Riforma radicale
Termine coniato dal riformatore svizzero H. Bullinger (1504-1575), continuatore dell’opera di H. Zwingli, per indicare le ali più estreme del movimento di Riforma protestante non coinvolte dal processo di unificazione promosso da Bullinger stesso, che, in seguito all’accordo con G. Calvino (1549), culminò nella Confessio Helvetica del 1566, accolta come confessione di fede dai riformati di Svizzera, Francia e Ungheria. Tra i movimenti di R.r. si annoverano gli , guidati da K. Grebel a Zurigo, che furono condannati da Zwingli (1526), e i seguaci di T. Müntzer, che furono coinvolti nella cd. guerra dei contadini del 1525 (➔ ).