riparare
Il verbo ricorre tre volte nell'opera di D., con variazioni di costrutto e anche, in parte, di significato. Come transitivo, nel senso di " restaurare ", " reintegrare ": Pd VII 104 a Dio convenia con le vie sue / riparar l 'omo a sua intera vita, ossia " reintegrare l'uomo nella pienezza della sua primitiva condizione " (Sapegno). Con costrutto riflessivo, nel senso di " proteggersi ", " difendersi ": Quel che ti sobranza / è virtù da cui nulla si ripara (XXIII 36).
Con complemento indiretto, nel senso di " porre rimedio a ": Cv IV XII 9 E che altro intende di meditare l'una e l'altra Ragione, Canonica dico e Civile, tanto quanto a riparare a la cupiditade che, raunando ricchezze, cresce?
Nel significato, anche etimologicamente distinto (provenzale repairar, francese antico repairier, dal latino repatriare, confuso in toscano con l'esito di reparare), di " prendere stanza ", " dimorare ", r. s'incontra due volte nel Fiore: CXXII 10 E se vo'aveste nulla cosa a fare / intorno di colui con ch'i' riparo; CXXIV 2 in cittade o in castello, / colà ove Paterin sia riparato.