ASSALTO, riparti di
Il primo riparto di assalto (Sturmtrupps) fu costituito dai Tedeschi nel marzo 1915 con due compagnie pionieri ed un reparto di cannoncini, e venne per la prima volta impiegato nei combattimenti di Verdun. Da allora i riparti d'assalto ebbero un largo sviluppo e alla fine del 1916 furono, nell'esercito tedesco, costituiti battaglioni d'assalto (Sturmbataillons) comprendenti ciascuno due o tre compagnie fucilieri, una compagnia mitraglieri ed una di lanciabombe; successivamente, a ogni battaglione d'assalto vennero anche assegnati una batteria di cannoni per fanteria e un plotone lanciafiamme. Negli ultimi mesi del 1918 i battaglioni d'assalto raggiunsero il numero di 18 e vennero sempre considerati come truppe a disposizione dei comandi d'armata, dai quali, caso per caso, venivano assegnati per l'impiego ai dipendenti comandi di corpo d'armata e di divisione. Costituiti con uomini scelti, nei quali predominavano - e venivano coltivate e sviluppate mediante uno speciale addestramento - le caratteristiche di ardimento e d'iniziativa, i battaglioni d'assalto vennero sempre ed esclusivamente impiegati per operazioni offensive di speciale e difficile natura e nei contrattacchi.
Nell'esercito austriaco vennero pure organizzati riparti di assalto: ogni reggimento di fanteria ebbe un plotone d'assalto, e ogni divisione un battaglione d'assalto (Sturmbataillon) costituito di compagnie da 100 a 150 uomini ciascuna, che venivano fornite dai reggimenti di fanteria della divisione (ogni reggimento forniva una compagnia). Anche la 9ª divisione di cavalleria ebbe un mezzo reggimento d'assalto (Sturmhalbregiment), su 4 squadroni di 100 uomini ciascuno: ogni reggimento della divisione forniva uno squadrone. Il mezzo reggimento d'assalto impiegato nella battaglia del Piave (15-24 giugno 1918) ebbe anche un plotone pontieri e una sezione di lanciafiamme.
Tanto nell'esercito tedesco quanto in quello austriaco non si riconobbe opportuno raggruppare i battaglioni d'assalto in unità d'ordine superiore (reggimenti, divisioni, ecc.), essenzialmente perché si riteneva che ogni formazione tattica a massa dei riparti d'assalto avrebbe contribuito ad aumentarne le perdite, che sarebbe poi stato difficile colmare. Tuttavia un esperimento di riunione di battaglioni d'assalto in unità d'ordine superiore (reggimento) venne fatto dagli Austriacî con l'Orient-Korps, costituito nel gennaio 1918 a Belgrado con truppe scelte, e destinato a rappresentare l'Austria-Ungheria in una progettata spedizione degl'Imperi centrali in Palestina. Non essendosi più effettuata tale spedizione, i tre battaglioni dell'Orient-Korps vennero dapprima impiegati nella caccia ai comitagi ed ai "Kader verdi" della Serbia, e poi inviati al basso Piave, dove giunsero il 17 giugno, e presero parte alla battaglia del Piave (15-24 giugno 1918). L'impiego fu però a battaglioni.
Nell'esercito italiano la costituzione di unità d'assalto venne iniziata nel gennaio 1917. Però sin dal maggio 1916 nel Trentino, mentre infuriava l'offensiva austriaca, il capitano Baseggio costituì, con volontarî d'ogni arma e d'ogni età, una banda che, sotto il nome di Compagnia esploratori della morte, molto si distinse in azioni di guerriglia, e che può, sotto certi aspetti, esser considerata come il primo riparto d'assalto italiano.
Nelle azioni lungo le fronti stabilizzate taluni ufficiali e militari di truppa avevano richiamato su di sé l'attenzione dei comandanti per il loro ardire. Per trarre da tali elementi tutto il rendimento di cui erano e si dimostravano capaci, si pensò di riunirli in appositi riparti, ai quali vennero dati i nomi di arditi, di fiamme nere e poi (nome ufficiale) di riparti d'assalto.
Inizialmente ogni riparto d'assalto ebbe una compagnia di 4 plotoni, una sezione mitragliatrici e una sezione lanciafiamme; in seguito il riparto venne costituito con un numero variabile di compagnie (normalmente tre) e una sezione lanciatorpedini. Ogni compagnia, della forza di circa 300 uomini, comprendeva quattro plotoni di 3 o 4 squadre, una sezione mitragliatrici Fiat (2 armi), 2 sezioni di pistole mitragliatrici (2 armi per sezione) e una sezione portatile lanciafiamme. Alle compagnie isolate venivano inoltre assegnate una sezione lanciatorpedini ed un'aliquota del carreggio del battaglione. Ogni squadra era formata dalle cosiddette "coppie", costituite con uomini legati da vincoli di parentela o di amicizia o di simpatia, coppie che molto contribuirono ad accrescere la compagine e l'ardimento delle unità d'assalto.
Un riparto d'assalto di 3 compagnie aveva 26 ufficiali, circa 950 tra sottufficiali e truppa, 6 mitragliatrici pesanti, 12 pistole mitragliatrici. Gli organici, però, non erano tassativi, in quanto che si lasciò facoltà ai comandi d'armata di apportarvi quelle modifiche che avessero riconosciute opportune per adattarli alle particolari esigenze d'impiego. In un primo tempo i riparti d'assalto furono messi a disposizione dei comandi d'armata, dai quali, nei periodi di attività operativa e in relazione ai bisogni, venivano assegnati alle dipendenti grandi unità. In seguito (aprile 1918) furono passati dai comandi d'armata ai corpi d'armata, ed anche a qualche di visione (52ª, 35ª, ecc.), che si trovava in speciali condizioni. Le anzidette grandi unità vennero perciò ad avere, come elemento organico, un riparto d'assalto su tre compagnie. Alla fine del 1918 il numero dei riparti d'assalto era di 39.
Dal maggio all'agosto 1918, con una parte dei preesistenti riparti d'assalto, venne costituito un corpo d'armata d'assalto su due divisioni d'assalto comprendenti, ciascuna, un raggruppamento d'assalto, un battaglione bersaglieri ciclisti, uno squadrone di cavalleria, un gruppo d'artiglieria da montagna, un battaglione zappatori del genio, una compagnia telegrafisti. Ogni raggruppamento ebbe tre gruppi d'assalto, formati, ciascuno, in un primo tempo, di tre riparti d'assalto e, poi, di due riparti d'assalto e di un battaglione bersaglieri. Le anzidette grandi unità non ebbero servizî, perché si volle mantenere ad esse la necessaria caratteristica di snellezza e quindi di mobilità; ai loro bisogni provvedeva, a volta a volta, direttamente il comando dell'armata al quale il corpo d'armata d'assalto era assegnato. Oltre ai riparti d'assalto si ebbe, presso ogni reggimento di fanteria ed ogni battaglione alpini, un plotone d'assalto, comprendente un subalterno comandante e 45 tra sottufficiali e truppa. Venne altresì previsto l'impiego dei plotoni d'assalto dei due reggimenti della brigata di fanteria agli ordini del comandante più elevato in grado o più anziano. Per mantenerli sempre allenati e pronti e per coltivarne le speciali qualità di ardimento, i riparti d'assalto, negl'intervalli fra un'offensiva e l'altra, venivano riuniti in appositi campi-scuola, nei quali erano esercitati all'uso del pugnale, al lancio delle bombe, alla lotta a corpo a corpo, all'avanzata sotto l'arco delle traiettorie, ai colpi di mano, in una parola a tutte le azioni che richiedevano ardire.
Armamento individuale dei riparti d'assalto fu il pugnale, il moschetto e il petardo Thévenot. Armamento di riparto le mitragliatrici Fiat mod. 14, le pistole mitragliatrici, i lanciatorpedini ed i lanciafiamme. Uniforme: pantaloni all'alpina, giubba aperta, con fiamme nere, nere le fasce gambiere, nero il fez, nere la cravatta e il maglione, nero il drappo dei gagliardetti di battaglia sul quale erano ricamati, in oro, un pugnale, un ramo di quercia e uno d'alloro. L'ardito non ebbe zaino: al trasporto dei viveri, del munizionamento e degl'indumenti di prima necessità, provvedeva col tascapane e mediante la mantellina e la coperta da campo arrotolate.
Centri di mobilitazione delle unità d'assalto furono i depositi dei reggimenti di fanteria, di bersaglieri e di alpini.
I riparti d'assalto vennero esclusivamente impiegati in azioni offensive e controffensive e ovunque erano necessarie qualità di ardimento, d'iniziativa, di bravura. Essi presero parte a quasi tutte le più importanti azioni di guerra, sul Carso, sul Piave, sugli Altipiani, e durante la ritirata.
Dei riparti d'assalto uno, il XXIII, meritò la croce di cavaliere dell'ordine militare di Savoia (per sé e per tutti gli altri riparti d'assalto) e la medaglia d'oro al valor militare; sei (II, IX, XVIII, XXVII, XXVIII e XXXII) meritarono la medaglia d'argento al valor militare; cinque (VI, XI, XXIV, XXVI e XXIX) la medaglia di bronzo al valor militare. Molti furono i riparti che meritarono notevoli citazioni nei bollettini di guerra del Comando supremo.
La prima divisione d'assalto prese parte alla battaglia del Piave, dal 15 al 24 giugno 1918, e l'intero corpo d'armata di assalto alla battaglia di Vittorio Veneto.
Nell'ordinamento dell'esercito italiano non figurano più i riparti d'assalto. Però essi rivivono nei battaglioni di camice nere i quali, come i riparti d'assalto, sono costituiti di volontarî d'ogni età e grado, hanno l'armamento individuale (pugnale, bombe e moschetto) e, su per giù, l'uniforme, ma, soprattutto lo spirito aggressivo, l'ardimento, il gusto al pericolo.