in un'erezione pilifera e in una sensazione-reazione che è il brivido. Il riflesso pilomotore spinale si studia in caso di sezione midollare utilizzando stimoli portati nella zona sottolesionale, ottenendo così una reazione pilomotoria in questa sede. L'iporeflessia o l'areflessia pilomotoria sono indizio di ipo- o areattività del simpatico che innerva i muscoli lisci dei follicoli piliferi.
b) Reattività cutaneo-motoria. È la reattività di muscoli ad azione motoria sulla cute in rapporto a stimoli locali. Tale attività si saggia in genere con il riflesso mammilloareolare e con il riflesso dartoicoscrotale. Per il riflesso mammilloareolare si utilizzano gli stessi stimoli impiegati per il riflesso pilomotore applicati a livello dell'areola o del capezzolo, determinando contrazione del muscolo mammilloareolare. Nel riflesso dartoicoscrotale, stimolando la cute dello scroto o del perineo oppure la faccia interna della coscia, si determina la contrazione del muscolo dartos, che appare come un movimento vermicolare della superficie scrotale. Il deficit della reattività cutaneo-motoria è indizio di lesione simpatica dei centri e delle vie relativi al livello studiato.
c) Reattività vasomotoria. Esprime la vasodilatazione o la vasocostrizione di arterie e arteriole in rapporto a stimoli interni o esterni all'organismo. Si distingue una reattività spontanea e una provocata. La reattività spontanea (per es. eritema emotivo) consiste in una vasodilatazione spontanea a livello arteriolare con aumento della temperatura locale, che si manifesta al volto, al collo e alle regioni toraciche superiori in rapporto a fatti emotivi; è indice di vivace attività vasodilatatrice, conseguente a ipertono parasimpatico. Nella reattività provocata si possono distinguere dermografismo ed eritema da istamina in rapporto a uno stimolo cutaneo locale. Il dermografismo bianco (comparsa di una striscia bianca, che può persistere per molti minuti) è una reazione vasocostrittrice controllata dal simpatico; il dermografismo rosso è una reazione vasodilatatrice controllata dal parasimpatico. L'assenza di eritema istaminico (reazione farmacologicamente indotta mediante istamina) nel territorio di un nervo indica una sezione completa del nervo, la diminuzione è indice di compressione o di sezione parziale. I riflessi vasomotori contribuiscono al mantenimento dei valori pressori e alla distribuzione del sangue nei differenti organi.
d) Reattività cardiocircolatoria. Si tratta di una reazione di diverso aspetto che si verifica a livello dell'apparato cardiocircolatorio. Il riflesso oculocardiaco di Dagnini-Aschner è un rallentamento del ritmo cardiaco dovuto a compressione dei globi oculari; la reazione può essere invertita (aumento della frequenza), assente (nessuna modificazione della frequenza); se presente, è di entità media, forte e molto forte (riduzione della frequenza). Le risposte anomale esprimono alterazioni del tono neurovegetativo e possono essere di tipo simpaticotonico (reazione invertita, assente e debole) o di tipo vagotonico (reazione forte e molto forte); il disturbo più comune è l'assenza di reazione (per es. nella neurolue, nel morbo di Parkinson); la reazione forte e molto forte può riscontrarsi in alcune tossicomanie. Il riflesso solare o celiaco consiste in un aumento della frequenza cardiaca per compressione del plesso solare; nella normalità si ottiene un aumento della frequenza cardiaca con diminuzione di ampiezza del polso, lieve dispnea per vasocostrizione polmonare e aumento della pressione arteriosa sistolica (risposta positiva); la reazione nettamente e costantemente positiva è indizio di prevalenza del tono simpatico; la reazione assente o negativa indica invece la prevalenza del tono parasimpatico. Il riflesso senocarotideo consta di una riduzione della frequenza cardiaca per compressione del seno carotideo. Nel soggetto normale il riflesso è in genere positivo con bradicardia transitoria, ipotensione arteriosa, bradipnea con inspirazioni più profonde; tuttavia può essere anche negativo oppure assente; nel soggetto anziano tale riflesso può essere esagerato; una spiccata reazione positiva o vagale può essere indizio di iperattività sia dei centri nervosi sia delle terminazioni intracardiache, mentre una reazione scarsa o nulla indica un'iporeattività delle stesse strutture con prevalenza simpatica. La reazione tachicardica ortostatica è un aumento della frequenza del polso nel passaggio dal clinostatismo all'ortostatismo. Normalmente non si hanno sensibili variazioni della frequenza. Se la frequenza cardiaca aumenta e la pressione sistolica e diastolica diminuiscono, si tratta di vagolabilità. In questo caso nel passaggio dalla stazione eretta alla posizione supina si verifica il fenomeno inverso.
e) Reattività sudorale. È la sudorazione che si verifica in rapporto a stimoli interni o esterni all'organismo. La sudorazione è un fattore importante nella regolazione della temperatura corporea ed è controllata dall'ipotalamo (v. sudore). Può ridursi o aumentare (ipoidrosi, anidrosi e iperidrosi). L'ipoidrosi e l'anidrosi sono indizio di ipo- e areattività a causa di lesioni distruttive del sistema simpatico centrale o periferico che governa le ghiandole sudoripare. L'iperidrosi è indicativa di lesioni irritative delle vie simpatiche centrali o periferiche.
bibliografia
c. fazio, c. loeb, Neurologia, Roma, Universo, 1996
e.r. kandel, j.h. schwartz, Principles of neural science, Elsevier, New York, 1985.