rigare
Continua il latino rigare nel significato di " solcare bagnando ": la terra che 'l Danubio riga è l'Ungheria (Pd VIII 65); come possibile fonte si cita Aen. VII 738 " quae rigat aequora Sarnus ". Altro esempio in Pg XVI 115.
In senso figurato r. occorre in una metafora inserita in un contesto mirabile per coerenza stilistica: da s. Domenico, impetuoso torrente nella sua lotta contro gli sterpi eretici, si fecer poi diversi rivi / onde l'orto catolico si riga, / sì che i suoi arbuscelli stan più vivi (Pd XII 104): " Poi che ha assimigliato lui al fiume grosso, assimiglia li suoi frati a li rivi " (Buti): essi " irrigano ", fecondandolo, l'orto della Chiesa e ne nutrono gli arbuscelli. È questa la spiegazione del Sapegno; i più dei commentatori vedono nei diversi rivi un'allusione ai tre rami della famiglia domenicana (frati predicatori, domenicani e terz'ordine laico).
Ha valore certamente causativo in If III 67: nel vestibolo dell'Inferno le vespe... / rigavan... di sangue il volto agl'ignavi: è lecito supporre che sia stato suggerito dal corrispondente latino, largamente attestato in esempi analoghi a Ovidio Met. XI 419 " ter fletibus ora rigavit ".
Con valore estensivo in Rime CVI 94: dopo essersi domandato in che modo la Fortuna ripari al disordine provocato dal vizio dell'avarizia, D. confessa di non saperlo, poscia che tal cerchio ne cinge / che di là su ne riga, cioè a causa del limite (cerchio) di origine celeste (di là su) che " segna i confini " (ne riga) della nostra azione.