ripentire [si ripentesse, III singol. imperf. cong.; partic. pass. ripentuto: cfr. Parodi, Lingua 260]
Rispetto al semplice ‛ pentirsi ', nell'unica accezione del D. canonico indica che il rimorso è provato con particolare vivezza e intensità: Pg XXXI 66 Quali fanciulli, vergognando, muti / con li occhi a terra stannosi, ascoltando / e sé riconoscendo e ripentuti, / tal mi stav'io, nell'atteggiamento di chi si riconosce colpevole dei falli rinfacciatigli e ne è profondamente pentito.
Per l'analogia del concetto cfr.. Cv IV XXV 4 a questa etade [all'adolescenza] è necessario d'essere penitente del fallo, dove però, più che a pentimento per una singola colpa, si allude a un acquisito abito morale a ravvedersi.
Nelle tre occorrenze del Fiore compare come intransitivo pronominale con il significato attenuato di " rammaricarsi ", " provare rincrescimento " per il fatto di aver agito in modo da procurarsi un danno: la donna che ha rifiutato un dono offertole, enterrà in sì gran malinconia / che no lle dimorrà sopr'osso carne; / sì si ripentirà in sua follia, LV 14; e così CXXXVI 1, e CLXXVII 4 di sua follia si ripentesse.