rimare
" Comporre poesie in rima ", che, secondo la definizione di Cv IV II 12, può essere considerata in senso stretto come quella concordanza che ne l'ultima e penultima sillaba far si suole, e in senso lato come tutto quel parlare che 'n numeri e tempo regolato in rimate consonanze cade. E poiché dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino, secondo alcuna proporzione (Vn XXV 4), r. significa " scrivere poesia in lingua neolatina ", secondo la nuova regolamentazione metrica romanza, assunta qui come elemento caratterizzante; o, più semplicemente, " scrivere poesia ", come in Vn XXV 6 e 10 (tre occorrenze), e in Cv IV II 3. Il participio rimate, unito al sostantivo cose (Cv I X 12) o parole (Vn XIII 7, XXXIX 6, XLI 1), denota, per sineddoche, il componimento poetico (ad es. il sonetto); in rimate consonanze (Cv IV II 12, citato) il vocabolo è invece usato nel suo senso ristretto e specifico.