Rinascimento
Periodo di rinnovamento culturale e artistico, che caratterizzò molteplici aspetti della società italiana ed europea tra l’inizio del 15° e la metà del 16° secolo. Il termine fu coniato dalla storiografia ottocentesca, ma trova le sue radici nella consapevolezza, manifestata dagli uomini di cultura quattro-cinquecenteschi, di vivere un periodo nettamente diverso da quello medievale, sul quale essi formulavano un giudizio molto severo. Le origini del R. vengono usualmente collocate nella riscoperta delle humanae litterae (Umanesimo), ovvero della grande tradizione letteraria e filosofica greco-romana, che, specialmente dopo la caduta di Bisanzio in mano dei turchi (1453), alimentò un’originale forma di classicismo, basata sull’imitazione critica dei modelli antichi. Elemento centrale del R. fu lo sviluppo di una nuova concezione del ruolo dell’uomo come centro dell’universo, come creatura chiamata a nobilitare la propria esistenza mediante il sapere e a fare esperienza del divino mediante lo studio della natura, considerata il libro aperto dell’opera di Dio. La conoscenza e la verità, pertanto, non conseguono dal magistero dogmatico o dal principio di autorità, ma dall’osservazione e dalla ricerca. Questa nuova concezione dell’uomo e delle sue possibilità pervase, secondo tempi e modalità diversi, larga parte dell’Europa e molteplici campi del sapere. Nel 15° sec. il principale centro di irradiazione del R. fu la Repubblica di Firenze. Accanto a Firenze, giocarono un ruolo decisivo anche molte altre corti italiane, come la corte dei Montefeltro a Urbino, quella degli Este a Ferrara, quella dei Gonzaga a Mantova, e, non ultime, anche la Repubblica di Venezia e la Santa Sede. Favorita dall’invenzione della stampa, nel corso del primo Cinquecento la nuova cultura del R. si diffuse ulteriormente, influenzando profondamente la cultura dei principali Stati europei e coinvolgendo in maniera sempre più profonda la riflessione politica e scientifica. In ambito filosofico e scientifico l’interesse per l’osservazione della natura sfociò, da un lato, nelle prime affermazioni della teoria eliocentrica (N. Copernico) e della pluralità dei mondi (G. Bruno), dall’altro, nell’interesse per forme di manipolazione della natura, basate sull’alchimia e sulle scienze occulte. Nell’ambito della storia e della politica il R. segnò una forte cesura rispetto all’ideale universalistico medievale, prendendo atto della nuova realtà degli Stati principeschi. Con Niccolò Machiavelli la sfera della politica cominciò a essere percepita come autonoma dall’etica e dotata di proprie regole, mentre, in ambito storiografico, Francesco Guicciardini e Jean Bodin svilupparono un’analisi degli avvenimenti marcata da un atteggiamento critico verso le fonti. Unitario sul piano culturale, il R. fu caratterizzato da differenti espressioni, in relazione ai contesti politici in cui si diffuse. La diffusione della Riforma protestante e l’affermazione delle grandi monarchie portarono, insieme a ulteriori differenziazioni, al progressivo esaurimento del periodo rinascimentale, che si ritiene compiuto alla metà del sec. 16°.
Si veda anche Il Rinascimento