DIJKSTRA, Rineke
Fotografa e videomaker neerlandese, nata a Sittard il 2 giugno 1959, ha raggiunto fama internazionale grazie alla serie Beach portraits (1992-94). Questi ritratti, in cui vengono inquadrati bambini e adolescenti in contesti balneari evocativi ma scarni, enfatizzano la goffa vulnerabilità dei soggetti, ma allo stesso tempo conferiscono loro notevole monumentalità. Colti con le difese abbassate, i ragazzi sono investigati con occhio implacabile (tutto è a fuoco in queste immagini), ma anche empatico verso la loro solitaria ricerca di un’identità.
Pur continuando con sperimentazioni di questo genere (Tiergarten series, 1998-2000; Park portraits, 2003-06), D. ha proseguito la propria disamina delle metamorfosi della crescita anche fotografando ripetutamente lo stesso soggetto lungo un arco temporale più o meno ampio. Assistiamo così all’integrazione della piccola rifugiata bosniaca Almerisa (1994-2005) nella società olandese, fino alla maturazione e alla maternità. O seguiamo il giovane Olivier dal 2000 al 2003, a partire dall’arruolamento nella Legione straniera. La particolare attenzione al discorso militaresco (Israeli soldiers, 1999-2000) intreccia d’altronde un altro filone dell’ispirazione di D., da sempre interessata a coglie re momenti che potremmo definire post-traumatici (toreri subito dopo la corrida, madri che hanno appena partorito: due serie del 1994). Pur inquadrando i propri soggetti su sfondi bianchi o comunque neutri, D. riflette sulle configurazioni dell’identità anche in relazione al territorio e alla collettività, sulle orme di fotografi come August Sander e Diane Arbus. Negli ultimi anni, D. si è dedicata soprattutto al video, facendo della musica un elemento preponderante della propria ricerca sull’adolescenza: con The krazy house (2009) ha ripreso una linea già inaugurata da Buzzclub/Mysteryworld (1996-97) e Annemiek (1997), invitando i giovani a ballare liberamente in studi improvvisati all’interno di discoteche inglesi e olandesi. D’altronde, D. ha adottato il medium anche per un’interrogazione più diretta del rapporto tra infanzia e storia dell’arte, mostrando le reazioni di una singola bambina (Ruth drawing Picasso, 2009) o di un gruppo (I see a woman crying, 2009-10) davanti a opere di Pablo Picasso.
Bibliografia: J. Blessing, S. Philips, Rineke Dijkstra. A retrospective, New York 2012; H. den Hartog Jager, Rineke Dijkstra. The krazy house, Frankfurt 2013.