RIGA (in lettone Rīga; A. T., 58)
Capitale della Lettonia e il massimo centro commerciale, industriale e culturale del paese, posta sulle rive della Daugava (Dvina occidentale), 15 km. a monte del suo sbocco nel Baltico (Golfo di Riga), anello più orientale di quella catena di porti costituita da Brema, Amburgo, Lubecca, Danzica. Il Golfo di Riga, che s'interpone ben addentro fra le terre, è in genere poco profondo (al massimo 50 metri) e poco salato. Dal punto di vista climatico Riga è una città piuttosto fredda, avendo in gennaio una media di −4°,2 (Stoccolma, che è alquanto più a N., ha −3°,1); si nota poi una grande variabilità da un anno all'altro, come appare dal fatto che si sono avute eccezionalmente in gennaio temperature medie di 17°,1 e di 2°,3. Luglio ha una media di 17°,7. Il minimo assoluto è stato di −32°,5, il massimo assoluto 38°,2. Le precipitazioni sono valutate in 614 mm. all'anno, con una media di 179 giorni con precipitazioni. I giorni con neve sono in media 51.
Il nome della città deriva da quello del piccolo corso d'acqua presso il quale è sorta ("Stat to der Ryghi" nei documenti più antichi), un modesto affluente di destra della Daugava che offriva condizioni favorevoli per creare un porto di confluenza dentro l'estuario e nello stesso tempo buone possibilità di difesa, nel punto dove la Daugava traversa una bassura pianeggiante e permette un passaggio abbastanza agevole, data l'esistenza di alcune piccole isole. La città si estese poi sulle due rive del fiume, ma la parte più antica è quella tra Daugava e Riga, cinta ad arco da un canale che si stacca dalla Daugava e vi si ricongiunge dopo circa un km., con strade arcuate parallele al fiume, tagliate ad angolo retto da altre strade. Il nucleo centrale tra il 1537 e il 1554 venne difeso con un fossato, mura e bastioni, abbattuti e trasformati in spaziosi viali nel 1860, quando ormai gran parte della città si era trasportata fuori delle mura, specie verso NE. e SE. nei due quartieri livone e letgallo (nell'anteguerra, di Pietroburgo e di Mosca) e sulla sinistra del fiume nel quartiere di Curlandia (nell'anteguerra, di Mitau). Delle mura rimane ancora qualche resto; il più imponente è una delle trenta torri dell'antica cinta (Pulveratornis), trasformata in museo di guerra. Un'altra grande torre, quella dello Spirito Santo, è incorporata nel Castello. Il primo ponte sulla Daugava è del 1714 e da allora ebbe inizio il popolamento della riva sinistra. La parte più antica conserva un aspetto abbastanza caratteristico, con le sue strade strette, parallele o perpendicolari alla Kaļķu iela, con il duomo, il castello, il parlamento, le chiese di S. Pietro e di S. Giacomo con i loro alti campanili, con le case delle associazioni dei commercianti e degli artieri, l'Opera, la Borsa. La Kaļķu iela è continuata oltre il ricordato canale dal Viale della Libertà (Brīvības Bulvars) a sinistra del quale è una grande piazza (Esplanade) che serve a feste ed a riviste militari.
I quartieri periferici sono invece monotoni e uniformi.
Sino alla fine del secolo XIX Riga era una città prevalentemente tedesca e nel suo aspetto conserva ancora molti caratteri che la ricollegano con le città della Germania. Fra il 1286 e il 1352 i registri delle imposte provano che su 1400 uomini 1269 erano Tedeschi, 70 Lettoni, 61 Russi. I Lettoni si trovavano anche dal punto di vista economico in posizione subordinata e per questo cercarono di creare delle corporazioni operaie. Su una popolazione di 6-8000 ab. essi sono nel sec. XV 1500 e nel secolo successivo 3000 su 10-15 mila. Divenuta russa nel 1710, Riga aveva ancora soltanto 14 mila ab., che tuttavia erano già raddoppiati mezzo secolo dopo. Essa trasse poi profitt0 dall'ingrandimento della Russia a spese della Polonia (annessione della Curlandia: 1795), dalla sua importanza militare, dall'erezione a capitale delle provincie baltiche (in un primo tempo, poi della sola Livonia), dal sempre maggior sviluppo delle regioni costiere della Russia. Dal 1830 al 1850 vi confluiscon0 dalle campagne molti Lettoni e sotto la spinta dello sviluppo industriale che avrebbe dovuto trasformate l'agricola Lettonia quasi in un Belgio dell'est, la città s'ingrandisce con ritmo sempre più celere. A questo contribuisce anche la creazione della rete ferroviaria e lo sviluppo delle opere portuali. Gli abitanti aumentano a 61.543 nel 1850, quindi a 73.600 nel 1860, a 116.200 nel 1870, 162.300 nel 1880, 234.900 nel 1890 e 314.800 alla fine del secolo. Di conseguenza le cifre delle nazionalità si spostano in modo notevole. Nel 1867 i Tedeschi sono ancora i più numerosi (44 mila), seguiti dai Russi (26 mila), dai Lettoni (24 mila) e dagli Ebrei (5 mila); nel 1881 i Tedeschi hanno pur sempre la prevalenza (67 mila, pari al 34%), contro 50 mila Lettoni (29%), 32 mila Russi (18%) e 14 mila Ebrei, quasi triplicali in pochi anni. Alla fine del secolo i Lettoni passano finalmente alla testa (41,6%), seguiti ormai a distanza dai Tedeschi (25,5%), dai Russi (16,6) e dagli Ebrei (6,4%). La città aumenta poi ancora a 446.100 ab. nel 1910 e nel 1914 con 514 mila diventa la sesta città della Russia (dopo Pietroburgo, Mosca, Varsavia, Odessa, Lódż) e uno dei maggiori porti del mondo per l'esportazione del legname. Lo sgombero, avvenuto durante la guerra mondiale, del distretto industriale da parte dei Russi, che trasportarono nell'interno del paese gran parte dei macchinarî, i danni di guerra, le lotte per l'indipendenza fecero scendere gli abitanti a 185 mila nel 1920, aumentati poi a 337.700 nel 1925 e 378.000 nel 1930 su una superficie di 211 kmq. (di cui 34,1 occupati da acque; densità per kmq. 1743). I Lettoni hanno naturalmente migliorata ancor più la loro posizione (60,2%), ma le minoranze tedesca (11,6), ebrea (11,2), russa (9%, in gran parte profughi), polacca (4,4) appaiono ancora notevolmente forti. Indice dei gravi disagi e delle perdite causate dalla guerra è l'alto numero delle donne, 1244 ogni 1000 uomini (1930).
L'industria aveva raggiunto nel 1914 una notevole ímportanza, ma ha dovuto poi adeguarsi ai bisogni del paese. Essa occupa 44 mila persone e lavora carta, legname, caucciù, vagoni, macchine agricole. Vi sono 140 imprese con oltre 50 addetti ciascuna. L'industria metallurgica impiega 7750 persone, quella del legno 7770, l'industria tessile 6730 e l'industria chimica 3680. Le principali officine sono nel quartiere di Curlandia.
Il porto di Riga, lungo le rive della Daugava (porto d'estuario), ha a sua disposizione 3000 ha. di acque navigabili; le navi che pescano da 5 a 7 m. possono scaricare le merci lungo i 36 km. di banchine (munite di moderni magazzini e mezzi di scarico), mentre quelle di maggior tonnellaggio si arrestano agli avanporti di Milgravis e di Daugavriva, che hanno il vantaggio di essere chiusi dai ghiacci per un numero minore di giorni. La portata media del fiume è a Riga di 661 mc., con un massimo in aprile (1680 mc.) e un minimo in gennaio (393 mc.). Esso è ghiacciato in media durante 37 giorni ogni anno. Il legno, che viene per lo più fluitato, è imbarcato nel porto del legno, posto a monte della città. La Daugava è larga 709 m. presso il vecchio ponte ferroviario, 550 m. di contro alla città antica, 1140 presso la foce. Nel 1931 sono entrate nel porto 1758 navi stazzanti 886.707 tonn. (1913: 2923 navi e 2.070.000 tonn.).
Riga, che fino al 1919 aveva avuto soltanto un politecnico, è ora sede d'una grande università (v. sotto). Verso NO. si sono sviluppati, a partire dal 1900, alcuni sobborghi balneari (Bulduri, Majori, Dubulti), denominati complessivamente Lido di Riga (Rigas Jurmala), i quali hanno una popolazione stabile di 8000 persone, in aumento notevole nei mesi estivi. (V. tavv. LVII e LVIII).
Bibl.: R. Pohle, Riga, Berlino 1919 (Meereskunde, n. 152).
Istituti culturali. - Riga è sede dell'università lettone (Latvijas Universitate), inaugurata nel settembre del 1919, che conta 390 tra professori, docenti e assistenti e quasi 9000 studenti divisi in 11 facoltà. All'università è annessa una biblioteca universitaria (fondata nel 1862 quale Biblioteca del politecnico) con un complesso di oltre 200.000 volumi. Riga possiede inoltre una biblioteca statale (fondata nel 1919) con circa 500.000 volumi e una biblioteca civica, ricca di manoscritti e incunabuli, la cui fondazione risale al 1524. Opere di pittori olandesi e lettoni formano il nucleo principale del Civico museo d'arte (fondato nel 1816), mentre il Museo storico di stato fondato nel 1920 raccoglie, nelle sue quattro sezioni, oggetti archeologici, etnografici, storici e numismatici. Riga ha tre teatri: un Teatro nazionale, un'Opera nazionale (fondata nel 1919), nel cui repertorio l'opera italiana tiene un posto cospicuo, e infine un Teatro lettone d'arte che, nel campo drammatico, ha funzione di teatro d'avanguardia e sperimentale.
Storia. - La città fu fondata, nel 1201, dal vescovo Alberto di Livonia, poi nominato appunto Alberto di Riga (v.); e la sua edificazione costituì uno dei momenti culminanti dell'avanzata del germanesimo sulle coste orientali del Baltico. A questo appunto Riga dovette la sua prima fortuna: subito fortificata e creata sede vescovile, essa diveniva, già nel 1255, sede arcivescovile, mentre la cittadinanza otteneva, nel 1225, il diritto di eleggere i proprî magistrati. La posizione geografica, in un momento in cui rifioriva il commercio internazionale, fece il resto: Riga, entrata a far parte nel 1282 della Lega anseatica, poté svilupparsi rapidamente e notevolmente e divenire uno degli emporî massimi del commercio dei paesi baltici. E, nonostante contrasti con i cavalieri dell'Ordine di Livonia (v. livonia), che tentarono di padroneggiarla, riuscì anche a mantenere autonomia di vita, e a dominare i territorî a lei vicini (terre patrimoniali di Riga). Ricca e fiorente, la città ebbe anche un certo sviluppo culturale: nel sec. XVI vi si fece avvertire l'influsso dell'umanesimo italiano. Dal 1522 la città passò alla Riforma. Dopo la fine dell'indipendenza della Livonia (1561), la città fu sottoposta prima al dominio polacco, poi, dal 1621, a quello svedese, e infine, dal 1710, a quello russo. Quest'ultimo durò fino al 1917: e Riga fu, a partire dalla fine del sec. XVIII, il capoluogo amministrativo della Livonia.
Scoppiata la guerra mondiale, l'offensiva tedesca dell'aprile 1915 in Curlandia fu arrestata dai Russi a una ventina di chilometri da Riga. Rimase così ai Russi un'ampia testa di ponte sulla sinistra della Dvina, dalla quale potevano minacciare l'estrema ala sinistra tedesca. Tale testa di ponte non aveva dinnanzi a sé l'ostacolo del fiume: tuttavia i Tedeschi il 10 settembre 1917 effettuarono, assecondati da una potente azione d'artiglieria predisposta dal col. Bruchmüller, l'attacco attraverso la Dvina a S. della testa di ponte. L'azione affidata al gen. Hutier, comandante dell'8ª armata s'iniziò alle 4 del mattino. Dopo 5 ore di preparazione d'artiglieria tre divisioni tedesche (gen. v. Berrer) poterono attraversare il fiume respingendo il nemico sino al piccolo Jägel. Nelle prime ore del 2 le altre divisioni dell'8ª armata attraversarono il fiume su ponti. Il piccolo Jägel fu forzato, il grande Jägel raggiunto. Il 3 settembre fu occupata Riga, ma il grosso delle forze russe (12ª armata) aveva potuto frattanto ritirarsi. I Tedeschi catturarono 262 pezzi, ma solo 9000 prigionieri.
Nel novembre 1918 Riga divenne capitale della repubblica lettone allora creata. Caduta nelle mani dei bolscevichi (3 gennaio 1919), fu liberata il 22 maggio 1920. L'11 agosto 1920 a Riga fu firmata la pace fra la Lettonia e l'U.R.S.S. che riconobbe l'indipendenza della Lettonia.
Trattato di Riga. - Fu firmato il 18 marzo 1921; ristabilì la pace e le relazioni normali fra la Polonia e l'U.R.S.S. Con esso le due parti contraenti riconobbero il diritto di autodecisione delle popolazioni della Russia Bianca e dell'Ucraina. Le frontiere orientali della Polonia furono determinate con una linea che, seguendo dapprima il confine orientale della Galizia, va a raggiungere il territorio lettone lasciando alla Polonia Równe, Baranowicze e Lida. La Russia e l'Ucraina rinunziarono ad ogni pretesa sui territorî situati ad ovest di tale linea: la Polonia fece altrettanto per quelli posti ad est della medesima. Le due parti contraenti convennero che le contestazioni fra la Polonia e la Lituania circa i territori situati ad ovest della nuova frontiera dovevano essese risolte esclusivamente fra i due stati interessati. La Russia acconsentì a restituire alla Polonia gli oggetti d'arte e le collezioni scientifiche asportati dal 1772 in poi, e a versarle 30 milioni di rubli delle sue riserve auree.
Bibl.: W. Neumann, Das mittelalterliche Riga, Berlino 1892; C. Metting, Geschichte der Stadt Riga, Riga 1897; e, in particolare, v. A. Bulmerincq, Die Verfassung der Stadt R. im ersten Jahrh. der Stadt, Lipsia 1898; F. G. Bunge, Die Stadt Riga im 13. u. 14. Jahrh., Lipsia 1878; A. Spekke, Alt-Riga im Lichte seines humanistischen Lobgedichts vom Jahre 1585, Riga 1827; Aus den Kämpfen um Riga. Kgriegsberichte aus dem grossen Hauptquartier, Stoccarda 1918; Edmonds, Hutier's rehearsal (Riga 1-3 september 1917), in Army Quarterly, aprile 1924; Wachenfeld, Der Düna-Übergang im September '17 u. die Einnahme des Brückenkopfes von Riga, in Wissen und Wehr, 1923.