rifugiato climatico
loc. s.le m. Chi è costretto ad abbandonare la propria terra e a cercare asilo a causa di disastri climatici.
• Atiq Rahman, uno scienziato bengalese premiato come «campione della Terra» dall’Onu dopo Mikhail Gorbaciov e Al Gore, sostiene che i ricchi inquinatori dovrebbero riscattarsi anche con l’accoglienza di milioni di rifugiati climatici dai Paesi poveri. (Federico Fubini, Corriere della sera, 2 ottobre 2009, p. 11, Primo piano) • La conferma viene dalle Kiribati: in questo arcipelago tra le Hawaii e Tahiti l’esodo è già cominciato. Le prime migliaia di abitanti hanno chiesto ai governi dell’Australia e della Nuova Zelanda di potersi trasferire perché la loro case non sono più abitabili e la loro terra sta sparendo. Per motivare la domanda hanno fatto ricorso a una definizione che nel linguaggio dei trattati internazionali non esiste perché la situazione non ha precedenti: «rifugiato climatico». E il governo della Nuova Zelanda ha accettato di costituire un programma per governare l’arrivo dei profughi climatici. (Antonio Cianciullo, Repubblica, 5 dicembre 2011, p. 49, R2) • la Ue sta correndo ai ripari per colmare il vuoto normativo. Con la Risoluzione del 17 dicembre scorso il Parlamento europeo si impegna ufficialmente a «partecipare attivamente al dibattito sul termine rifugiato climatico, compresa la sua eventuale definizione giuridica nel diritto internazionale o negli accordi internazionali giuridicamente vincolanti». (Paolo Bracalini, Giornale, 19 gennaio 2016, p. 7, Il Fatto).
- Composto dal p. pass. e s. m. rifugiato e dall’agg. climatico, ricalcando l’espressione ingl. climate refugee.
- Già attestato nel Corriere della sera dell’11 dicembre 2000, p. 3, In primo piano (Cecilia Zecchinelli).
> ecoprofugo, eco-rifugiato, migrante ambientale, profugo ambientale, profugo climatico, rifugiato ambientale.