ORSINI, Rinaldo
– Figlio di Giacomo di Napoleone, signore di Vicovaro e di Tagliacozzo, morto prima del 1346, e di Maria, sorella del cardinale Napoleone Orsini, nacque sul finire del XIII secolo.
Avviato alla carriera ecclesiastica sotto la guida dello zio cardinale, presso il quale rimase almeno fino al 1329, fu nominato notaio della Cancelleria pontificia nel 1316 e arcidiacono di Campine, nella diocesi di Liegi, il 23 marzo 1323. Nel 1347 promise al pontefice Clemente VI un suo intervento presso il fratello Orso per mantenerlo fedele alla Chiesa contro Cola di Rienzo, col quale peraltro egli stesso intrattenne un rapporto epistolare che sembra denotare una certa simpatia per l’esperienza del tribuno romano. In particolare, in una lettera del 17 settembre 1347, Cola lo chiama «reverendo padre e amico carissimo» (Epistolario, 1890, p. 61) e con un’altra lettera, del 30 novembre 1347, gli comunica la vittoria riportata dieci giorni prima sulle milizie dei baroni romani presso la Porta di S. Lorenzo e le consistenti perdite inflitte ai Colonna.
Il 17 dicembre 1350, poco dopo la morte dello zio Napoleone, Orsini fu creato cardinale diacono da Clemente VI con il titolo di S. Adriano e nel dicembre 1352 partecipò ad Avignone al suo primo conclave, che portò all’elezione di Innocenzo VI.
Alla morte del fratello Orso (1360), che aveva governato i possessi feudali della famiglia in Abruzzo e nel Lazio, assunse la protezione dei tre giovani nipoti e ne curò gli interessi favorendo, in particolare, la carriera ecclesiastica di Giacomo. Si fece inoltre carico, attraverso alcuni membri della sua famiglia cardinalizia, di comunicare la morte del fratello presso la corte napoletana e chiedere per i nipoti l’investitura dei feudi abruzzesi.
Nel settembre 1362 partecipò al conclave che portò all’elezione di Urbano V, dal quale negli anni successivi ricevette alcuni incarichi di particolare rilievo: nel febbraio 1364 trovò le risorse necessarie per i lavori di ampliamento delle mura avignonesi; nel giugno successivo fu incaricato di scegliere venti scolari poveri provenienti dalle città del dominio pontificio e destinati a essere accolti nel collegio fondato dal papa a Bologna; nel 1367, con altri due cardinali fu incaricato di collocare sull’altare maggiore della basilica lateranense i nuovi busti dei ss. Pietro e Paolo; nel febbraio 1368, durante la permanenza in Roma di Urbano V, pagò per conto del papa la somma di 2400 fiorini per i lavori di riparazione del palazzo apostolico; il 18 ottobre 1369 fu deputato con altri tre cardinali a ricevere, in occasione di una solenne funzione celebrata nella chiesa romana di S. Spirito in Sassia, la professione di fede cattolica dell’imperatore bizantino Giovanni Paleologo.
Dopo la morte di Urbano V prese parte al conclave riunito nel palazzo apostolico di Avignone che il 29 dicembre 1370 elesse Gregorio XI e, in quanto cardinale protodiacono, il 5 gennaio successivo incoronò il nuovo pontefice.
Nel corso degli anni accumulò una serie impressionante di benefici ecclesiastici, con le relative prebende e la facoltà di percepirne i frutti senza l’obbligo della residenza: poco prima di morire era titolare di canonicati nelle chiese di Huesca, Liegi, Pisa, Perugia, Toledo, Urgel, Utrecht, del decanato di Salisbury e di altri benefici nelle diocesi di Arezzo, Assisi, Cambrai, Firenze, Gubbio, Parigi, Todi. Il 10 maggio 1374 fu nominato arciprete della basilica vaticana in sostituzione del defunto cardinale Guillaume de la Jugie, cugino di Gregorio XI.
Morì ad Avignone, vittima di un’epidemia, il 6 giugno 1374.
Il suo corpo, inumato nella chiesa avignonese dei francescani, fu poi traslato a Roma. Con un testamento, rogato il 3 giugno 1374, aveva dato disposizioni per la sua sepoltura nella cappella di S. Leone, all’interno della basilica vaticana e aveva istituito erede il nipote Giacomo, cardinale di S. Giorgio al Velabro.
Fonti e Bibl.: Epistolario di Cola di Rienzo, a cura di A. Gabrielli, Roma 1890, pp. XII, XXVI, 61, 68, 80, 85 s.; C. De Cupis, Regesto degli Orsini e dei conti Anguillara, in Bollettino della Società di storia patria A.L. Antinori negli Abruzzi, XVIII (1906), pp. 167, 171, 298; XIX (1907), pp. 197, 201, 203, 297; XX (1908), pp. 71, 78, 80, 85; E. Baluze, Vitae paparum Avenionensium, a cura di G. Mollat, I, Paris 1914, pp. 256, 286, 295; II, ibid. 1927, pp. 72, 395 s., 419, 581; Jean XXII (1316-1334). Lettres communes, a cura di G. Mollat, VI-XIII, Paris 1912-33, ad ind.; Urbain V. Lettres communes, Roma-Paris 1954-89, ad ind.; E.-R. Labande, R. O. comte de Tagliacozzo († 1390), Monaco-Paris 1939, pp. 11, 13-15, 17-19, 21; B. Guillemain, La cour pontificale d’Avignon 1309-1376, Paris 1966, pp. 186, 190 s., 193, 196, 212, 214, 260, 262, 314, 316-317, 597, 601, 619; F. Allegrezza, Organizzazione del potere e dinamiche familiari. Gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento, Roma 1998, pp. 61, 64, 68, 82, 85, 114 s., 176, 189; A. Rehberg, Die Kardinäle aus Rom und die Macht der Klientelbeziehungen (1277-1527), in Die Kardinäle des Mittelalters und der frühen Renaissance, a cura di J. Dendorfer - R. Lützelschwab, Firenze 2013, pp. 73, 81, 90, 101 s.; C. Eubel, Hierarchia Catholica…, I, pp. 19, 48.