rilevare
Il Verbo, Come ‛ levare ', può essere usato come transitivo, neutro assoluto, o intransitivo pronominale; ha generalmente valore intensivo e non iterativo.
Come transitivo mancano esempi in D. di uso proprio; infatti l'occorrenza di Pd VII 111 presenta già un valore metaforico: la divina bontà... / a rilevarvi suso, fu contenta (Dio, nella sua misericordia, provò piacere nel redimere gli uomini: anche l'avverbio suso ha valore intensivo); poco più oltre (v. 116) D. dice: più largo fu Dio a dar sé stesso / per far l'uom sufficiente a rilevarsi; l'uomo dunque, nonostante il peccato originale, la sua ingratitudine e la sua imperfezione, ebbe da Dio i mezzi per " risollevarsi " e aspirare alla gloria eterna.
L'uso è traslato in Pd XVIII 85 O diva Pegasëa... / illustrami di te, sì ch'io rilevi / le ... figure (delle anime che, nel cielo di Giove, formavano volando le lettere luminose): " intendere e palexare in li soi versi " (Lana) " repraesentare " (Benvenuto) " quello che significano le figure di quelli spiriti " (Buti); non è certo che il traslatosi possa giustificare con l'uso di r. come termine tecnico delle arti figurative, di frequente uso nei secoli successivi nel senso di " dare rilievo ", " far spiccare ", " rendere perspicuo " un disegno, un colore, una figura (cfr. il Dizionario del Tommaseo); piuttosto si potrebbe risalire all'altro uso tecnico di r. come termine del linguaggio degli studiosi e dei grammatici: " interpretare i caratteri di una scrittura ", " decifrare ", " compitare e leggere " (e qui il Tommaseo cita, per es., i volgarizzamenti delle Collazioni dei Santi Padri, Lucca 1854, 10. 8.).
Con un valore non molto lontano da quest'ultimo, ma come neutro assoluto, r. compare in Pd XXX 123 dove Dio sanza mezzo governa, / la legge natural nulla rileva, ossia " la legge della natura nulla vi vale " (Buti), " non ha rilievo ", " passa in secondo piano ".
Pronominale in Pd XIV 83 ripreser li occhi miei virtute / a rilevarsi, " levarsi di nuovo verso l'alto " (è forse l'unico caso in cui il prefisso ha valore iterativo); in senso metaforico " innalzarsi a que' più sublimi obbietti " (Lombardi). Più generico il traslato di Vn XXXVIII 3 poi si rilevava un altro pensero: " nasceva ", " si originava ". Si veda infine Fiore LXXXIV 11 e po' vada Diletto e Ben-Celare, / ed a Vergogna dean tal lastrellata / ched ella non si possa rilevare, " in modo che non si possa più riprendere ", " che non si risollevi mai più ".
V. anche LEVARE.